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EUROPA

Al via seconda giornata

Consiglio europeo: "Russia fermi azioni contro Ue". E' scontro con Orban su legge Lgbtq

"Il Consiglio europeo chiede alla Russia di assumersi pienamente la responsabilità nell'assicurare l'attuazione degli accordi di Minsk come condizione chiave per qualsiasi cambiamento sostanziale nella posizione dell'Ue" si legge nelle conclusioni finali. Sui migranti i leader Ue chiedono "azioni concrete e mirate"

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Al via la seconda giornata del Consiglio europeo che si è aperta con l'invito del presidente Charles Michel al cancelliere austriaco Sebastian Kurz a parlare della Svizzera. Poi c'è stato un breve intervento del primo ministro svedese sul Giorno di ricordo dell'Olocausto di Malmo. Ora si è aperto il dibattito sulle questioni economiche. Lo si apprende da fonti Ue. E' previsto anche un pranzo di lavoro dei membri dell’Eurosummit con la partecipazione del presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, e della presidente della Bce, Christine Lagarde

La conferenza stampa della presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, e del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, inizialmente prevista dopo la cena di lavoro dei leader europei, è stata posticipata alla fine del meeting, come ha scritto Barend Leyts, il portavoce del presidente del Consiglio europeo, su Twitter.

"Il Consiglio europeo si aspetta che la Russia dimostri un coinvolgimento più costruttivo e un impegno politico e fermi le azioni contro l'Ue e i suoi Stati membri, così come contro i Paesi terzi". Lo si legge nelle conclusioni adottate dal Consiglio europeo in merito alle relazioni con la Russia.

"Il Consiglio europeo chiede alla Russia di assumersi pienamente la responsabilità nell'assicurare l'attuazione degli accordi di Minsk come condizione chiave per qualsiasi cambiamento sostanziale nella posizione dell'Ue. Il Consiglio europeo ha discusso le relazioni con la Russia sulla base del rapporto dell'Alto rappresentante per la politica estera Ue. L'Unione europea si impegna in un approccio unito, a lungo termine e strategico, basato sui cinque principi guida. Il Consiglio europeo invita il Consiglio, la Commissione e l'Alto rappresentante a continuare ad attuarli pienamente con rispetto ai valori, ai principi e agli interessi dell'Unione europea.

Riguardo al rafforzamento della nostra resilienza, il Consiglio europeo sottolinea la necessità di una risposta ferma e coordinata da parte dell'Ue e dei suoi Stati membri verso ogni attività malefica, di disturbo o illegale da parte della Russia, facendo pieno uso di tutti gli strumenti, a disposizione dell'Ue e assicurando un coordinamento con i partner. A questo fine, il Consiglio europeo invita anche la Commissione e l'Alto rappresentante a presentare opzioni per misure restrittive aggiuntive, includendo sanzioni economiche".

"Il Consiglio europei reitera l'apertura dell'Unione europea a un impegno selettivo con la Russia, nelle aree di interesse dell'Ue - si legge ancora nelle conclusioni adottate dal Consiglio europeo in merito alle relazioni con la Russia - Invita la Commissione e l'Alto rappresentante a sviluppare opzioni concrete, incluse le condizionalità e gli strumenti di leva a questo riguardo, in prospettiva di una considerazione da parte del Consiglio su temi come il clima e l'ambiente, la salute così come specifiche questioni di politica estera e sicurezza e temi multilaterali come il Jpcoa (l'accordo sul nucleare iraniano), la Siria e la Libia. In questo contesto il Consiglio europeo esplorerà forme e condizionalità di dialogo con la Russia".

