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Coronavirus

Rapporto Confcommercio-Confturismo

Turismo, nuvole nere sulle vacanze di fine anno: restano a casa due italiani su tre

Peggiora l'indice di fiducia. Per paura della pandemia e difficoltà economiche, le vacanze rimandate forse all'estate 2021

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Sempre più negativo il bilancio del settore del turismo in Italia: dopo cinque mesi che hanno bruciato 49,5 milioni di arrivi con un saldo di 153,5 milioni di presenze in meno, oltre a 10,5 milioni di Italiani che non sono andati all'estero. Con la fine del lockdown, agosto e settembre non sono andati meglio, se non per una lievissima ripresa dei flussi interni, caratterizzati però da soggiorni brevi e capacità di spesa decisamente ridotta.

Vacanze solo nell'estate 2021
L'indice di fiducia del viaggiatore italiano, calcolato mensilmente da Swg per conto di Confturismo-Confcommercio, fornisce indicazioni ancora peggiori per l'immediato futuro: la propensione a viaggiare, calcolata con interviste fatte tra il 21 e il 26 ottobre, scende a 49 punti - su scala 0-100 - il peggior risultato di 6 anni di rilevazione dopo i 44 punti di aprile, quando eravamo in pieno lockdown: 17 punti sotto a ottobre 2019. 

Sei  Italiani su dieci non prendono nemmeno in considerazione l'ipotesi di fare una vacanza da qui a fine anno e l'elemento alla base di tutto questo è la paura della pandemia, come dice il 64%. Un timore tanto radicato da influenzare - ed è questa la criticità maggiore - i mesi a venire fino all'estate 2021, quando gli intervistati considerano seriamente la possibilità di fare una vacanza di almeno 7 giorni.

Uno scenario dettato dall'emotività e dall'incertezza ma che, se confermato, farebbe saltare il business del settore per le settimane bianche, Carnevale e Pasqua.

Serve flessibilità
Dalle risposte degli intervistati emerge la richiesta di flessibilità nei contratti di acquisto dei servizi turistici - quindi possibilità di cancellare senza penali fino all'ultimo momento - e informazioni certe sulla sicurezza sanitaria della destinazione e del viaggio.

Meno importante, in questa fase, l'aspetto economico come, ad esempio, bonus e deducibilità fiscale delle spese di viaggio. Efficace, secondo lo studio, risulterebbe l'adesione di tutti i Paesi Ue - a partire dall'Italia - al "pacchetto Covid-19" varato a ottobre dalla Commissione Europea, che include la raccomandazione per regole comuni sulle limitazioni agli spostamenti, un protocollo apposito per i controlli sanitari rapidi sui viaggiatori e sull'applicazione delle quarantene ed uno scambio di informazioni immediato e certificato sugli andamenti epidemiologici.