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ITALIA

Caso Morisi, Salvini: "Fatto tutto per attaccare me, è guardonismo"

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Vanno avanti le indagini sul caso di Luca Morisi, l'ex comunicatore ed esperto dei social di Matteo Salvini, che è indagato dalla Procura di Verona per cessione di stupefacente. Da quanto si apprende, la procuratrice di Verona, Angela Barbaglio, è in attesa dei risultati delle analisi tossicologiche sulla droga trovata ai giovani rumeni che la notte del 14 agosto avrebbero partecipato ad una serata nella casa di Morisi. Droga che i ragazzi dicono di aver ricevuto da Morisi. In particolare, i tre giovani avevano una boccetta che a loro dire conteneva Ghb. Cruciale è capire se davvero si trattasse di 'droga dello stupro' o di qualche altra sostanza. Le risposte potrebbero arrivare già nei prossimi giorni.

Salvini: "Prendetevela con me"
"E' indegno quello che una parte di giornalismo e di politica sta mostrando in questi giorni. E' stato tutto fatto per attaccare me politicamente, ma non sopporto quelli che per attaccare me se la prendono con i miei collaboratori. Sono conigli, prendetevela con me".

Così il segretario leghista Matteo Salvini, parlando del caso Morisi a 'Rinascitaitalia': "Alla fine non ci sarà reato, per 4-5 giorni, Luca sarà stato sputtanato - sostiene -. Per qualcuno avrebbe la colpa di essere gay. Cinque giorni di mer.. a reti unificate. Io mi vergogno di essere giornalista iscritto all'ordine".

"Questa cosa si risolverà in nulla. Ma chi restituirà la dignità a Luca?", si chiede il segretario leghista. "Se pensano di intimorirmi, di intimidirmi e deprimermi hanno sbagliato: io sono un testone, verrà restituita la dignità a queste persone, come a Siri".

La telefonata al 112
"Ci hanno fatto un furto, ci hanno fatto un furto". Il 14 agosto scorso è questo il primo input che arriva ai carabinieri che poco dopo arriveranno a casa di Luca Morisi nella cascina di Belfiore nelle campagne del Veronese, trovando oltre all'ex spin doctor della Lega due ragazzi romeni, due grammi di cocaina e una boccetta di liquido che a detta di uno dei due era ghb, la droga dello stupro.

A dare l'indicazione ai militari è proprio uno dei due giovani, quello che ha già raccontato ai media la sue versione dei fatti. Il ventenne ha affermato di esser stato contattato dall'altro amico per passare una serata con Morisi, dietro un compenso complessivo tra i 3 e i 4 mila euro. La serata era cominciata senza problemi ma "ad un certo punto - ha detto - mi sono sentito molto male a causa delle sostanze assunte, sono scappato dall'abitazione e ho chiamato i carabinieri".

Due sono le telefonate fatte al 112 dalle quali emerge però che il giovane non dice di sentirsi male, ma di aver subìto un furto. Probabilmente perché, è lui stesso a raccontarlo, Morisi non avrebbe pagato il compenso pattuito: "Il patto è che voleva usare droga perché voleva divertirsi, per queste cose si paga", ma quei soldi non sono mai arrivati perché "la carta era bloccata o qualcosa del genere, c'era qualcosa che non andava".

Il dato di fatto è che quando i carabinieri arrivano - nessun controllo di routine, dunque - trovano in strada i due ragazzi e l'ex social manager leghista. Quando perquisiscono l'auto, trovano la boccetta con la presunta droga nello zaino del ventenne. "Viene dalla casa di Morisi, quella roba è sua, ma non so chi l'ha messa nel mio zaino, uno dei due che era con me direi" dice il romeno. Ma la difesa dell'ex social manager della Lega ha smentito più volte: "quel flacone non era suo".

Poi in casa trovano i due grammi di cocaina. A quel punto scatta per entrambi la denuncia per sospetta cessione e detenzione di sostanze stupefacenti. Nessun reato viene invece ipotizzato nei confronti dell'altro ragazzo, quello che Morisi aveva contattato su una chat di incontri. "A quel povero ragazzo avete rovinato la vita" dice questi riferendosi all'amico e poi tronca ogni discorso su quella notte: "Lasciatemi stare, mi state rovinando e creando problemi con la mia famiglia".

Il guardonismo
Matteo Salvini continua invece la difesa a spada tratta del suo ex braccio destro. Così definisce l'intera vicenda "un'operazione di guardonismo imbarazzante", ripete che qualcuno "fa politica dal buco della serratura" e sostiene di vedere "tanta omofobia a sinistra, visto che ho scoperto che un leghista non può essere omosessuale". I processi, aggiunge, "si fanno in tribunale non sui giornali. Qualcuno, da una settimana massacra o prova a disturbare Salvini e la Lega in campagna elettorale su vicende di vita privata, ma io sono assolutamente sereno e convinto che la Lega avrà un grandissimo risultato".