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ITALIA

Camorra

Morto d'infarto il pentito Carmine Schiavone. Parlò dei veleni della Terra dei Fuochi

Il leader dei Casalesi è deceduto nella sua casa nel Viterbese per un infarto. Nel 2013 le sue parole sul sotterramento dei rifiuti tossici fecero scalpore 

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E' morto nella sua abitazione nel Viterbese Carmine Schiavone, ex boss dei Casalesi, a lungo collaboratore di giustizia. La causa del decesso sarebbe un infarto. Da alcuni anni era uscito dal programma di protezione per i pentiti. Fecero scalpore le sue dichiarazioni sul traffico e l'interramento dei rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi.
Il nome di Schiavone era tornato prepotentemente di attualità nel novembre del 2013 quando, a seguito della desecretazione degli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, era diventata di dominio pubblico la sua audizione dell’ottobre del 1996 in cui parlava del sotterramento di materiale tossico e rifiuti pericolosi. 

Le rivelazioni sulla Terra dei Fuochi
Queste dichiarazioni, rese di fronte alla Commissione presieduta da Massimo Scalia, secondo alcuni analisti, avrebbero anticipato di anni le ricostruzioni sul "trattamento" dei rifiuti industriali delle grandi aziende del Nord del Paese e sarebbero state sottovalutate sia dalla magistratura, sia dalla politica che avrebbe "colpevolmente ignorato" la gravità delle rivelazioni del pentito.

Il processo Spartacus
Schiavone aveva iniziato a collaborare con la giustizia nel 1993. Le sue deposizioni furono determinanti per il maxiblitz che portò a 136 arresti di affiliati al clan, operazione da cui derivò il processo "Spartacus". Anche qui le dichiarazioni di Schiavone furono al centro delle accuse. Al termine del processo furono condannati il cugino Francesco Schiavone, detto Sandokan, Michele Zagaria e Francesco Bidognetti, ritenuti la cupola del clan. Con loro furono condannate altre trenta persone. Finito il programma di protezione, Schiavone si era trasferito con la moglie e i figli nella Tuscia, in una casa nei paraggi del lago di Vico, dove è morto. Il suo nome tornò alla ribalta una prima volta nel 2008, quando voci raccolte dalle forze dell'ordine lo davano come possibile organizzatore di un attentato contro Roberto Saviano. Ma sulla circostanza non emersero riscontri concreti. Negli ultimi anni aveva concesso numerose interviste ai media sul traffico illecito di rifiuti nella Terra dei Fuochi.