Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/colleferro-pestaggio-willy-interrogatorio-gip-prefetto-non-lasceremo-passare-mortecome-accidente-della-vita-6cc52797-1d66-4b7f-96d1-91d9b50f7a68.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Durante interrogatorio davanti al Gip

Ragazzo morto. Fratelli Bianchi: "Non abbiamo toccato Willy"

L'avvocato: "Hanno fatto nomi coinvolti in rissa. Domani depositeremo nuove prove". Intanto domani dovrebbe essere effettuata l'autopsia sul corpo del giovane ucciso. Provato Federico, il giovane difeso dal 21enne: "Mi porterò sempre il ricordo di quella notte". Conte: "Ho parlato con famiglia, scioccato da tragedia"

Condividi
"Non lo abbiamo toccato. Respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere, abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati. Siamo dispiaciuti e distrutti perchè accusati di un omicidio che non abbiamo commesso". E' quanto hanno detto Marco e Gabriele Bianchi durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte. I due con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia sono accusati di omicidio preterintenzionale. Intanto domani dovrebbe essere effettuata l'autopsia sul corpo del giovane brutalmente ucciso come disposto dalla Procura di Velletri.

Difesa: "Hanno fatto nomi coinvolti in rissa"
"I miei assistiti non hanno partecipato alla rissa. Sono scesi dalla loro auto per fare da paciere dopo aver visto alcuni loro amici coinvolti nella rissa. Al giudice hanno indicato i nomi di questi amici". Lo ha detto l'avvocato Massimiliano Pica, difensore dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, al termine dell'interrogatorio. "Si sono fermati per cercare di dividerli - ha spiegato il difensore - avranno anche sbracciato, ma non hanno partecipato". 

"Domani depositeremo in procura a Velletri nuove prove. Si tratta di testimonianze che  contraddicono quelle della Procura e in particolare chi ha detto che dall'auto sono scese cinque o sei persone. I fratelli Bianchi, inoltre, affermano di non avere visto Willy a terra, vittima del pestaggio" ha detto ancora l'avvocato. "Anche 'altro mio assistito, Mario  Pincarelli - ha detto - non ha partecipato alla rissa ed ha respinto le accuse. Era presente sul posto ma non ha partecipato alla rissa". 

Inquirenti: "Escluso movente razziale"
E' escluso il movente razziale e politico nell'omicidio di Willy Monteiro, ucciso nella notte tra sabato e domenica a Colleferro, vicino Roma. Lo affermano all'Agi fonti investigative. Per la morte di Willy sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Colleferro quattro giovani: si tratta di Mario Pincarelli 22 anni, Francesco Belleggia di 23 anni e dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi rispettivamente di 24 e 26 anni, accusati di concorso in omicidio preterintenzionale.

Prefetto: "Non lasceremo passare morte Willy come accidente della vita"
''Una cosa tristissima e molto preoccupante. Oggi vedrò il sindaco di Colleferro, per portare il segno di vicinanza dello Stato, sia spirituale sia perché siamo pronti ad analizzare nel profondo questa vicenda perché se ci sono aspetti che vanno oltre l'episodio intendiamo affrontarli con le dovute maniere. Una cosa che riesce difficile commentare''. Lo ha detto il prefetto di Roma Matteo Piantedosi sulla morte di Willy Monteiro Duarte a Colleferro, a margine delle celebrazioni per l'8 settembre al parco della Resistenza.

''L'aggressione è avvenuta in prossimità di una stazione dei carabinieri che sono intervenuti rapidamente - ha aggiunto rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse un tema di controllo del territorio - possiamo immaginare che sia controllabile tutto, anche le derive culturali, che possono esserci in certi ambienti e che possono portare a fenomeni di questo tipo. Io credo che le condizioni da valutare siano delle precondizioni, valuteremo se c'è qualcosa da migliorare, ci approcciamo in maniera molto laica ma certamente non lasceremo passare l'episodio come se fosse stato qualcosa di casuale, che è avvenuto come fosse stato un accidente della vita. Abbiamo un obbligo anche per onorare la memoria di questo ragazzo di fare tutto il possibile perché sia un atto di inizio di una maggiore attenzione sulla fenomenologia di carattere sociale in certi ambienti giovanili''.

Federico: "Willy voleva difendermi ma hanno iniziato a picchiarlo in 4"
"Si è messo tra me e loro. Mi stavano picchiando quando ho visto Willy. Ha cercato di mettere pace, ma hanno iniziato a picchiarlo in quattro". Con queste parole, riportate da la Repubblica, comincia il racconto di Federico Zurma, il ragazzo ventunenne che Willy Monteiro Duarte voleva difendere dalla furia di quattro coetanei, ora accusati di aver ucciso a calci e pugni il giovane di origine  capoverdiane.

