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MONDO

Caso Regeni, l'Ue: "Seguiamo da vicino, siamo dalla parte della famiglia e della verità"

Portavoce europeo: finora non risultano contatti tra l'Alto commissario Borrell e il ministro Di Maio. Il titolare della Farnesina aveva sollecitato i 27 Paesi membri ad "esprimersi chiaramente" sui diritti umani

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"L'Unione europea continua a seguire da vicino il caso di Giulio Regeni, abbiamo sollevato il caso nei nostri colloqui bilaterali e chiesto alle autorità egiziane di collaborare pienamente con quelle italiane per far luce le circostanze della morte".  Così una portavoce della Commissione europea precisando che il caso Regeni è "importante per l'intera Ue e non solamente per l'Italia" e che Bruxelles "continuerà a seguire da vicino il caso e resterà in contatto con le autorità italiane. L'Ue sta dalla parte della famiglia Regeni per la ricerca della verità". 

"Finora - ha aggiunto la portavoce - non sono al corrente di alcuna discussione fra l'Alto rappresentante Ue" Josep Borrell "ed il ministro degli Esteri italiano" sul caso. Di Maio ha chiesto che tutti i 27 si esprimano "chiaramente" sul fronte dei diritti umani. 

L'iniziativa di Di Maio su Facebook
Sui diritti umani "nessuno si deve tirare indietro" e "l'atroce uccisione di Giulio Regeni riguarda i diritti umani". Per questo l'Italia chiederà "a tutti i Paesi membri dell'Ue" di prendere una posizione chiara, con "azioni mirate" sulla vicenda del ricercatore barbaramente ucciso in Egitto ormai quasi 5 anni fa.

L'annuncio in diretta Facebook del ministro degli Esteri Luigi Di Maio era arrivato mercoledì al termine di un vertice a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e la titolare dell'Interno Luciana Lamorgese.

Una riunione durata diverse ore per fare il punto sulla situazione e "attivare la Farnesina" sulle mosse diplomatiche da intraprendere "in tempi brevi" e coinvolgere l'Unione europea, sollecitando i 27 Paesi a fare pressione - politica ed economica - nei confronti dell'Egitto.

L'Italia intende continuare a chiedere risposte dal Cairo, anche rispetto al silenzio che ha costretto la procura di Roma a notificare le conclusioni della sua inchiesta con il 'rito degli irreperibili'. "La verità sarà naturalmente accertata dal processo - aveva detto Di Maio - ma allo stesso tempo richiede collaborazione da entrambe le parti", una collaborazione "che passa anche per le elezioni di domicilio dei quattro funzionari indagati nel processo e che sono accusati dalla magistratura italiana di essere coloro che hanno determinato la morte di Giulio Regeni" in circostanze "agghiaccianti".