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ECONOMIA

Bruxelles

Brexit, Draghi: Bce pronta a tutte le eventualità

Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi parla in audizione davanti alla commissione Economica dell'Europarlamento su Brexit, ripresa, politica monetaria, politiche di stimolo e di nuove misure da attuare e rivolto ai governi degli Stati membri: "ripristinare il livello degli investimenti pubblici su educazione, capitale umano, ricerca e agenda digitale"

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"La Bce è pronta a tutte le eventualità" che poterebbero scaturire dal referendum in Gran Bretagna sulla Brexit. Lo dice il presidente dalla Bce Mario Draghi davanti al Parlamento di Bruxelles.

"La ripresa dell'area euro ha preso slancio dall'inizio dell'anno e ci attendiamo che continui con un ritmo moderato ma costante, sostenuta da una solida domanda interna e dall'efficace trasmissione della nostra politica monetaria", ha detto poi il presidente della Bce all'Europarlamento, sostenendo che l'inflazione "è bassa e crescerà poco nei prossimi mesi".

"Senza le nostre politiche di stimolo, crescita e inflazione sarebbero significativamente più basse" ha aggiunto Draghi, secondo il quale "il pacchetto di marzo ha mitigato i rischi al ribasso per l'economia dell'eurozona. E impeto addizionale verrà da misure che sono ancora all'inizio dell'attuazione".

"L'incertezza resta alta, e rischi al ribasso sono ancora significativi, a causa del continuo stato di fragilità dell'economia globale e degli sviluppi geopolitici", ha detto ancora il presidente della Bce, assicurando che la Banca centrale "monitorerà l'evoluzione delle prospettive dei prezzi" e resta "pronta ad agire usando tutti gli strumenti disponibili entro il nostro mandato, se necessario per raggiungere i nostri obiettivi".

"È molto importante che venga ripristinato il livello degli investimenti pubblici" nell'eurozona, ha infine sottolineato Mario Draghi a Bruxelles. Gli investimenti pubblici, ha sottolineato, sono stati "ripetutamente tagliati" da diversi Stati membri durante la crisi, che hanno scelto "la via più facile", cioè alzare le tasse e tagliare gli investimenti, anziché la spesa. Naturalmente, ha concluso, bisogna "essere selettivi" nella scelta dei settori in cui investire denari pubblici, concentrandosi "sull'educazione, sul capitale umano, sulla ricerca e sull'agenda digitale".