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ITALIA

Rosa: pesa l'incertezza politica

Censis. Fisco e giustizia lenta: ecco perchè l'Italia è meno amata dagli investitori esteri

Le recenti manovre del Governo nel campo del mercato del lavoro e della pubblica amministrazione non sono considerate determinanti per investire nel nostro Paese. I Paesi 'più appetibili': Cina e Germania, seguiti da Stati Uniti e India

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L'Italia perde attrattività per gli investitori esteri. La colpa è del carico fiscale, dei tempi della giustizia civile e della burocrazia. Ma la Brexit avrà un effetto positivo sull'economia del Belpaese e sulla sua capacità di attrarre investimenti, e sono forti le aspettative su Industria 4.0. E' la fotografia scattata dall'Aibe Index, l'indice che misura l'attrattività del sistema-Italia,realizzato dal Censis con l'Associazione italiana delle banche estere.

L'Aibe Index - ricavato dalle considerazioni di un panel di top manager di imprese multinazionali, banche e istituzioni finanziarie estere presenti in Italia e da corrispondenti di testate giornalistiche straniere - passa infatti da un valore di 47,8 registrato nel 2016 all'attuale 40,3, lungo una scala che va da 0 a 100. Le recenti manovre del Governo nel campo del mercato del lavoro e della pubblica amministrazione non sono considerate determinanti per l'attrattività degli investimenti esteri.

Programma 4.0
Dal programma Industria 4.0 avviato ci si aspetta invece un contributo molto o abbastanza importante (60% dei rispondenti). Instabilità politica e instabilità economica sono gli impatti collegati all'esito del referendum costituzionale dello scorso dicembre secondo il 72% del panel. Si prevede al contrario un effetto positivo della Brexit sull'economia italiana e sulla sua capacita' di attrarre investimenti (56%), mentre l'elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti avrà conseguenze negative secondo la maggioranza (52%).

In una scala da 1 a 10 (dove con 10 si intende il livello maggiore di attrattività), con un punteggio di 7,3 Cina e Germania si collocano in cima alla graduatoria di attrattività, seguiti da Stati Uniti (7,0) e India (6,5). Nella parte centrale della classifica si posizionano Gran Bretagna (6,0), Francia (5,9) e Spagna (5,7), mentre la parte bassa è occupata da Brasile (5,1) e Russia (4,8). L'Italia occupa l'ultima posizione con un valore pari a 4,5. Tra i principali fattori che un investitore estero prende in considerazione nella scelta del Paese di destinazione delle risorse si colloca al primo posto la stabilità politica: viene indicata nel 47,8% delle risposte del panel e come primo fattore nel 30,4% dei casi. Il carico fiscale (43,5%), i tempi delle giustizia civile (39,1%) e il carico normativo e burocratico (34,8%) si contendono le posizioni successive.

L'Italia perde attrattività per gli investitori esteri
La colpa è del carico fiscale, dei tempi della giustizia civile e della burocrazia. Ma la Brexit avrà un effetto positivo sull'economia del Belpaese e sulla sua capacità di attrarre investimenti, e sono forti le aspettative su Industria 4.0. E' la fotografia scattata dall'Aibe Index, l'indice che misura l'attrattività del sistema-Italia,realizzato dal Censis con l'Associazione italiana delle banche estere. L'Aibe Index - ricavato dalle considerazioni di un panel di top manager di imprese multinazionali, banche e istituzioni finanziarie estere presenti in Italia e da corrispondenti di testate giornalistiche straniere - passa infatti da un valore di 47,8 registrato nel 2016 all'attuale 40,3, lungo una scala che va da 0 a 100.

