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ITALIA

Migranti, Ue: Italia proceda con codice condotta e consulti Ong

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Via libera dell'Ue al codice di condotta delle Ong per i soccorsi in mare ai migranti. E' quanto si apprende da fonti qualificate del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. L'ok è arrivato nella giornata di giovedì 13 luglio a Bruxelles, dove si è svolta una riunione a cui ha partecipato una delegazione del nostro Paese, rappresentanti di Frontex e della Commissione europea. L'incontro ha permesso di condividere un testo il quale prevede regole che consentiranno di disciplinare l'attività svolta dalle Ong nel Mediterraneo centrale. (segue)
 
L'iniziativa, sottolineano le stesse fonti, è stata apprezzata come un passo importante per il nostro Paese. Al riguardo, infatti, l'Unione Europea ha espresso il proprio plauso, sottolineando come tale iniziativa sia stata già accolta favorevolmente durante il Consiglio dei Ministri dell'Interno, svolto a Tallinn, prevedendone l'inserimento nel piano di azione dell'unione europea.     Il codice, secondo quanto è finora trapelato, rappresenta un vero e proprio decalogo con indicazioni ben precise e principi portanti: dal divieto di entrare nelle acque libiche a quello di trasferire i migranti soccorsi su altre navi, dalla regolamentazione dei segnali luminosi alla dichiarazione delle fonti di finanziamento, dal possesso di certificazioni di idoneità tecnica all'obbligo di trasmettere le informazioni utili alle autorità di polizia italiane per l'attività investigativa. A chi non sottoscriverà il documento, potrà essere vietato l'attracco nei porti italiani.
 
 
 
 
"Sulla base di quanto discusso" lo scorso giovedì alla riunione tecnica tenutasi a Bruxelles, "l'Italia deve ora portare avanti il codice di condotta e finalizzarlo dopo la consultazione con le ong". E' quanto ha affermato una portavoce della Commissione Ue, sottolineando che rispetto all'incontro della scorsa settimana che era stato già definito "molto costruttivo", oggi "la situazione non è cambiata". "Abbiamo fornito la nostra expertise" ma, ha puntualizzato la portavoce a chi le chiedeva se fosse necessario un via libera Ue, "il codice è un prodotto italiano" anche se "figura nel Piano d'azione della Commissione per aiutare l'Italia e ha ricevuto il pieno sostegno" a Tallinn dai ministri dell'interno dei 28. Per questo il testo "è redatto dall'Italia, in consultazione con la Commissione e le ong".
Tocca all'Italia adottare definitivamente il codice di condotta, in consultazione con l'esecutivo comunitario e le Ong. Secondo una fonte europea, la Commissione "non ha ancora visto" la versione definitiva del codice di condotta. L'esecutivo comunitario ha chiesto all'Italia di modificare la parte sulla presenza a bordo delle imbarcazioni delle Ong di pubblici ufficiali. La presenza "non deve essere permanente" ma "su richiesta", ha detto la fonte. Inoltre, i pubblici ufficiali che compiranno "ispezioni" devono essere del paese di cui batte bandiera l'imbarcazione. La Commissione si aspetta che le Ong che sottoscrivono il codice di condotta "abbiano la certezza" di poter sbarcare i migranti nei porti italiani.