"Il Consiglio europeo condanna le limitazioni delle libertà fondamentali in Russia e il restringimento dello spazio della società civile. Sottolinea la necessità dei contatti tra le persone, e il supporto continuo Ue alla società civile russa, le organizzazioni dei diritti umani e i media indipendenti. Invita la Commissione e l'Alto rappresentante ad avanzare proposte a questo riguardo. Il Consiglio europeio - si legge ancora - reitera il suo pieno supporto agli sforzi per ristabilire la verità, giustizia e responsabilità per le vittime dell'MH17 (volo Malaysia Airlines) e dei loro parenti, e chiama gli Stati a cooperare pienamente con le indagini legali in corso. Il Consiglio europeo tornerà su questo tema, valuterà l'attuazione e fornirà un ulteriore indirizzo se necessario".

Leader Ue escludono vertice con Putin
Il premier olandese Rutte ha escluso che parteciperà a un eventuale summit con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca secondo la proposta di Francia e Germania. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il premier estone Kaja Kallas. Il Cremlino - secondo quanto riporta la Tass - "si rammarica" per il rifiuto.

Rafforzare partenariato orientale
"Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di approfondire ulteriormente e intensificare i legami politici, economici e tra le persone, e la cooperazione con i Partner Orientali in prospettiva di aumentare la loro resilienza. In questo contesto richiama la dichiarazione del Summit de Partner Orientali del 2017 che riconosce le aspirazioni europee e la scelta europea dei Partner Orientali coinvolti, come stabilito negli accordi di associazione, e nel contesto della loro entrata in vigore. Sottolinea anche il suo impegno ad approfondire le relazioni con l'Asia centrale". Lo si legge nelle conclusioni adottate dal Consiglio europeo in merito alle relazioni con la Russia.

Scontro con Ungheria su legge Lgbtq
Il tema non è nell'agenda ufficiale ma è entrato a gamba tesa nel Consiglio europeo. Il presidente Charles Michel ha voluto che si parlasse del rispetto dei diritti civili in Ungheria con l'approvazione della nuova legge sull'educazione sessuale ai minori.

La questione agita le istituzioni europee e gli Stati membri da giorni. Prima l'iniziativa dei Paesi del Benelux di una dichiarazione congiunta contro il provvedimento di Budapest, accusato di essere discriminatorio verso le persone lgbtq, poi la presa di posizione di ieri della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha definito una vergogna il provvedimento del governo Orbàn, e infine una escalation di iniziative e dichiarazioni che hanno aperto la prima giornata del Consiglio europeo.

Già all'arrivo a Palazzo Europa molti leader si erano presentati con la spilletta arcobaleno sulla giacca e hanno rilasciato dichiarazioni infuocate. A cominciare dal primo ministro olandese, Mark Rutte, e da quello belga, Alexander De Croo, tra i promotori della dichiarazione anti-Ungheria. Mentre al suo ingresso al vertice il premier ungherese, Victor Orban, aveva espresso sicumera sulla bontà del suo provvedimento, annunciandone la definitiva approvazione e chiedendo una non ingerenza dell'Ue nelle questioni nazionali.

"E' sempre meglio leggere prima e poi reagire. Sono stato un difensore della libertà nel regime comunista dove l'omosessualità era punita. Difendo i diritti dei ragazzi omosessuali ma questa legge non riguarda questo, è su ogni tipo di interferenza sessuale, è sul diritto dei bambini e dei genitori, decide che il modo con cui educare i bambini appartiene solo ai genitori", ha detto il presidente sovranista che ieri aveva definito "una vergogna" le accuse da parte della Commissione europea.

Sul tema si sono espressi, in una conferenza congiunta, anche detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e il presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli. "Nessuna discriminazione è accettabile in qualsiasi circostanza e tutte le discriminazione contro le persone Lgbt sono totalmente inaccettabili nelle nostre società moderne", ha affermato il capo dell'Onu.  "Ho ricordato al Consiglio che noi dobbiamo chiedere severità a noi stessi sulla difesa dello stato di diritto e ho fatto presente che alcune iniziative dell'Ungheria nei giorni scorsi hanno destato perplessità in tutte le istituzioni europee e negli Stati membri. Su questo è intervenuto anche Orban, dicendo che nel suo Paese non ci sono violazioni, gli ho fatto presente che ci sono state critiche in tutte le istituzioni e di considerarle", ha chiosato Sassoli.