"Uno di loro lo ha colpito con un calcio micidiale alla pancia. Willy è rimbalzato a terra, facendosi forza sulle braccia ha provato a rialzarsi, ma gli ha subito sferrato un pugno sulla testa", prosegue il giovane che, in un'intervista al Corriere della Sera sottolinea come si porterà "a vita il ricordo di quella notte". "Willy era un ragazzo equilibrato, è intervenuto con intento pacifico e per riportare gli animi alla calma", racconta ancora Federico che, conferma di essere "stato ascoltato dai carabinieri" e dice di sapere che dovrà "deporre a un processo nei confronti del gruppo di aggressori".

Fratello di due dei 4 ragazzi: "Se hanno sbagliato devono pagare"
"Una cosa voglio che sia chiara: se Gabriele e Marco hanno sbagliato, devono pagare fino in fondo". Commenta così, in un'intervista al Messaggero, Alessandro Bianchi, fratello di due dei quattro ragazzi accusati di aver ucciso a calci e pugni sabato notte a Colleferro Willy.

"Non potrei però mai pensare che i miei fratelli abbiano infierito su un ragazzetto come Willy e che lo abbiano addirittura colpito quando lui era a terra. Sono convinto e confido che venga dimostrato che il colpo mortale, forse un calcio alla bocca, non l'hanno sferrato loro", prosegue Bianchi. "Quella sera Gabriele e Marco avevano cenato nel mio locale con le loro compagne, poi hanno ricevuto una telefonata dai loro amici che credo abbiano invocato il loro aiuto perchè qualcuno li stava picchiando. Così i miei fratelli sono corsi", ricostruisce Bianchi.

"Se servisse a qualcosa per tornare indietro o solo per lenire la sofferenza di qualcuno io andrei adesso stesso per farmi linciare davanti la loro casa", dice accorato Bianchi. "Giustizia per questo ragazzo deve essere fatta. La verità dovrà essere stabilita. Nel frattempo però quelli che accusano i miei fratelli di odio e violenza stanno dando il peggio di sé. Hanno riempito di insulti e minacce sui social me e mia moglie", conclude amaramente il fratello maggiore dei due ragazzi accusati dell'omicidio di Willy.

Il Vescovo Apicella: "Respiriamo virus violenza e vigliaccheria"
"Tutti siamo corresponsabili quando neghiamo a queste generazioni una speranza, una prospettiva, dei valori in cui credere, delle motivazioni di vita umana accettabili". Lo ha dichiarato il vescovo di Velletri-Segni, monsignor Vincenzo Apicella, nel corso di "Unomattina", parlando della morte del 21enne Willy Monteiro Duarte. Quanto accaduto a Colleferro è il prodotto di "mancanza di cultura, di una vita vissuta in maniera non dico neanche animalesca, perchè altrimenti potrei offendere gli animali. Esistono nell'aria che respiriamo dei virus che sono altrettanto pericolosi del Covid, i virus della violenza, del culto della forza, della stupidità, della vigliaccheria, perchè erano in quattro-cinque contro uno. E' una realtà di fronte alla quale non possiamo far finta di niente". 

Sindaco Paliano: "Domani alle 21 fiaccolata in ricordo del nostro amato Willy"
"Insieme ai ragazzi di Paliano abbiamo organizzato per domani una fiaccolata in ricordo del nostro amato Willy. L'appuntamento è alle ore 21 presso piazza XXII Martiri (Municipio). È obbligatorio l'uso della mascherina". Così su Facebook il sindaco di Paliano, Domenico Alfieri.

Conte: "Ho parlato con famiglia, scioccato da tragedia"
"La tragedia che ieri si è abbattuta sui familiari di Willy Monteiro Duarte mi ha colpito profondamente. Mi ha lasciato scioccato. Un ragazzo che aveva da poco varcato la soglia dei 20 anni, studiava e lavorava, viveva appieno le proprie passioni, le proprie emozioni. Coltivava i propri sogni ed era probabilmente esposto alle tante incertezze che impensieriscono i giovani intenti a costruire il proprio futuro di vita personale e professionale". Lo scrive in post su Facebook il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "All'improvviso gli si è abbattuta addosso una violenza sorda e immotivata - ha proseguito -. Ci stringiamo tutti vicini alla sua famiglia, alla sua comunità di Paliano, a tutti coloro che l'hanno amato e apprezzato. Ho trasmesso questo sentimento ai suoi genitori, a sua sorella, pur nella consapevolezza che è difficile comprendere fino in fondo l'angoscia procurata da una sofferenza così acuta e dolorosa".

"La magistratura sta svolgendo le indagini e la giustizia farà sicuramente il suo corso - ha aggiunto -. Confidiamo che si arrivi presto a condanne certe e severe. Ma noi nel frattempo come reagiremo? Quali misure adotteremo? Diremo ai nostri figli di volgere la testa dall'altra parte? Di non intervenire a sedare diverbi o a cercare di proteggere amici più deboli o in evidente difficoltà? Non credo possa essere questa la risposta, la strada da seguire. Dobbiamo piuttosto moltiplicare gli sforzi, in ogni sede e in ogni contesto, affinché i nostri figli crescano nel culto del rispetto della persona e rifuggano il mito della violenza e della sopraffazione", ha concluso.