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ECONOMIA

La domenica lavorano soprattutto le donne

Commercio, Istat: aumento degli acquirenti domenicali negli ultimi dieci anni

Il sabato è il giorno con la più alta incidenza di acquirenti (51,9%), percentuale che scende al 43% nei giorni feriali

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Da novembre 2013 a ottobre 2014 "circa un quarto delle persone di 15 anni e più  (pari al 24,2%) ha effettuato acquisti di beni e servizi nella giornata di domenica, quota più bassa rispetto agli altri giorni della settimana. Il sabato è il giorno con la più alta incidenza di acquirenti (51,9%), percentuale che scende al 43% nei giorni feriali", ha spiegato in audizione Roberto Monducci, Direttore del dipartimento per la produzione statistica dell'Istat, Tuttavia nel decennio 2003 -2014, la domenica risulta l'unico giorno in cui aumentano gli acquirenti. La crescita però è contenuta (poco meno di due punti percentuali) e concentrata quasi esclusivamente nel periodo 2003-2009.

La lettura territoriale degli acquisti domenicali mostra che i residenti del Centro Italia, con il 25,6%, si collocano sopra la media nazionale, mentre la quota scende al 23,1% per gli abitanti del Mezzogiorno. Osservando, invece, le aree urbane, emerge che sono in misura maggiore i residenti nel centro delle aree metropolitane (25,6%) a effettuare acquisti domenicali rispetto a coloro che vivono nei comuni fino a 2.000 abitanti (21,6%).

Ulteriori approfondimenti permettono di cogliere le specificità legate alla condizione lavorativa, alla posizione nel nucleo familiare, al genere. Complessivamente il 27% delle persone occupate, con una leggera prevalenza degli uomini (28,4%), effettua acquisti la domenica rispetto a circa il 51% del sabato, giornata preferita, invece, dalle donne (58,9%). Comportamenti simili, seppur con incidenze diverse, si osservano all'interno dei nuclei familiari. La domenica sono in prevalenza gli uomini, sia nelle coppie con figli (33,2%) sia in quelle senza (31,4%), a effettuare acquisti, mentre le donne continuano a privilegiare il sabato (rispettivamente 66 e 61,7%). Il tempo che i consumatori dedicano mediamente agli acquisti la domenica (1h7') è pressoché uguale a quello impiegato da chi sceglie il giorno feriale, e di circa 10 minuti inferiore al tempo impiegato durante il sabato (1h18')".  

Quanto agli acquisti on-line, dalle fonti Istat "si stima che il 32% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni abbia fatto acquisti online nell'arco dell'anno precedente l'indagine. Nonostante la crescita di 17 punti percentuali registrato negli ultimi 3 anni, è ancora molto ampio il divario con i principali partner europei. In Germania negli ultimi 12 mesi ha fatto acquisti online il 75% della popolazione, in Francia il 67% e in Spagna il 50%. La diffusione dell'uso di Internet rappresenta la precondizione affinché gli individui possano accedere ai servizi online, fra cui l'e-commerce. L'Istat stima che nel 2017 gli utilizzatori regolari di Internet - coloro cioè che lo utilizzano almeno una volta alla settimana - fossero il 69% del totale, 10 punti percentuali in più rispetto a tre anni fa. Nell'insieme dei 28 paesi Ue, invece, tra il 2014 e il 2017 gli utenti sono saliti dal 75% all'81%. Il confronto con i grandi paesi europei mostra quindi la persistenza di un gap notevole: nel 2017 gli internauti regolari erano l'87% della popolazione in Germania, l'83% in Francia e l'80% in Spagna". 

"Restringere il campo di osservazione alla sola popolazione che naviga sul web permette di ottenere informazioni sull'uso specifico che gli utenti fanno della rete. Per questa fascia di popolazione l'incidenza sale al 44% ma il divario con i paesi europei rimane molto ampio: in Germania, infatti, la quota di coloro che effettuano acquisti online tra chi usa internet è all'82%, in Francia al 76%, in Spagna al 59%. Al di là della differente diffusione del fenomeno, i profili di consumo fra l'Italia e il resto d'Europa sono simili. La rete viene utilizzata principalmente per acquistare capi di abbigliamento e attrezzature sportive (43% il valore per l'Ue, 17% per l'Italia), ma anche libri, giornali, riviste (inclusi ebook), software e materiale per la formazione a distanza (36% in Ue, 17% in Italia), articoli per la casa (31% Ue, 16% Italia) e viaggi e trasporti (36% Ue, 16% Italia). Solo il 4% degli italiani compra prodotti alimentari online", ha spiegato ancora Monducci.

61% lavoratori domenicali sono donne, sale part-time 
Il 61% dei lavoratori domenicali sono donne. E' quanto emerge da uno studio realizzato dall'Istat e illustrato oggi in commissione Attività produttive della Camera, in occasione del ciclo di audizioni sulle proposte di legge sulla chiusura degli esercizi commerciali nei giorni festivi e la domenica.  "A lavorare la domenica sono soprattutto le donne, che rappresentano il 61,1% dei lavoratori domenicali, rispetto a una quota media sul totale degli occupati pari al 47,8%. I lavoratori domenicali sono relativamente più giovani: il 42,9% ha meno di 35 anni rispetto a una presenza del 35,9% nella media del settore", ha spiegato Roberto Monducci, Direttore del Dipartimento per la produzione statistica dell'Istat.   

"Il lavoro domenicale coinvolge soprattutto i lavoratori con titolo di studio secondario superiore (il 58,5%). Pur rimanendo prevalente il ricorso a contratti a tempo indeterminato (78,4%) e a tempo pieno (64,4%), i lavoratori domenicali mostrano una incidenza relativamente più elevata, rispetto alla media del settore, di contratti di lavoro a tempo determinato (21,6%, rispetto al 16,2% nella media del commercio) e di quelli part-time (35,6% rispetto al 27,9%). I dati sulle ore lavorate mostrano in particolare per i lavoratori domenicali una concentrazione relativamente maggiore fra chi risulta aver lavorato abitualmente fra le 20 e le 29 ore settimanali (24,7%, rispetto a una media del settore del 18,8%)". 

"Nel commercio al dettaglio l'incidenza del lavoro a tempo parziale è molto elevata e in crescita - ha sottolineato Monducci dell'Istat - Fra il secondo trimestre del 2010 e il secondo del 2018 l'incidenza delle posizioni a tempo parziale sul totale è aumentata di 12,6 punti percentuali arrivando al 51,5%. L'incremento dell'utilizzo del part-time 7 è stato nettamente più elevato per le imprese della piccola distribuzione: in questo settore l'incidenza è passata da 38,7% a 56,9% mentre nella grande distribuzione da 38,3% a 45,8%. Il forte incremento nella piccola distribuzione si osserva soprattutto a partire dal primo trimestre del 2012, in una fase caratterizzata da notevoli segnali recessivi e subito dopo l'approvazione del decreto legge 201 del 2011", ha aggiunto.