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EUROPA

Occorre l'ok di 22 Paesi per il 60% della popolazione

Nomine Ue, diplomazie al lavoro per Timmermans presidente Commissione

Questa sera riunione straordinaria del Consiglio europeo per sciogliere il nodo nomine, Timmermans in pole per la Commissione, ma l’accordo non è ancora chiuso. L'Italia si sfila, Salvini: “Non voteremo un uomo di sinistra”

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Frans Timmermans
Giro di incontri in mattinata a Bruxelles, a poche ore dall'inizio del Consiglio europeo straordinario sulle nomine che si riunisce questo pomeriggio alle 18. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha incontrato il capogruppo dei liberali di Renew Europe, Dacian Ciolos e il leder politico degli stessi liberali, Guy Verhofstadt. Tusk ha avuto un colloquio anche con il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez. A mezzogiorno si è svolta la conferenza dei capigruppo in Parlamento delle principali famiglie politiche europee. Prima del Consiglio c’è stato un incontro tra Manfred Weber, candidato di punta del Ppe e Frans Timmermans, 'Spitzenkandidat' dei Socialisti. Il candidato del Ppe avrebbe offerto un passo indietro nella corsa per la poltrona di Juncker, che vede favorito il socialista Timmermans, per puntare alla presidenza dell'Europarlamento. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, proporrà quindi questa sera ai 28 governi il nome dell'olandese socialista Frans Timmermans per la presidenza della Commissione. Anche se già ieri sia i paesi di Visegrad che l'Italia, per voce del vicepremier Matteo Salvini, avevano fatto sapere che non appoggeranno Timmermans. Comunque, lo schema di accordo che il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk dovrebbe portare nel vertice di stasera e che ha presentato poco fa alla Conferenza dei Presidenti a Bruxelles prevede presidente della Commissione ai Socialisti, il presidente del Consiglio Europeo ai Liberali, l'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e il presidente del Parlamento Europeo ai Popolari. I Paesi che sostengono questo schema di accordo sono Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi.

La situazione
Il summit di questa sera dovrà fare i nomi per i vertici della nuova Unione europea che potrebbero venire ancora una volta divisi tra le due principali famiglie politiche: popolari e socialisti. In pole per la Commissione Ue c’è il candidato dei S&D (socialisti e democratici) Frans Timmermans, che la cancelliera Merkel sarebbe pronta a sostenere per mantenere in vita il sistema degli “spitzenkandidaten” (in tedesco significa “candidati-guida” e nel gergo europeo sono quei candidati che i partiti europei indicano agli elettori come loro prima scelta come presidente della Commissione europea nel caso escano vincitori dalle elezioni europee), unico riconosciuto dal Parlamento Ue. Ma l’Italia è schierata contro: “Un uomo di sinistra a presiedere la Commissione europea di sicuro non lo sosterremo” ha avvertito il vicepremier Matteo Salvini.

Il terzo summit
Questa sera i leader dell'Ue tornano a riunirsi, per la terza volta, con l'intento di scrivere il primo capitolo dell'Europa post Jean-Claude Juncker, nominando il suo successore alla guida della Commissione. Il favorito, grazie anche agli accordi presi dall'altra parte del globo al G20 di Osaka, resta l'olandese Frans Timmermans, già primo vicepresidente della Commissione. A sciogliere gli ultimi nodi è stata la cancelliera tedesca, Angela Merkel che, pur di salvaguardare il meccanismo, si è detta disponibile a ritirare dal tavolo la candidatura di Manfred Weber, volto del Partito popolare europeo (Ppe). L'accordo sembra però essere stato raggiunto solo tra Francia e Germania. In Italia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non restringe il campo. "Per quanto mi riguarda non è stato chiuso alcun accordo", ha dichiarato. "La mia richiesta per la presidenza della Commissione Ue - ha sottolineato - è di una personalità di grande spessore, che sia disponibile a sedersi attorno ad un tavolo anche per rivedere le regole della governance europea. La richiesta dell'Italia è molto forte, mi batterò per raggiungere questo obiettivo".