La Commissione europea, da parte sua, ha mandato una lettera molto dettagliata alla ministra della giustizia ungherese, Judit Varga, in cui nella legge di Budapest si ravvisano gli estremi di violazioni delle direttive sui servizi dei media audiovisivi, sull'e-commerce e sulla Carta dei diritti fondamentali. Il governo di Orbàn ha tempo fino al 30 giugno per rispondere a Bruxelles. Poi potrebbero scattare ulteriori provvedimenti, come le procedure di infrazione fino al ricorso alla Corte di giustizia Ue, sanzioni che hanno tempi lunghissimi.

Intanto, in serata è arrivata la risposta seccata della ministra della giustizia ungherese, Judit Varga, al primo ministro olandese Rutte che aveva detto che non c'è posto in Europa per il Paese governato da Orbàn. "L'Ungheria non vuole lasciare l'Unione europea - ha detto la ministra -. Al contrario, vogliamo salvarla dagli ipocriti". Un nuovo capitolo in uno scontro che terrà banco ancora per molto.

Migranti, azioni concrete e mirate
I leader dell'Unione europea, riuniti nel vertice a Bruxelles, hanno chiesto alla Commissione "azioni immediate e concrete" per i Paesi di origine e transito per affrontare il problema migratorio. E' la strategia dell'azione sulla dimensione esterna, basato soprattutto sulla cooperazione, finanziaria in primis, con i Paesi partner e quindi sulla protezione dei confini esterni. Di ricollocamenti e riforme di Dublino si parlerà in un secondo momento. Intanto, i capi di Stato e di Governo dei Ventisette hanno chiesto alla Commissione di "presentare, in stretta cooperazione con gli Stati membri, piani d'azione per i Paesi di origine e transito nell'autunno 2021, indicando obiettivi chiari, ulteriori misure di sostegno e tempistiche concrete". Hanno inoltre invitato la Commissione a "fare il miglior uso possibile di almeno il 10% della dotazione finanziaria dell'Ndici (strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale), nonché dei finanziamenti nell'ambito di altri strumenti pertinenti, per azioni relative alla migrazione e a riferire al Consiglio sulle sue intenzioni al riguardo entro novembre". Nell'immediato, il Consiglio europeo - che non trattava il tema migratorio dal vertice del giugno 2018 - ha confermato che "saranno intensificati i partenariati e la cooperazione reciprocamente vantaggiosi con i Paesi di origine e di transito, come parte integrante dell'azione esterna dell'Unione europea". 

"L'approccio sarà pragmatico, flessibile e su misura, farà un uso coordinato, come Team Europe, di tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili dell'Ue e degli Stati membri e si svolgerà in stretta collaborazione con l'Unhcr e l'Oim", si legge nelle conclusioni di vertice. Il piano "dovrà affrontare tutte le rotte e basarsi su un approccio globale, affrontando le cause profonde, sostenendo i rifugiati e gli sfollati nella regione, sviluppando capacità di gestione della migrazione, sradicando il contrabbando e la tratta, rafforzando il controllo delle frontiere, cooperando in materia di ricerca e soccorso, affrontando la migrazione legale nel rispetto delle competenze nazionali e garantendo il rimpatrio e la riammissione". Infine, il Consiglio europeo ha "condannato e respinto ogni tentativo di Paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici". 


Migranti, Turchia: "Ok a rifinanziamento, cooperiamo ma preoccupa stato di diritto"
Il Consiglio europeo è tornato sulla situazione nel Mediterraneo orientale e sulle relazioni dell'Unione europea con la Turchia e ha ricordato "l'interesse strategico dell'UE ad avere un contesto stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale e sviluppare relazioni di cooperazione reciprocamente vantaggiose con la Turchia". Accoglie con favore "l'allentamento delle tensioni nel Mediterraneo orientale, che deve proseguire in linea con la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del 25 marzo 2021".

