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ITALIA

Svolta nell'inchiesta

Caso Cucchi, altri quattro carabinieri indagati: sono accusati di falsa testimonianza e lesioni

Si tratta dei militari che parteciparono alla perquisizione in casa Cucchi ed al trasferimento di Stefano nella caserma Appia

 

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Altri quattro carabinieri sono indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano
Cucchi, avvenuta nell'ottobre 2009 in ospedale, una settimana dopo il suo arresto per droga. Le nuove iscrizioni riguardano: Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro, Francesco Tedesco, per i quali si ipotizza il reato di lesioni aggravate: parteciparono alle perquisizioni in casa Cucchi ed al trasferimento del giovane in caserma. Vincenzo Nicolardi, il quarto carabiniere indagato, è invece accusato di falsa testimonianza.

La fiducia di Ilaria Cucchi
"In Procura sanno chi sono i responsabili della morte di mio fratello", ha dichiarato alla stampa, ribadendo la sua fiducia nelle indagini della magistratura: "Ho piena fiducia nel procuratore Pignatone e nel pm Musaro".

Il legale: "Anche loro responsabili della morte di Stefano"
"Loro ma non solo sono i veri responsabili della morte di Stefano", ha dichiarato il legale, Fabio Anselmo, commentando la notizia dei nuovi indagati, "ma lo ribadiamo con forza e lo stiamo provando: senza quel o quei pestaggi Stefano sarebbe ancora vivo".

La vicenda
Stefano Cucchi morì nell'ottobre 2009 in ospedale, una settimana dopo il suo arresto per spaccio di droga. Una settimana prima era stato fermato dai carabinieri dopo essere stato visto cedere a un uomo delle confezioni trasparenti in cambio di una banconota. Immediatamente dopo Cucchi viene portato in caserma e perquisito: i carabinieri trovano dosi di cocaina ed hashish. Il giorno dopo il processo per direttissima. Il giovane sostiene a più riprese di essere stato picchiato, ma nonostante le precarie condizioni di salute, viene tenuto in custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli. Poi la morte, il 22 Ottobre all'ospedale Sandro Pertini di Roma.

I processi
Il primo grado di giudizio si conclude il 5 giugno 2013: la III Corte d'Assise condanna quattro medici dell'ospedale Sandro Pertini a un anno e quattro mesi ed il primario a due anni di reclusione per omicidio colposo. Condannato inoltre un medico a 8 mesi per falso ideologico, mentre assolve sei tra infermieri e guardie penitenziarie. Il 31 ottobre 2014, il ribaltamento della sentenza in corte d'assise di appello di Roma: tutti gli imputati vengono assolti. La Procura generale ed i familiari del ragazzo depositano un ricorso contro la decisione dei giudici, e la procura di Roma avvia un'inchiesta bis: dalle indagini emergono incongruenze nelle dichiarazioni fatte dell'ex vicecomandante della caserma di Tor Sapienza, Roberto Mandolini, con i fatti accertati dal processo di appello. Mandolini viene iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di falsa testimonianza. Il 15 dicembre 2015, la decisione finale della Corte di Cassazione.