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ITALIA

Caso Scajola, arrestata a Nizza Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena

La donna è stata presa in consegna dalla polizia francese, presente l'ufficiale di collegamento italiano e funzionari della Dia.

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Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, l'ex deputato di Fi latitante a Dubai, è stata arrestata all'aeroporto di Nizza.

La donna è stata presa in consegna dalla polizia francese, presente l'ufficiale di collegamento italiano e funzionari della Dia.

La Rizzo era ricercata in esecuzione del mandato di arresto europeo emesso dal gip del tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia ed è stata fermata all'arrivo da Dubai
(Emirati Arabi). Coinvolta nell'indagine 'Breakfast' della Dia di Reggio Calabria, è accusata intestazione fittizia di beni, per aver occultato la titolarità di diverse società
riconducibili al marito di cui ha anche favorito la latitanza dopo la condanna a 5 anni. 

Chiara Rizzo, secondo l'accusa, era in costante contatto con l'ex ministro al fine di sollecitarne l'intervento, per favorire il trasferimento del marito dagli Emirati Arabi Uniti al Libano. Obiettivo: evitarne un' eventuale estradizione in Italia.

Amedeo Matacena, condannato a cinque anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, sarebbe fuggito a Dubai con l'aiuto dell'ex ministro Claudio Scajola, che stava predisponendo per lui un riparo in Libano.

Le intercettazioni
Le intercettazioni allegate all'ordinanza d'arresto documentano i frequenti contatti fra la donna e Scajola che la rassicurava in merito al possibile trasferimento del marito in Lbaano grazie ai suoi contatti con esponenti politici di quel paese. 

Per Chiara Rizzo ora serve l'estradizione
Chiara Rizzo potrà arrivare in Italia solo dopo che la Francia avrà avviato econcluso le operazioni dell'estradizione. E' quanto si apprende dalla Dia di Reggio Calabria. Essendo stata arrestata sul territorio di uno stato estero, è stato spiegato, è necessario che siano attivate le procedure dell'estradizione. Motivo per il quale il rientro in Italia di Chiara Rizzo non potrà avvenire prima di qualche giorno. 

 Per la Dda Scajola era "interlocutore politico" delle cosche
Claudio Scajola era stato individuato da Amedeo Matacena quale "interlocutore politico" delle cosche di 'ndrangheta "ad operare su sua indicazione". la convinzione dei magistrati della Dda di Reggio Calabria, anche se al momento, sul punto, hanno ricevuto lo stop del gip che ha respinto la richiesta di contestare l'aggravante mafiosa all'ex ministro e agli altri sette arrestati.

Una decisione sulla quale la Dda intende dare battaglia, tanto che i pm hanno già predisposto il ricorso da presentare al tribunale del riesame.

Nell'ordinanza i magistrati ricostruiscono i rapporti tra Scajola e Matacena, attualmente a Dubai dopo essersi sottratto all'arresto per scontare cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l'accusa, dopo la sentenza di condanna, Matacena, del quale viene evidenziata "la stretta commistione tra l'attività politica e quella imprenditoriale volta sia al proprio interesse che in favore delle cosche", si trova costretto a scindere i due aspetti.

Ed è in questo contesto che l'ex deputato individuerebbe "l'interlocutore politico destinato ad operare su sua indicazione in Scajola, interessato alla candidatura per le elezioni europee, come risulta da alcune conversazioni con la moglie e con Chiara Rizzo, peraltro poi escluso dai vertici del partito con il conseguente naufragare di tale golosa prospettiva".

Una prospettiva che Scajola attendeva, al pari della probabile elezione. E che gli sarebbe servita, tra l'altro, a poter dare, col proprio stipendio, 15.500 euro a Chiara Rizzo, che è la moglie di Matacena, per l'anticipo di una casa in fitto a Montecarlo. Una circostanza emersa dalla sintesi di una telefonata intercettata dalla Dia il 4 aprile 2014 e che è agli atti del procedimento.