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MONDO

La tragedia del Mottarone

Il caso di Eitan, i legali della zia: Aya in Israele per riportarlo in Italia

Lo ha detto Or Nirko, zio  paterno del piccolo, in un messaggio inviato ai giornalisti che sono davanti alla sua abitazione a Travacò Siccomario, in provincia di Pavia

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 "Vi confermo che mia moglie Aya è già in Israele": è quanto ha detto Or Nirko, zio paterno di Eitan, unico sopravvissuto nella strage del Mottarone, in un messaggio inviato ai giornalisti davanti alla sua abitazione a Travacò Siccomario, in provincia di Pavia. 

Media, udienza anticipata al 23 settembre
L'udienza al Tribunale della famiglia di Tel Aviv sul caso di Eitan è stata anticipata, dal 29 settembre, a giovedì prossimo 23 settembre. Lo riportano i media. Secondo radio Kan, la signora Biran - da oggi in Israele - si è rivolta al Procuratore generale Avichai Mandelblit chiedendo di "riavere Eitan al più presto sulla base della Convezione dell'Aja".  Aya Biran, la zia del piccolo, sarà presente all'udienza del prossimo 23 settembre per decidere sul rientro del bambino in Italia. Lo dicono all'Adnkronos fonti legali, secondo cui Aya Biran, arrivata in Israele da Pavia, potrà chiedere al ministero della Sanità un'esenzione dalla quarantena per il Covid, così come previsto dalla normativa dello Stato ebraico.

Portavoce zia Aya in Israele: obiettivo è rientro Eitan
"Obiettivo" della signora Biran-Birko è "di riportare Eitan a casa sua in modo pacifico e senza ritardi". Lo ha detto in Israele il portavoce Eytan Har-Or confermando l'arrivo della affidataria della tutela del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. La signora - ha aggiunto - è "accompagnata da funzionari diplomatici". . L'arrivo in Israele - ha spiegato il portavoce - è "avvenuto a seguito del rapimento illegale di Eitan sul quale in Italia è stata avviata una indagine penale "con il sospetto" di "circostanze aggravate". La signora Biran-Birko - ha proseguito il portavoce dopo aver ricordato che in Israele "è in corso una indagine penale nei confronti dei rapitori" - è "turbata dalle informazioni circa lo stato psicologico e mentale di Eitan e di quanto viene compiuto dai suoi rapitori nel lungo periodo che è nelle loro mani".

"La casa di Eitan - ha spiegato - è in Italia". Eitan deve rientrare"senza ritardi affinché possa  proseguire i suoi studi in prima elementare che aveva iniziato una settimana prima del rapimento e che aspettava con ansia e a cui si era preparato molto. E che possa proseguire le cure di riabilitazione e di sostegno mentale in corso, interrotte a causa del rapimento". "I suoi zii, i nonni in Israele e le cugine, per Eitan sorelle, i suoi compagni di studio, l'equipe medica e la Comunità ebraica aspettano il ritorno del piccolo Eitan - ha proseguito il portavoce - alla routine e alla stabilità, così importanti dopo il disastro".

"La famiglia Biran - ha concluso il portavoce - chiede a tutti media di non pubblicare le immagini del minore a viso scoperto e che sia rispettata la sua privacy".

Ci sarebbe un terzo indagato per il rapimento
Ci sarebbe una terza persona indagata per sequestro di persona aggravata per il rapimento del piccolo Eitan: oltre al nonno e alla nonna, ora anche un 56enne israeliano che era alla guida dell'auto su cui viaggiavano Shmuel Peleg e il bambino per raggiungere la Svizzera. Lo scrivono oggi Il Corriere della Sera e La Provincia Pavese.   

Nonno, nipote e autista erano stati fermati per un controllo e poi identificati dalla polizia svizzera, nei pressi dell'aeroporto di Lugano, dove Peleg ed Eitan - unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone - sono saliti su un volo privato con destinazione Israele, dove si trovano attualmente. Secondo Il Corriere il terzo indagato potrebbe essere la stessa persona che il giorno prima aveva affittato l'auto, una Golf blu, a Malpensa.