Il blocco di Visegrad
Timmermans non piace inoltre al gruppo di Visegrad (V4). "I primi ministri del gruppo di Visegrad hanno discusso sulla leadership dell'Ue e hanno convenuto che potrebbero accettare solo candidati che comprendono le sfide dell'Europa centrale e sono in grado di identificarsi nei punti di visita del gruppo", ha scritto su Twitter Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese che per l'occasione si esprime anche a nome di Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. "Detto ciò, nessuno dei cosiddetti spitzenkandidat è accettabile. V4 non può sostenere Weber né Timmermans", ha aggiunto.

Chi è Frans Timmermans
Il 57enne olandese ha sempre avuto posizioni molto chiare sull'immigrazione che spesso sono andate a collidere sia con il gruppo di Visegrad che con le idee del ministro Salvini sulla gestione dei porti e dell'accoglienza. Ex diplomatico, nel 1998 Timmermans era entrato in politica con il Partito laburista olandese portando avanti i suoi ideali europeisti anche dopo la vittoria del no nel referendum olandese sulla Costituzione Ue del 2005. Prima di approdare a Bruxelles era stato ministro degli Affari europei e in seguito ministro degli Esteri dell'Olanda. E' un orgoglioso tifoso della Roma e ha grande simpatia per l'Italia, alimentata negli anni fra il 1972 e il 1976 trascorsi a Roma al fianco del padre che faceva l'archivista per l'ambasciata olandese in Italia. Timmermans, che parla un ottimo italiano, ha sempre avuto parole più generose per il Bel Paese rispetto ai colleghi della Commissione. In piena crisi  commentò: "L'Italia è stata lasciata solo per troppo tempo a gestire i migranti". Sulla manovra finanziaria dello scorso anno aveva dichiarato: "Tifiamo tutti per l'Italia". Al di là della bocciatura di Salvini, Timmermans da socialista si batte per un’Europa più equa e per una crescita che porti effetti alle categorie più disagiate e non solo alle imprese. Probabilmente, però, non sarebbe così propenso a cambiare le regole, venendo da uno dei Paesi che più si oppongono a rivedere i vincoli Ue. Da vicepresidente della Commissione in carica si è distinto per la conoscenza fluente di almeno sei lingue e per il suo decisionismo. Forse anche troppo, tanto che la battaglia contro Polonia e Ungheria per il rispetto dello stato di diritto gli ha fatto guadagnare due acerrimi nemici che hanno già scritto al presidente del consiglio Donald Tusk per rendere nota la loro opposizione ad averlo a capo della prossima Commissione.

Scenari possibili
Se la carta Timmermans andasse in porto, il candidato popolare, Manfred Weber, già azzoppato dallo scorso summit, avrebbe la strada spianata alla presidenza del Parlamento Ue. Lo scenario ipotetico vedrebbe poi il liberale belga Charles Michel alla guida del Consiglio Ue e la popolare Kristalina Georgieva come successore della Mogherini alla politica estera e di difesa comune. Alla Francia di Macron andrebbe invece la presidenza della Bce con il governatore della Banca di Francia, Villeroy De Galhau, che da mesi ha lanciato la sua campagna. In contropartita i popolari potrebbero richiedere la casella del presidente del Consiglio Ue. In panchina ci sono già, oltre alla bulgara Georgieva, il premier croato Andrej Plenkovic e il presidente romeno Klaus Iohannis che accontenterebbero i Paesi della “nuova Europa”. ​Il cancelliere tedesco avrebbe discusso queste possibilità con le controparti europee, il francese Emmanuel Macron, lo spagnolo Pedro Sanchez, e l'olandese Mark Rutte, presenti al vertice del G20 a Osaka. L'accordo dovrà essere completato al vertice di questa sera e comunicato ai leader del gruppi politici per l'elezione del Presidente del nuovo Parlamento la prossima settimana a Strasburgo.