Il Consiglio europeo ribadisce che "l'UE e' pronta a dialogare con la Turchia in modo graduale, proporzionato e reversibile per intensificare la cooperazione in una serie di settori di interesse comune, ferme restando le condizionalità stabilite a marzo e in precedenti conclusioni del Consiglio europeo". In linea con tale contesto, "prende atto dell'avvio dei lavori a livello tecnico in vista di un mandato per la modernizzazione dell'unione doganale UE-Turchia e rammenta la necessita' di affrontare le difficoltà attualmente incontrate nell'attuazione dell'unione doganale, garantendone l'effettiva applicazione a tutti gli Stati membri. Tale mandato può essere adottato dal Consiglio, fatti salvi ulteriori orientamenti da parte del Consiglio europeo".

Il Consiglio ue "prende inoltre atto dei lavori preparatori per i dialoghi ad alto livello con la Turchia su questioni di interesse reciproco, quali la migrazione, la salute pubblica, il clima, la lotta al terrorismo e questioni regionali". Il Consiglio europeo invita la Commissione "a presentare senza indugio proposte formali per il proseguimento dei finanziamenti a favore dei rifugiati siriani e delle comunità di accoglienza in Turchia, Giordania, Libano e altre parti della regione, in linea con la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del marzo 2021 e nel contesto della politica migratoria globale dell'UE".

Il Consiglio europeo ricorda le sue precedenti conclusioni e mantiene "il pieno impegno a favore di una soluzione globale del problema di Cipro sulla base di una federazione bicomunitaria e bizonale caratterizzata dall'uguaglianza politica, in conformità delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sottolinea l'importanza dello status di Varosha e chiede il pieno rispetto delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare delle risoluzioni 550, 789 e 1251. Deplora il fatto che la riunione informale di Ginevra sotto gli auspici delle Nazioni Unite non abbia aperto la strada alla ripresa di negoziati formali. L'Unione europea continuerà a svolgere un ruolo attivo a sostegno di tale processo".

"Lo Stato di diritto e i diritti fondamentali in Turchia continuano a costituire una preoccupazione essenziale - sottolinea il Consiglio Ue -. Gli attacchi ai partiti politici, ai difensori dei diritti umani e ai media rappresentano significative battute d'arresto per i diritti umani e sono in contrasto con gli obblighi della Turchia di rispettare la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti delle donne. Il dialogo su tali questioni rimane parte integrante delle relazioni tra l'UE e la Turchia". In linea con l'interesse comune dell'UE e della Turchia alla pace e alla stabilita' regionali, il Consiglio europeo si attende che la Turchia e tutti gli attori "diano un contributo positivo alla risoluzione delle crisi regionali".

Libia: "Stabilizzazione con Onu e ritiro forze straniere"
"Il Consiglio europeo conferma il suo impegno a favore del processo di stabilizzazione della Libia sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Le elezioni dovrebbero svolgersi come concordato nella tabella di marcia il 24 dicembre 2021 e i loro risultati dovrebbero essere accettati da tutti. Il Consiglio europeo chiede progressi nel dialogo politico inclusivo e di proprietà libica e il ritiro senza indugio di tutte le forze e mercenari stranieri". 

Bielorussia: "Bene sanzioni rapide, liberare prigionieri"
"Il Consiglio europeo si compiace della tempestiva attuazione delle misure relative alla Bielorussia, in linea con le sue conclusioni del 24-25 maggio 2021. Il Consiglio europeo ribadisce il suo appello per l'immediato rilascio di tutti i prigionieri politici e le persone detenute arbitrariamente, compresi Raman Pratasevich e Sofia Sapega, e per la fine della repressione della società civile e dei media indipendenti. Ribadisce il diritto democratico del popolo bielorusso di eleggere il proprio presidente attraverso nuove elezioni libere ed eque".

Cybersecurity, vagliare misure appropriate
"Il Consiglio europeo condanna le recenti attività informatiche dannose contro gli Stati membri, anche in Irlanda e Polonia. Invita il Consiglio a vagliare misure appropriate nel quadro degli strumenti della diplomazia informatica".