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MONDO

Protezionismo, guerra dei dazi Usa-Europa: si dimette consigliere economico di Trump Cohn

 L'ex banchiere di Goldman Sachs guidava all'interno dello staff presidenziale l'ala globalista, quella contraria a una stretta generalizzata sulle importazioni alzando in maniera indiscriminata dazi e tariffe

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Tra Stati Uniti ed Europa i toni sono già da guerra commerciale. E alla vigilia del piano con cui Bruxelles intende  contrastare i dazi su acciaio e alluminio annunciati da Donald Trump, il presidente americano rende ancor più rovente il clima: "La Ue è stata particolarmente dura con gli Stati Uniti. Hanno reso impossibile vendere alcuni nostri prodotti come le automobili. Una situazione molto ingiusta. Questo non accadrà mai più".    

Il consigliere economico di Trump getta la spugna 
Intanto, a dare un altro scossone alla Casa Bianca sono le dimissioni del consigliere economico del presidente Usa, Gary Cohn. L'ex banchiere di Goldman Sachs, che è stato l’architetto principale del taglio delle tasse fortemente voluto dal tycoon, guidava all'interno dello staff presidenziale l'ala globalista, quella contraria a una stretta generalizzata sulle importazioni alzando in maniera indiscriminata dazi e tariffe. Alla fine Cohn ha perso il braccio di ferro con i 'falchi' come il consigliere per le politiche commerciali di Trump, Peter Navarro. Con l'Europa, dunque, sembra proprio si sia a un passo dallo scontro vero e proprio. E ha un bel dire il segretario al tesoro americano, Steven Mnuchin, che gli Usa non cercano il muro contro muro.

"A volte le guerre commerciali non sono così male" insiste il tycoon
Quelle di Trump sono parole che non lasciano dubbi sulle intenzioni di portare avanti una politica fortemente protezionistica, nonostante l'insistente pressing sulla Casa Bianca per scongiurare il peggio.  "A volte le guerre commerciali non sono così male", spiega Trump senza tanti giri di parole, ribadendo con forza: "Metteremo i dazi su acciaio e alluminio, non abbiamo altra scelta per proteggere i nostri lavoratori e le nostre imprese". Perché, torna a denunciare, "per decenni altri Paesi si sono avvantaggiati a discapito degli Stati Uniti, ora basta".  E pazienza se anche gran parte dell'establishment del partito repubblicano americano esprime grande preoccupazione, a partire dai leader di Camera e Senato, Paul Ryan e Mitch McConnell. La firma della stretta di Trump è ormai attesa per domani.

E Bruxelles prepara la vendetta: nel mirino decine di prodotti made in Usa
L'Ue si prepara a rispondere con misure che rappresentano una vera e propria ritorsione. Sul tavolo della Commissione Ue c'è già una lista di prodotti 'made in Usa'  da colpire, per un totale di 2,8 miliardi di euro, ossia tanto quanto i preannunciati dazi Usa al 25% e 10% impatterebbero sull'acciaio e alluminio europeo. La volontà europea di ottenere il massimo impatto non solo economico ma anche politico, a pochi mesi dalle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, quando verrà rinnovata gran parte del Congresso. Così si punta a penalizzare le importazioni di iconici brand come Levi's o Harley Davidson, passando per il Bourbon.  In particolare, secondo le indiscrezioni, i dazi Ue colpiranno tre settori: agroalimentare, acciaio e altro, ognuno per circa un terzo del valore. Pronti anche una clausola di salvaguardia, nel caso l'acciaio Usa a basso costo invada il mercato Ue, e un ricorso davanti all'Organizzazione mondiale del commercio, su cui l'Ue si sta coordinando con altri Paesi come il Canada. Le misure Ue scatteranno solo se gli Usa faranno scattare le loro.