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TECH

In Corea del Sud

Il fondatore di Uber incriminato come 'tassista abusivo'

Per i magistrati sudcoreani, Travis Kalanick, il Ceo della startup californiana, è responsabile di esercizio abusivo della professione. Anche a Taiwan multe per attività illegale
 

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Travis Kalanick, fondatore e ceo di Uber, è stato incriminato in Corea del
Sud per esercizio abusivo della professione di tassista. Rischia fino a due anni di prigione e una multa di 20 milioni di won, equivalente a 15 mila euro.
 
Secondo la procura di Seul, il servizio di noleggio auto con conducente via app è illegale. Per i magistrati sudcoreani, Travis e il partner coreano della società (anch’esso incriminato) hanno violato la normativa locale che impedisce ai noleggiatori di auto di effettuare un servizio di trasporto passeggeri.
   
A denunciare Uber era stata l'amministrazione di Seul, secondo la quale la startup californiana non garantisce la sicurezza dei passeggeri e fa concorrenza sleale ai tassisti muniti di licenze.
   
Multe a Taiwan, problemi in Europa
Uber è stata multata anche a Taiwan per attività illegale. In questo caso perché si è registrata a Taipei come società senza specificare la natura di trasporto pubblico del servizo offerto. Le multe applicate a Uber sono 30, per un valore di 2,55 milioni di dollari di Taiwan, pari a circa 66.500 euro. Le autorità hanno anche multato 33 autisti di Uber.
 
Il servizio di noleggio con conducente, nato come startup in California nel 2009 e presente in oltre 250 città e 53 Paesi, incontra da sempre ostacoli burocratici e contestazioni. In Thailandia il servizio è considerato illegale mentre anche in Europa si registrano problemi: un giudice in Spagna ha di recente vietato il servizio, ritenendo che si tratti di concorrenza sleale. Altri ostacoli al servizio si sono registrati in Germania e in Francia. In India, a Nuova Delhi, c’è stata  la denuncia per violenza sessuale a un autista dell’azienda.