ITALIA
Corte d'Appello di Torino
18 anni, condanna definitiva per il 'boss dei due mondi' Alfonso Caruana
Alfonso Caruana è stato attivo in Italia, Sud America e Canada, ed è considerato una delle figure di maggiore spicco della criminalità organizzata

È diventata definitiva la condanna a 18 anni di reclusione per Alfonso Caruana, indicato dagli inquirenti come il capo della famiglia mafiosa dei Caruana - Cuntrera e soprannominato il 'boss dei due mondi'. Soprannome che il Caruana si contende con Tommaso Buscetta, boss di Cosa nostra scomparso nel 2000 negli Usa.
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso che i suoi legali avevano presentato contro la sentenza pronunciata nel 2019 dalla Corte d'Appello di Torino.
Caruana, 74 anni, attualmente detenuto, è originario di Castelvetrano (Trapani). È stato attivo in Italia, Sud America e Canada, da qui il soprannome 'boss dei due mondi' ed è considerato una delle figure di maggiore spicco della criminalità organizzata. Il procedimento che lo ha riguardato è l'ultimo filone di un'inchiesta dei carabinieri del Ros e dei magistrati piemontesi, chiamata Cartagine, avviata nel 1994 dopo il sequestro, a Borgaro, una cittadina alle porte di Torino, di un tir con 5 tonnellate di cocaina proveniente dal Sud America.
La pronuncia della Cassazione chiude un procedimento giudiziario avviato dalla direzione distrettuale antimafia del capoluogo piemontese.
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso che i suoi legali avevano presentato contro la sentenza pronunciata nel 2019 dalla Corte d'Appello di Torino.
Caruana, 74 anni, attualmente detenuto, è originario di Castelvetrano (Trapani). È stato attivo in Italia, Sud America e Canada, da qui il soprannome 'boss dei due mondi' ed è considerato una delle figure di maggiore spicco della criminalità organizzata. Il procedimento che lo ha riguardato è l'ultimo filone di un'inchiesta dei carabinieri del Ros e dei magistrati piemontesi, chiamata Cartagine, avviata nel 1994 dopo il sequestro, a Borgaro, una cittadina alle porte di Torino, di un tir con 5 tonnellate di cocaina proveniente dal Sud America.
La pronuncia della Cassazione chiude un procedimento giudiziario avviato dalla direzione distrettuale antimafia del capoluogo piemontese.