Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/confcommercio-autunno-di-incognite-per-le-famiglie-italiane-c43e725f-5ef0-48ee-8bd5-b3b09a6fc78b.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Consumi

Confcommercio: autunno di incognite per le famiglie italiane

Nella nota di settembre di Confcommercio le stime sul terzo trimestre, con una variazione del 2,2% congiunturale, più probabile lo scavalcamento dell’asticella al 6% per la crescita del PIL nel 2021

Condividi
Prosegue anche nei mesi di luglio e agosto il recupero dei consumi. L’autunno, tuttavia, appare denso di incognite, riguardanti non solo l’emergenza sanitaria, in cui l’ampliamento della platea dei vaccinati si confronterà con una stagione più favorevole alla trasmissibilità dei virus respiratori, ma anche l’evoluzione di alcune importanti variabili economiche. 

È quanto emerge dalla nota congiunturale di settembre di Confcommercio che sottolinea come seppure nelle loro stime il terzo trimestre si chiuderebbe con una variazione del 2,2% congiunturale, rendendo più probabile lo scavalcamento dell’asticella al 6% per la crescita del PIL nel 2021. 

Le preoccupazioni riguardano la possibilità che nel 2022 un tasso d’inflazione attorno al 3% limiti la crescita dell’attività a partire da un rallentamento dei consumi. 

Ad agosto l’ICC, pur mostrando ancora una variazione positiva nel confronto annuo (+1,2%), segnala un rallentamento nella domanda di beni. Questo fenomeno - precisa Confcommercio - era in larga parte atteso, in considerazione di un ritorno a stili di vita che privilegiano la spesa nei servizi, soprattutto quelli legati al tempo libero, ma suggerisce comunque l’idea che si sia in prossimità di una specie di soglia.

Sempre nello stesso mese il "sentiment" delle imprese del commercio al dettaglio ha evidenziato un ulteriore miglioramento (+2,3% su luglio) raggiungendo il valore più alto dall’inizio delle serie storiche Il PIL, dopo la battuta d’arresto registrata nel mese in termini congiunturali, dovrebbe essere tornato a crescere nel mese di settembre (+0,9%). Nel confronto annuo la variazione si attesterebbe al +6,5%. 

A luglio 2021 la produzione industriale è cresciuta dello 0,8% congiunturale, tornando sui livelli di fine 2019. Il confronto su base annua evidenzia un incremento del 6,9%. Sempre a luglio l’occupazione ha mostrato, dopo mesi di recupero, una contenuta riduzione (-0,1%). Il ritorno sui livelli di inizio 2020 appare ancora lontano con un deficit, rispetto a febbraio 2020, di 265mila occupati. Sono piuttosto manifeste le difficoltà di parte degli inattivi a tornare sul mercato del lavoro. 

Allo stesso tempo, è possibile che la fiducia di imprese e famiglie abbia smesso di migliorare. Secondo l'associazione, contribuisce al clima d’incertezza la ripresa dell’inflazione. Stando alle loro stime a settembre la variazione dei prezzi al consumo dovrebbe attestarsi al 2,7%, in netto aumento rispetto al 2,0% di agosto, fenomeno che comincia a creare qualche apprensione proprio perché non sembra destinato a rientrare nell’immediato futuro, contrariamente alla diffusa suggestione che le cause dell’aumento dei prezzi siano transitorie. 

Per ottobre è atteso, a meno di sostanziali interventi da parte del Governo, un deciso rialzo della bolletta energetica. Gli effetti di questa recrudescenza dell’inflazione non potranno non riverberarsi sui comportamenti delle famiglie, tenendo anche presente che gran parte dei rincari si concentrano su segmenti di consumo ai quali è quasi impossibile rinunciare. D’altra parte, non si può neppure escludere che l’eventuale perdurare di queste tensioni sui prezzi non modifichi le aspettative d’inflazione, riducendosi, di conseguenza, la distanza tra inflazione osservata e inflazione core, con effetti sulla politica monetaria. 

Complessivamente si stima una crescita nel terzo trimestre del 2,2% rispetto al secondo e del 3,3% nel confronto su base annua, consolidando le attese di una crescita, nel complesso del 2021, prossima o superiore al 6%. l dato dell’anno riflette un’attenuazione della ripresa nel quarto trimestre, conseguenza di un recupero della domanda delle famiglie meno vivace unitamente a dinamiche più contenute dell’attività manifatturiera. Nei mesi estivi l’avanzamento della campagna vaccinale e l’allentamento di quasi tutte le restrizioni, pure in presenza di vincoli alla mobilità extra UE e allo svolgimento di alcune attività, ha favorito il ritorno a livelli e comportamenti di consumo più vicini a quelli pre-pandemici. 

In particolare appare complessa la situazione per il settore automobilistico, interessato da una profonda fase di cambiamento (il passaggio verso l’elettrico), che crea non poche incertezze nelle famiglie, alla luce anche di un sistema d’incentivazioni e agevolazioni piuttosto discontinuo. Per quanto riguarda i servizi, nonostante le positive dinamiche registrate negli ultimi mesi, la distanza con i livelli pre-crisi appare profonda. Il confronto con i primi otto mesi del 2019 segnala ancora un gap del 29,1% (ma in costante riduzione). 

Dati peggiori si rilevano per i servizi ricreativi, il trasporto aereo e per gli alberghi e i pubblici esercizi. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di settembre 2021 una variazione nulla in termini congiunturali e del 2,7% su base annua. In linea con quanto accade nel resto della UEM, l’inflazione italiana si sta rapidamente avviando verso il 3%, quando soltanto nello scorso mese di dicembre la situazione era ancora di deflazione. La tendenza al rialzo dovrebbe permanere almeno per alcuni mesi. La durata del fenomeno e le conseguenti scelte di politica monetaria che verranno adottate rappresentano una delle maggiori incognite sulla crescita del 2022.