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SCIENZA

Automobili, aria e salute

Che cosa esce dal tubo di scarico?

La combustione dei carburanti che alimentano i motori di tutti i veicoli circolanti comporta l'emissione di gas di scarico, che finiscono nell'aria che respiriamo. Vediamo come è composta la miscela che esce dalle nostre marmitte

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di Stefano Lamorgese
La più immediata conseguenza dell'avvio del motore di ogni automobile (o motocicletta, o camion) è la combustione del carburante con il quale, spesso a caro prezzo, abbiamo riempito il serbatoio. Tale processo provoca l'emissione di una serie di gas che vengono espulsi dal motore e immessi in atmosfera.

Lo scandalo VolksWagen, il colosso tedesco dell'auto che ha truccato i propri veicoli perché non si scoprissero per intero le loro emissioni nocive, getta una luce inquietante sull'intero mito del trasporto libero e indipendente - individuale - simboleggiato dall'automobile, vero e proprio "mito d'oggi", duro a tramontare. Ma che cosa esce dai tubi di scarico delle nostre automobili? E quanto è nociva la miscela che si riversa nell'aria che respiriamo tutti? È giunto il momento di provare a riepilogare.

Tutti i motori, lo si è detto, emettono una miscela di sostanze. Si tratta di principalmente di azoto, acqua e anidride carbonica. Ma c'è una piccola percentuale, che oscilla tra l'1 e l'1,5%, composta da sostanze nocive per l'ambiente e, quindi, per l'uomo.

La miscela velenosa
Si tratta di monossido di Carbonio (CO), idrocarburi non combusti (HC), Ossidi di azoto (NOx), Ossidi di Zolfo (SOx) e di Particolato carbonioso (PMx). Proviamo a guardarle da vicino, una per volta.

Il monossido di Carbonio
Incolore, inodore, insapore, il CO è tossico e molto insidioso se inspirato. Poiché si lega saldamente allo ione del ferro nell'emoglobina del sangue impedisce l'arrivo dell'ossigeno nei tessuti. Già alla concentrazione dell'1,28 % provoca uno stato di incoscienza (il cervello riceve via via meno ossigeno) e, quindi, può portare alla morte per asfissia. Notevole, infine, il fenomeno legato al peso del CO, che è maggiore dell'aria; esso infatti tende a stratificarsi al suolo mettendo maggiormente a rischio le vie respiratorie dei più piccoli (umani o animali che siano).

Idrocarburi incombusti (HC)
Gli idrocarburi incombusti sono composti chimici costituiti da carbonio (C) e idrogeno (H). Sono presenti nel petrolio, nel gas metano e nel carbone, in grandi quantità . Hanno - questo il loro "segreto" - la funzione di veri e propri "contenitori di energia", quella che si sprigiona quando i combustibili vengono bruciati. Il problema più grave sta nel fatto che alcuni composti a base di idrocarburi sono cancerogeni.

Gli idrocarburi incombusti dalla tossicità più elevata appartengono in maggioranza alla famiglia degli "aromatici", come il benzene. Si tratta di una sostanza che viene assorbita nel sangue attraverso la respirazione e che, come confermano studi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha elevate proprietà cancerogene e favorisce l'insorgere di malattie ematologiche gravi, come la leucemia. Anche altri tipi di "aromatici", i policiclici o IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), hanno proprietà cancerogene. Tra questi il più tossico, dannoso anche a concentrazioni modeste, risulta il benzopirene, peraltro presente anche nel fumo delle sigarette.

Ossidi di azoto (NOx)
Sono molecole composte da Azoto (N) e Ossigeno (O). Sono considerati sostanze inquinanti dell'atmosfera e la loro emissione produce nell’uomo affezioni dell’apparato respiratorio aggravando significativamente le condizioni delle persone affette da asma. L’esposizione, anche per soli per 15 minuti, a concentrazioni di NOx maggiori di 5 ppm determina tosse persistente e irritazione delle mucose delle vie aeree.

Ossidi di zolfo (SOx)
Il biossido (SO2) e il triossido di zolfo (SO3) sono i principali inquinanti atmosferici a base di zolfo. La principale fonte di inquinamento è costituita dalla combustione di combustibili fossili (carbone e derivati del petrolio) nei quali lo zolfo è presente come impurità. Il biossido di zolfo irrita le vie respiratorie; un’esposizione prolungata a concentrazioni anche minime può comportare faringiti, affaticamento e disturbi a carico dell'apparato sensoriale.

Aggravante. È inoltre accertata una sinergia dannosa in caso di esposizione combinata con il particolato. Oltre a produrre gas Ozono, tale combinazione è in grado di trasportare il biossido di zolfo nelle parti più profonde del polmone, aumentando di conseguenza il danno anche in presenza di concentrazioni più ridotte di anidride solforosa.

Particolato (pm)
Con i termini: "particolato", "polveri sottili", "polveri totali sospese (PTS)", si indica l'insieme di particelle solide e liquide generate nel processo di combustione e portate in sospensione nell'aria dai gas di scarico. Diverso il livello di pericolosità per la salute umana, che dipende dal diametro medio delle particelle. Tre le classi pricipali:
1) diametro > 10μm: le particelle vengono filtrate dall’apparato respiratorio;
2) diametro 0,5μm-10μm: particelle con velocità di sedimentazione tale da favorire la loro deposizione sulle pareti degli alveoli polmonari;
3) diametro < 0.5μm: particelle che possono diffondere attraverso le pareti alveolari ed essere rimosse dai polmoni.

Le particelle più pericolose per la salute umana sono quelle comprese fra 0.5 e 10 μm di diametro (corrispondenti alla cosiddetta frazione respirabile del PM10), che determinano patologie acute e croniche a carico dell'apparato respiratorio (asma, bronchiti, allergia, tumori) e cardio-circolatorio (aggravamento dei sintomi cardiaci nei soggetti predisposti).