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POLITICA

Il Guardasigilli

Caos procure, Bonafede a Mattarella: preoccupato, serve reazione

Il ministro della Giustizia avrebbe presentato al presidente della Repubblica delle proposte di riforma del Csm

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Il Guardasigilli Alfonso Bonafede è salito in serata al Colle per un incontro con il presidente della Repubblica. Il ministro, secondo quanto si apprende, in un momento molto delicato legato alle vicende che hanno investito il Csm, ha sentito il bisogno di rappresentare la sua preoccupazione al Capo dello Stato con cui si è confrontato in un colloquio cordiale durato circa 30 minuti.

Il ministro Bonafede ha inoltre parlato dell'importanza di una reazione, di un piano di riforme, su cui le istituzioni siano compatte.

A Palermo passa linea Anm nazionale
Intanto, dopo una lunga e sofferta assemblea la Giunta distrettuale dell'Anm di Palermo ha approvato con 49 voti un documento che appoggia la linea scelta dal comitato direttivo dell'Associazione nazionale magistrati che, ieri, aveva invitato alle dimissioni i quattro consiglieri del Csm finiti nella bufera per quanto emerso dall'indagine sui rapporti tra toghe e politici per le nomine dei vertici di alcuni uffici giudiziari. In 28 hanno invece votato un documento più soft in cui si invitano i colleghi coinvolti all'autoresponsabilità.

Il documento di minoranza è stato sostenuto prevalentemente dagli esponenti di Magistratura indipendente e da alcuni magistrati di Unicost. Alle due correnti appartengono le toghe coinvolte nella vicenda: Gianluigi Morlini, Paolo Criscuoli, che è palermitano, Corrado Cartoni e Antonio Lepre, tutti autosospesi da Csm nei giorni scorsi. Si è già dimesso, invece, Luigi Spina, indagato per favoreggiamento a Perugia per aver rivelato al leader di Unicost Luca Palamara, anche lui sotto inchiesta, notizie su indagini a suo carico.

Nella mozione di minoranza si sollecitavano "all'autoresponsabilità" i colleghi che sanno di essere implicati nella vicenda. Durante l'accesa discussione i magistrati si sono divisi sulla linea da seguire anche con toni molto accesi. La minoranza era per attendere gli esiti degli accertamenti in corso prima di sollecitare le dimissioni dei colleghi.

Palermo affronta il caso delle trattative per l'assegnazione degli incarichi di vertice in magistratura tra la politica e le correnti dopo che altri uffici giudiziari si sono pronunciati: Milano, all'unanimità, per primo, con una affollatissima assemblea che ha votato per la linea dura. Poi con diverse maggioranze, ma sempre sostenendo la necessità che i quattro consiglieri si dimettano, anche Torino e Napoli. 

Anm Roma: si dimettano consiglieri coinvolti
L'Anm del distretto di Roma "si riconosce in pieno" con quanto deciso ieri dall'Anm nazionale "condividendo le richieste avanzate, a partire dalle dimissioni dei consiglieri coinvolti" nella vicenda sulle nomine in alcune procure, compresa quella di Roma. Una vicenda che si intreccia con una indagine penale a Perugia che vede indagati alcuni pm della Capitale. È quanto deliberato questa sera, al termine dell'assemblea, dall'Associazione nazionale magistrati della Capitale.

Nel documento finale i magistrati che operano nel distretto chiedono "al Consiglio superiore della Magistratura di ripristinare le indispensabili condizioni di trasparenza e correttezza nella decisione delle pratiche relative alle nomine dei dirigenti degli Uffici giudiziari da definire secondo un rigoroso ordine cronologico". L'Anm di Roma, infine, "rivendica con orgoglio i risultati raggiunti negli ultimi anni dagli uffici giudiziari del distretto grazie al quotidiano impegno, alla dedizione, alla professionalità e alla schiena dritta dei magistrati e rassicurano i cittadini che questo impegno proseguirà immutato e rinnovato per il futuro".