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ITALIA

Il naufragio provocò 32 vittime

Schettino risale sulla Concordia: "Sono qui per la verità"

Il comandante di nuovo al Giglio per un sopralluogo sul relitto della nave affondata. Ritorno storico sull'isola circondato dai media: "Ci metto la faccia"

 

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Il relitto della Concordia
"Sono all'isola del Giglio per contribuire all'accertamento della verità, mettendoci la faccia, come ho sempre detto": il comandante Francesco Schettino ribadisce anche dal Giglio la sua convinzione e cioè che la sua presunta colpevolezza non è l'unica verità possibile del naufragio del 13 gennaio 2012, che causò 32 vittime. Schettino è approdato al porto dell'isola in traghetto con l'ultima corsa della giornata, subito dopo l'autorizzazione del tribunale a farlo salire sulla nave per la perizia al generatore diesel. E' la prima volta che torna sull'isola dal naufragio. "Sono qui - ha aggiunto Schettino che ha preso alloggio sull'isola in vista del sopralluogo - per assistere i miei consulenti impegnati negli accertamenti necessari a comprendere le cause e le dinamiche del mancato funzionamento di alcune apparecchiature".

Momenti di commozione all'arrivo al Giglio
Occhi lucidi sul traghetto, mentre, assorto, osservava la sagoma della Concordia che si profilava davanti, illuminata dalle luci di sicurezza. Poi una cena a base di pesce al ristorante del porto in compagnia del suo avvocato. Il blitz per raggiungere subito il Giglio ha spiazzato quasi tutti. "Abbiamo voluto evitare l'assedio dei media, per questo abbiamo preso un traghetto subito", spiegano dal suo entourage. Schettino ha raggiunto una residenza presso Giglio Porto messagli a disposizione "da amici", come dice lui stesso. "Non voglio parlare ora - ha detto - .Ma sul traghetto ieri sera non ho pianto", tiene a precisare. Si era emozionato, questo sì, concede. Ieri, giorno di uno storico ritorno sull'isola, Schettino è uscito per raggiungere una pineta sulle alture dell'isola da un belvedere dove si domina il mare. Per il resto, ha letto i giornali, seguito la tv, è stato in riunione con il suo avvocato difensore, Domenico Pepe, nella casa battuta dal salmastro presa in affitto. Ha fatto e ricevuto numerose telefonate.

Il ritorno sul relitto
L'abitazione è stata cercata tutto il giorno dai giornalisti, ma Schettino ha resistito all'assedio. "Aspettiamo la giornata di domani", ha detto, quando ci sarà l'attacco alla scaletta del relitto. Schettino dovrebbe salire con gli autorizzati del primo turno, insieme al suo difensore e ai suoi consulenti. La missione di tribunale, periti e consulenti è ispezionare il generatore d'emergenza della nave, un apparato grande quanto due container che deve garantire energia elettrica alla nave in caso di avarie, ma che non funzionò la sera del naufragio. Diceva l'avvocato Domenico Pepe, difensore di Schettino, parlando con i giornalisti a Giglio Porto: "Schettino è uomo di principi, è sempre stato una persona leale, quindi si può comprendere quanto gli possa essere costato venire a fare questo sopralluogo. D'altra parte - ha sottolineato Pepe - è necessario sotto il profilo difensivo accertare determinate realtà, per cui, diciamo, l'ho quasi costretto".

La linea difensiva del comandante
La difesa di Schettino ha semmai qualche dubbio alla luce della nuova inchiesta della Procura, che ha indagato il custode della nave Franco Porcellacchia e il consulente di Costa spa, Camillo Casella, per aver violato proprio la sala del generatore d'emergenza. "E' stata una cosa piuttosto pesante che va a inficiare un po' tutto quello che volevamo accertare", ha detto Pepe. "L'ho saputo solo ieri in udienza ma già nel precedente sopralluogo ebbi modo di rilevare che la nave non era più nelle condizioni in cui si era fermata qui al Giglio due anni fa".