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ECONOMIA

Saldi estivi

Saldi: famiglie spenderanno il 40% in meno. Pesa lo smart working

Oltre il 40% in meno per famiglia, in media 135 euro - meno di 60 euro pro capite. Perdita del valore complessivo intorno ai 2,1 miliardi di euro

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Saldi 'impazziti' al tempo del Covid. Le primissime sono state Sicilia e Calabria, seguite qualche giorno fa dalla Campania e oggi 25 luglio, con un cambio di data in corsa, anticipano il via tre regioni: Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte. Il resto d’Italia tiene duro e attende il primo agosto. Secondo le stime dell’Ufficio studi di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà oltre il 40% in meno, in media 135 euro - meno di 60 euro pro capite - per un valore complessivo intorno ai 2,1 miliardi di euro.

Per Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, “è un peccato che la Conferenza delle Regioni, invece di confermare la data unica al primo agosto, abbia lasciato alle Regioni la libertà di scegliere se anticipare di una settimana o meno, creando di fatto inopportune concorrenze tra territori limitrofi. I saldi, seppur imbrigliati dalle restrizioni economiche e dalle mascherine, rappresentano sempre un rito collettivo che, anche in tempi di Covid-19, risponde alle attese dei consumatori, se non altro per trovare il piacere dell’affare e della soddisfazione di un desiderio o per semplice gratificazione dopo un lungo periodo di rinunce”.

“I consumi post lockdown - prosegue Borghi - non sono al momento ripartiti, soprattutto nei centri delle grandi città che stanno vivendo un momento estremamente complicato, per l’elevato utilizzo dello smart working, della cassa integrazione e della situazione di incertezza che porta all’incremento del risparmio privato. Per far ripartire il settore dobbiamo trovare sinergie e collaborazioni, anche per permettere ai nostri centri di rivivere e dare maggior fiducia ai nostri connazionali verso l’acquisto nei negozi di prossimità. I saldi di fine stagione potrebbero così rappresentare una risposta, con un momentaneo picco euforico dei consumi, alle pesanti perdite registrate da oltre il 60% delle imprese dalla riapertura del 18 maggio”.