Le manovre del governo nel campo del lavoro
Le recenti manovre del Governo nel campo del mercato del lavoro e della pubblica amministrazione non sono considerate determinanti per l'attrattività degli investimenti esteri. Dal programma Industria 4.0 avviato ci si aspetta invece un contributo molto o abbastanza importante (60% dei rispondenti). Instabilità politica e instabilità economica sono gli impatti collegati all'esito del referendum costituzionale dello scorso dicembre secondo il 72% del panel. Si prevede al contrario un effetto positivo della Brexit sull'economia italiana e sulla sua capacità di attrarre investimenti (56%), mentre l'elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti avrà conseguenze negative secondo la maggioranza (52%).

I Paesi con il maggior livello di attratività
In una scala da 1 a 10 (dove con 10 si intende il livello maggiore di attrattività), con un punteggio di 7,3 Cina e Germania si collocano in cima alla graduatoria di attrattività, seguiti da Stati Uniti (7,0) e India (6,5). Nella parte centrale della classifica si posizionano Gran Bretagna (6,0), Francia (5,9) e Spagna (5,7), mentre la parte bassa è occupata da Brasile (5,1) e Russia (4,8). L'Italia occupa l'ultima posizione con un valore pari a 4,5. Tra i principali fattori che un investitore estero prende in considerazione nella scelta del Paese di destinazione delle risorse si colloca al primo posto la stabilità politica: viene indicata nel 47,8% delle risposte del panel e come primo fattore nel 30,4% dei casi. Il carico fiscale (43,5%), i tempi delle giustizia civile (39,1%) e il carico normativo e burocratico (34,8%) si contendono le posizioni successive.

Meno rilevanti gli aspetti relativi alla solidità del sistema bancario, la chiarezza del quadro normativo (8,7%), la qualità delle risorse umane (4,3%) e i costi dell'energia (0%). L'Italia viene considerata attrattiva in primo luogo per la qualità delle sue risorse umane (nel 92% dei giudizi viene attribuito un punteggio tra 7 e 10). Costo del lavoro (36%), infrastrutture e logistica (32%) sono gli altri aspetti considerati positivi. In sintesi, nella percezione esterna dell'Italia ottengono un maggiore apprezzamento aspetti strutturali del Paese come risorse umane, infrastrutture, sistema bancario e flessibilità del mercato del lavoro. Mentre restano respingenti nell'ottica degli investitori gli aspetti che chiamano in causa la pubblica amministrazione.

Intervenire su fisco-burocrazia-giustizia civile
Le priorità su cui si dovrebbe concentrare l'iniziativa politica per migliorare il "quadro di convenienza" dell'Italia riguardano la terna fisco-burocrazia-giustizia civile. Ma la strategia di attrattività per il sistema-Paese viene giudicata al momento inefficiente (opinione del 48% del panel, cui si aggiunge un altro 40% che nega che ci sia oggi una vera strategia di rilancio). Dovendo incrementare il grado di attrattività del Paese, la via delle riforme su larga scala diventa oggi obbligata (secondo il 72%), perchè l'Italia dispone in ogni caso di asset importanti su cui far leva per migliorare il grado di attrattività. Sul piano produttivo, i settori giudicati di maggiore interesse sono moda e lusso (91,3%), filiera dell'agroalimentare (60,9%), meccanica (60,9%),turismo (30,4%) e farmaceutica (21,7%).

Rosa: pesa l'incetezza politica 
"L'analisi condotta conferma la sensazione percepita di un raffreddamento delle aspettative nei confronti del sistema-Italia", ha osservato Guido Rosa, presidente di Aibe. "Una caduta di attese dopo l'esito del referendum costituzionale e nell'incerta prospettiva di recuperare una stabile e duratura governabilità che consenta di completare importanti riforme determinanti per una ripresa più robusta. La riforma della Pubblica Amministrazione, la semplificazione e certezza di una più efficace politica fiscale, la riforma della giustizia civile, ritornano al centro delle preoccupazioni degli investitori esteri", ha aggiunto Rosa, "l'arretramento dell'indice di attrattività ha colto, oggettivamente, gli effetti, anche sul piano economico, di quegli stop and go cui la politica ha abituato da tempo sia l'opinione pubblica italiana, sia quella che ci vede da una prospettiva esterna al Paese".