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MONDO

La donna condannata a morte per apostasia

Sudan, Meriam ancora interrogata. Il marito all'Italia: "Aiutateci"

È ancora sotto interrogatorio la donna cristiana condannata a morte, poi rilasciata e di nuovo fermata a Khartoum. L'avvocato: "Arrestata per verificare l'autenticità del documento". Il viceministro degli Esteri: "Continueremo nel nostro impegno"
 

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Meriam e il marito
Condannata a morte, rilasciata, poi arrestata di nuovo per presunti problemi sul documento di identità. Non sembra finire l'odissea di Meriam Yehya Ibrahim, la donna cristiana e sudanese di 26 anni di nuovo sotto arresto dopo aver scampato la pena di morte. Il marito, un americano si dice ora "molto preoccupato" e chiede l'intervento dell'Italia per sbloccare con il governo sudanese la situazione. Il governo italiano, per bocca del viceministro degli Esteri Lapo Pistelli fa sapere che "non molla e continuerà nel suo impegno". 

La condanna a morte
La donna era stata arrestata per aver sposato un uomo cristiano nel 2011, Daniel Wani, e di aver per questo abbandonato la fede islamica. Il loro matrimonio non era stato riconosciuto dalla corte di Khartoum, che ha fatto tra l'altro infliggere a Meriam cento frustate. Dopo un'enorme pressione internazionale, e mediatica, la condanna è stata annullata. Anche la Commissione nazionale per i diritti umani sudanese era intervenuta per denunciare la condanna a morte di Meriam come incostituzionale poiché contraria alla libertà di culto. 

Il fermo per documenti irregolari
Intanto Meriam è stata di nuovo arrestata, con l'accusa di falsificazione di documenti ufficiali. Fermata ieri all'aeroporto di Khartoum con marito e figli, gli agenti le hanno contestato di essere in possesso di documenti di viaggio emessi dal governo del Sud Sudan nonostante lei non sia una cittadina sudsudanese, come invece lo è il marito. Inoltre la donna stava andando negli Stati Uniti, che non è il suo Paese natìo mentre il marito ha anche la cittadinanza americana. ''Questo viene considerato illegale da parte delle autorità sudanesi, che hanno convocato sia l'ambasciatore americano, sia quello sudsudanese'', si legge sulla pagina Facebook dei servizi di intelligence sudanesi. L'ambasciata di Juba a Khartoum ha invece fatto sapere che si tratta di documenti validi in quanto il marito della donna è sudsudanese. 

Ancora sotto interrogatorio
Uno degli avvocati della famiglia ha fatto poi sapere che Meriam è ancora sotto interrogatorio. "Non è chiaro quanto dureranno le indagini della polizia" ha detto il legale Mohanad Mustafa. Le autorità stavvano ancora verificando l'autenticità dei documenti.