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MONDO

Glasgow

Cop26, Draghi: "Sui disastri ambientali c'è più percezione, ma nessuno ce la fa da solo"

"Ora, qui alla Cop26 dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo basarci sull'accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso" 

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"L'iniziativa è molto, molto importante, traccia il percorso che dovremo intraprendere tutti insieme per dare una risposta al problema che, continuiamo a dire, non possiamo risolvere da soli. Un singolo paese non può rispondere a questi problemi. E questa è forse la più importante iniziativa diretta a questo fine".

Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa a Glasgow in occasione della Cop26.

Per Draghi "c'è una crescente consapevolezza dei disastri ambientali a cui porta il trascurare questo aspetto, non lottare contro il cambiamento climatico, ma allo stesso tempo c'è una partecipazione da parte di alcuni paesi, che sono quelli che forse producono più emissioni, non coerente con gli impegni che sono stati presi collettivamente e che i dati rivelano anche incoerente con gli obiettivi".

"Desta ancora più preoccupazione lo straordinario aumento di emissioni avuto con la riapertura dell'attività economica dopo il Covid. Siamo già oltre i livelli precovid".

"Quello che rende molto complicato questo negoziato e in generale tutti i negoziati di questo tipo, è che i paesi hanno delle condizioni di partenza diverse tra loro. Ci sono paesi ricchi che però emettono molto più di altri paesi e che per esempio non hanno intrapreso, come ha fatto gran parte dei paesi dell'Unione europea, un percorso di riduzione delle emissioni altrettanto efficace".

"L'Ue credo conti per l'8% del totale delle emissioni mondiali e la Cina per il 28-29%, gli Usa per il 17-18% e le condizioni di partenza sono diverse per questo, ma sono anche diverse perché praticamente i paesi sono a un diverso stadio della loro storia economica del loro sviluppo.

Ci sono paesi che hanno cominciato a crescere e a diventare  più prosperi soltanto di recente e quindi il punto di vista di questi paesi è quello di dire "in fondo abbiamo noi questo problema perché tutti voi paesi ricchi avete inquinato quando noi non emettevamo emissioni. Quindi ora per quale motivo tutto il peso della riduzione delle emissioni deve scaricarsi su di noi?"

Poi ci sono paesi invece che sono forse i più colpiti dal cambiamento climatico, sono paesi che emettono molto poco o perché sono poveri o per loro incapacità. Ci sono anche quelli che hanno un'economia basata essenzialmente, come le piccole isole dei Caraibi, sul turismo.

"C'è stato un bellissimo discorso stamattina del primo ministro delle Barbados. Straordinario quel discorso che ha fatto. Spesso sono paesi vulnerabili che mancano delle risorse necessarie anche a fare degli investimenti infrastrutturali che è la cosa più semplice che li protegga dagli eventi drammatici del cambiamento climatico".

"Quindi questa è la difficoltà del negoziato. Io da questo coop 26 mi aspetto che in un certo senso costruisca sui risultati del G20 e vada più in là".

"Se si riesce a portare dentro i capitali privati nella lotta al cambiamento climatico ci si accorge che non ci sono vincoli finanziari. Le disponibilità del settore privato e delle grandi istituzioni finanziarie internazionali le banche, ammontano a decine di trilioni di dollari. Cosa è necessario per mobilizzare questi investimenti? È necessario che anche il settore pubblico aiuti questo denaro privato a suddividere il rischio. Questi investimenti hanno gradi di rischio di diversa entità e non possono essere sopportati dal solo settore privato e quindi il settore pubblico deve intervenire.



Global minimum tax è risultato straordinario
"Io non se c'è e quale è" il ricasco quantitativo della minimum global tax in Italia nata al G20 di Roma, io non lo conosco, "mentre se ci fosse qui il ministro Franco certamente lo conoscerebbe". Ma non c'è dubbio che quella tassa globale nata al G20 è l'ultimo passo di un anno di lavoro in cui si sono ottenuti pienamente risultati straordinari inseguiti per anni". E "anche sul collegamento tra finanza e salute ci sono stati risultati, con una nuova  task force all'interno dell' Organizzazione Mondiale della Sanità".

Io leader? No, grazie
"Io mi candido a leader di qualcosa? No no, per carità...". Il premier Mario Draghi ha tagliato corto sulle sue aspirazioni personali di ledership internazionale a seguito del successo di immagine riportato dal G20 di Roma da lui presieduto. 

Cina e Russia, passi avanti
"Nelle discussioni del G20 ci sono stati spostamenti nelle posizioni precedentemente assunte da questi paesi nella direzione di una maggiore vicinanza al tema della lotta al cambiamento climatico. Ormai sul piano degli obiettivi, delle ambizioni non ci sono molte differenze tra questi paesi e gli altri. È sulla velocità con cui affrontare queste sfide che ancora ci sono divergenze". 

"Il fatto che sia stato per la prima volta accettato da tutti che i gradi di temperatura necessari siano un grado e mezzo e non due, quelli da evitare, è molto importante. Questo impegna questi Paesi, come tutti gli altri, a fare azioni coerenti di fronte alla propria opinione pubblica. Non so come evolverà qui il negoziato con questi paesi", ha aggiunto, spiegando che però "l'impressione" è che ci sia "disponibilità a parlare" e "fare passi avanti".