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EUROPA

Una legge per violare il diritto internazionale

Brexit a tutti i costi

Johnson incassa il primo sì dal Parlamento al suo 'Internal Market Bill', una legge che consente a Londra di non rispettare gli accordi con Bruxelles. I Tories contrari annunciano battaglia 

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Il premier conservatore, Boris Johnson, vince la prima votazione dei Comuni sul contestatissimo progetto di legge, "l'Internal Market Bill" che vuole rimettere in discussione, attraverso una norma nazionale, l’accordo di recesso già raggiunto da Londra e Bruxelles sulla Brexit, costituendo una violazione - esplicita - del diritto internazionale. In particolare viene rimesso in discussione lo status commerciale e doganale dell'Irlanda del Nord. La scelta di Johnson fatto infuriare la Ue, mettendo a repentaglio i negoziati commerciali in corso.

Quella di ieri sera è la prima di una serie di votazioni al Parlamento britannico. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha difeso il suo piano di riscrivere unilateralmente l'accordo con la Ue per il dopo Brexit, come una "polizza assicurativa contro il comportamento irragionevole del blocco". Per il premier una legge progettata per ignorare parti dell'accordo di recesso della Brexit era necessaria perché l'UE potrebbe "andare a misure estreme e irragionevoli" nel trattamento verso la Gran Bretagna, ha detto. Il premier britannico ha infatti accusato Bruxelles di voler imporre un "blocco" alimentare che dividerebbe di fatto il Regno Unito. L'Unione Europea, che ha ripetutamente smentito, secondo quanto ha spiegato Boris Johnson, minaccia di istituire un confine tra Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito, se Londra non accetta le sue condizioni per quanto riguarda l'accordo commerciale post-Brexit.

La proposta di legge ha però suscitato forte malcontento anche in seno al partito conservatore. Il provvedimento è passato con 340 sì e 263 no, la maggioranza è risultata azzoppata da varie astensioni che lascia intuire una partita forse ancora aperta nelle prossime tappe dell'iter. L’ex ministro Bob Neill ha annunciato un emendamento che sottoporrebbe al veto della Camera tutti i passaggi della legge incompatibili con il diritto internazionale, disinnescando (o ridimensionando) l’impatto della proposta nei rapporti con i partner internazionali. Il prossimo appuntamento è martedì prossimo, 22 settembre, quando il testo andrà in sede di commissione, dove sarà esaminato riga per riga prima della terza lettura, finale ai Comuni, dopo la quale passerà alla Camere dei Lord.