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MONDO

Apprensione per i connazionali

Congo nel caos, paura per gli italiani bloccati

Spari e massacri in varie zone della capitale Kinshasa. Il governo locale promette di velocizzare le adozioni dei bambini
 

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Violenze in Congo
Kinshasa (Rdc)
Un dramma nel dramma. L'angoscia per le famiglie italiane bloccate da due mesi nella Repubblica democratica del Congo per riportare in Italia i loro bambini adottati si è sommata al terrore per una violenta sparatoria nella capitale Kinshasa seguita dal massacro di una settantina di ribelli. Il premier Enrico Letta ha espresso "vicinanza" alle famiglie italiane aggiungendo che il governo sta lavorando per risolvere positivamente la vicenda. Palazzo Chigi ha poi annunciato a breve una missione di funzionari del Congo a Roma, mentre il primo ministro congolese ha confermato l'impegno a velocizzare il riesame delle adozioni, disponendo che i casi italiani siano verificati per primi.

La preoccupazione delle autorità italiane
"Confidiamo nella promessa del premier congolese", ha sottolineato il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, mentre la titolare della Farnesina Emma Bonino ha annunciato che è stata "rafforzata l'ambasciata in loco inviando due persone" e ha ribadito che l'impegno del governo è quotidiano: "Non demordiamo". Ma le rassicurazioni del governo non hanno placato l'angoscia di una coppia di italiani a Kinshasa. Una sofferenza che Michela Gentili e Andrea Minocchi hanno espresso in una telefonata ai propri parenti a Macerata: "Le adozioni - hanno detto - sono chiuse almeno fino a settembre-ottobre 2014. Fate qualcosa, aiutateci a tornare con i bambini". Quella di lunedì, in Congo, è stata una giornata di ordinaria follia. La mattinata si è aperta con una violenta sparatoria all'aeroporto internazionale di Kinshasa e in un campo militare della capitale. A guidare la rivolta è stato un pastore ex candidato alle presidenziali del 2006, Joseph Mukungubila Mutombo.

I miliziani in azione a Kinshasa
I miliziani armati hanno preso il controllo della tv pubblica, tenuto in ostaggio diversi giornalisti e letto in video un messaggio apparentemente rivolto al presidente della Repubblica democratica del Congo, Joseph Kabila. E subito si è diffuso il panico. "Siamo in pericolo", ha scritto in una mail Enrico, un papà italiano. "Vi prego di aiutarci a sollecitare la Farnesina ad adoperarsi per farci tornare a casa". Immediatamente l'ambasciata italiana a Kinshasa ha fatto sapere di essere in costante contatto con gli italiani mentre l'Unità di crisi della Farnesina ha consigliato ai connazionali di non uscire di casa. Qualche ora dopo le forze governative hanno annunciato di aver ripreso il controllo di tutti i punti nevralgici della capitale con un bilancio di una quarantina di morti. Poi però sono arrivate altre notizie di scontri nella città mineraria di Lubumbashi, nell'ovest del Paese. E anche qui si sono registrate decine di vittime.

Le rassicurazioni dell'ambasciatore
Nel pomeriggio è stato l'ambasciatore del Congo in Italia a dare un'ulteriore rassicurazione: "La situazione a Kinshasa è molto calma e sotto controllo. Non dovete avere nessuna preoccupazione", ha detto Albert Tshiseleka Felha. Al momento tuttavia la situazione nel Paese africano continua a restare caotica e con notizie contraddittorie. Non si starebbe combattendo più fra miliziani e forze governative, stando alle autorità. Ma le forze ribelli fedeli a Mukungubila hanno affermato in serata di avere sotto controllo l'aeroporto di Kindu. Lo scalo della capitale rimane invece al momento chiuso.