Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/camorra-caserta-camion-rifiuti-spari-contro-rivali-ea2db56b-5ee3-4304-961d-ecacc263afc6.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Camorra, spari contro i rivali a bordo dei mezzi per raccolta rifiuti

Arresti a Caserta: erano in servizio a bordo dei mezzi della DHI, la società che gestisce la raccolta dei rifiuti a Santa Maria Capua ma non hanno esitato, nonostante fosse pieno giorno, a sparare al concorrente che contendeva loro lo spaccio di droga e altri affari illeciti

Condividi
  Erano in servizio a bordo dei mezzi della DHI, la società che gestisce la raccolta dei rifiuti a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), ma non hanno esitato, nonostante fosse pieno giorno, a sparare al concorrente che contendeva loro lo spaccio di droga e altri affari illeciti. E' uno degli episodi intimidatori contestati ai tre esponenti della famiglia criminale cosiddetta dei Bellagiò, Tommaso Del Gaudio, 47 anni, Fabio Del Gaudio di 36 anni e Luciano Formisano di 48, arrestati questa mattina dai carabinieri nell'ambito di un'inchiesta della DDA di Napoli sui violenti contrasti avvenuti negli anni scorsi a Santa Maria Capua Vetere tra le due famiglie rivali dei Fava e dei Bellagiò per il controllo delle attività illecite.   

L'episodio, riportato nell'ordinanza cautelare emessa al Gip di Napoli, è avvenuto il 12 marzo 2013, quando i tre indagati, dipendenti della DHI - società dell'imprenditore Alberto Di Nardi, arrestato qualche giorno fa con l'accusa di aver consegnato tangenti per assicurarsi l'appalto della raccolta al sindaco di Maddaloni Rosa De Lucia (anch'essa finita in carcere) decidono di farla pagare a Pasquale Fava, capo del gruppo concorrente. Gli tendono così un agguato a colpi di pistola mentre sono a bordo di un'auto e un furgone addetto alla raccolta. Fava non viene colpito e si salva; poco dopo verrà arrestato e deciderà di collaborare con la giustizia raccontando l'episodio.

Nel provvedimento, il Gip, nella parte relativa alle esigenze cautelari, non solo censura la spregiudicatezza degli indagati, ma spiega come "sia massimo il rischio di reiterazione di tali episodi soprattutto nei momenti in cui un'organizzazione criminale vede diminuire il proprio controllo".