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ITALIA

Ucciso a Torre Annunziata, fermate quattro persone

La figlia: "Mio padre non è morto per una lite, è stato un agguato in piena regola. Lui voleva solo difendere me"

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Quattro persone sono state fermate nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Maurizio Cerrato, avvenuto lo scorso lunedì 19 a Torre Annunziata, nel Napoletano. I carabinieri del Comando provinciale di Napoli hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla procura della Repubblica oplontina, nei confronti di indagati ritenuti responsabili di omicidio. I quattro sono stati rinchiusi nel carcere di Poggioreale a Napoli. Cerrato, incensurato 61enne custode del Parco archeologico di Pompei, era stato prima aggredito con un compressore portatile e poi accoltellato per una lite nata, con molta probabilità, a causa di un parcheggio
Cerrato era stato aggredito e ucciso davanti alla figlia lunedì sera in un parcheggio a Torre Annunziata, probabilmente al culmine di una lite per un posto auto. L'uomo era stato massacrato di botte con un compressore, ma fatale è stata una coltellata al torace. "Ci tengo a precisare che non è corretto dire che mio padre è morto in una lite, a mio padre è stato fatto un agguato in piena regola, solo per difendere me, che ero la luce dei suoi occhi", aveva scritto su Facebook la figlia, Maria Adriana, aggiungendo che "mio padre è stato pugnalato e con questa gente non aveva mai avuto a che fare".

 "L'omertà ci sarà sempre, ma le cose possono cambiare anche perché le persone per bene non sanno nemmeno cosa sia l'omertà. Noi non giudichiamo nessuno: nemmeno Maurizio l'avrebbe fatto e noi non lo faremo mai". Tania Sorrentino si presenta all'esterno della Procura di Torre Annunziata (Napoli) insieme alla figlia Maria Adriana Cerrato. Sono la moglie e la figlia maggiore (20 anni) di Maurizio Cerrato, l'uomo ucciso in via IV Novembre per avere difeso la ragazza, colpevole solo di avere parcheggiato la propria auto in un posto precedentemente occupato con delle sedie. Per questo motivo nella notte i carabinieri hanno fermato quattro persone. A chi chiede loro degli aggressori rispondono: "Non sentiamo di dire a loro niente, non meritano le nostre parole, sono solov igliacchi. Mio marito - dice la consorte di Cerrato – non l'avrebbero mai ammazzato se non fosse stato da solo. Ci volevano quattro di loro, ci volevano le armi".  Sono abbracciate mamma e figlia. Le prime dichiarazioni sono per gli inquirenti: "Sentiamo di dire grazie a chi ci sta vicino e alle forze dell'ordine che hanno lavorato giorno e notte. Abbiamo trovato persone umane, ma non abbiamo mai dubitato di questo, sin dal primo momento".   "Lui non ha avuto paura - aggiunge Maria Adriana riferita al marito - e non ce l'ho nemmeno io. Non avrò mai paura. A chi ha paura chiedo di reagire, di non temere, di parlare".  "Al posto di mio marito - prosegue Tania Sorrentino - o di mia figlia, ci potevano essere loro. Tutti sono in tempo per poter cambiare, per capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Torre Annunziata deve cambiare perché così non possiamo andare avanti".