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ITALIA

Rischia fino a 22 anni

Processo Concordia, Schettino: "Non avvisai Costa dell'inchino, disastro si poteva evitare"

È un giorno chiave per ricostruire la notte del naufragio, il 13 gennaio 2012. Poco dopo le 10 è iniziata l'udienza e Francesco Schettino, imputato, risponde alle domande dell'accusa. 

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Grosseto
Nel giorno del primo interrogatorio di Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia la Procura sembra intenzionata a chiedere 20 anni. A dirlo, a margine dell'udienza al Teatro Moderno di Grosseto, il procuratore Francesco Verusio. Schettino, per il disastro della Concordia, rischia 22 anni di carcere.

L'arrivo di Schettino
In aula dalle 10 del mattino al Teatro Moderno di Grosseto, Schettino si è presentato insieme ai suoi avvocati che poco prima dell'udienza hanno commentato: "Il comandante è tranquillo". Ci sono nuovi elementi, cinque nuovi atti depositati in Procura (tra cui due interviste televisive), è quindi un giorno attesissimo per ricostruire cosa sia avvenuto la notte del 13 gennaio 2012. 

"Non avvisai nessuno perchè non era prevista alcuna fermata"
Prima ha precisato che, siccome è passato del tempo, alcuni passaggi sono "difficili da ricordare", poi ha spiegato di non avere avvisato (di accostare la Concordia all'Isola del Gigilio, ndr) nessuno perché non era prevista alcuna fermata. Non era una navigazione commerciale o turistica. Si è trattato di una accostata. Se avessimo dovuto fermarci tutto sarebbe stato diverso". 

Perché non ha informato Costa Crociere
Francesco Schettino ha spiegato, rispondendo ad una delle prime domande, che "il comandante della nave ha facoltà di tracciare la rotta e non di informare l'armatore". Quando era comandante della Concordia, ha detto, non ha avvisato nessuno perché non era un ingresso turistico nel golfo ma "una semplice accostata". 

"Mi tormento per il disastro"
Dall'aula Schettino racconta quello che definisce il suo tormento: "Non si creda che io non abbia tormento per questo disastro - dice - la genesi del disastro si poteva evitare, bastava parlare". 

Inchino: "Non un favore a Domnica Cemortan"
Schettino ha anche ricordato che i contatti con il comandante in pensione Mario Palombo, che spesso soggiorna sull'isola, e la richiesta del maitre Antonello Tievoli lo indussero a decidere per l'avvicinamento al Giglio: "Considerato anche l'aspetto commerciale volevo prendere tre piccioni con una fava", cioè: fare un piacere a Tievoli, "omaggiare l'isola e Palombo" e dare un valore aggiunto all'aspetto commerciale della crociera. E non, quindi, un favore a Domnica Cemortan che, conferma, si trovava in plancia di comando al momento dell'impatto.

Rotta approvata
Schettino ha ammesso di avere approvato la rotta e di aver visto la carta nautica su cui era tracciata. Rotta che, ha confermato, non era certo un nuova: "Un paio di volte ho fatto un passaggio ravvicinato al Giglio".