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ITALIA

Napoli

Consip, arrestato per corruzione Alfredo Romeo. Italo Bocchino indagato per traffico di influenze

I pm: l'imprenditore Carlo Russo e Tiziano Renzi, padre dell'ex premier "si facevano promettere indebitamente da Alfredo Romeo l'erogazione di somme mensili". Perquisizioni neIl'abitazione dell'ex parlamentare Pdl, Italo Bocchino

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Alfredo Romeo (ansa)
L'imprenditore campano Alfredo Romeo è stato arrestato questa mattina dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza in relazione ad un episodio di corruzione nell'ambito dell' inchiesta Consip. Si tratta di un filone di indagine nato a Napoli, e per il quale l'imprenditore napoletano è indagato dai pm partenopei per associazione a delinquere di stampo mafioso, emigrato poi a Roma per competenza. In questa tranche romana, risultano indagati l'allora sottosegretario Luca Lotti, il generale dell'Arma Tullio Del Sette e il padre dell'ex premier, Matteo Renzi, Tiziano. 

L'inchiesta è scaturita da un'indagine che era stata avviata nei mesi scorsi dalla procura di Napoli per presunte irregolarità nelle assegnazioni di alcuni appalti. Un'indagine condotta dai pm della Dda, John Woodcock e Celeste Carrano: il fatto che il procedimento sia condotto dai magistrati dell'antimafia è motivato dal presunto collegamento ai clan di alcuni dipendenti della ditta di pulizia, che fa capo al gruppo Romeo, che ottenne l'appalto per svolgere tale servizio all'ospedale Cardarelli di Napoli.

Dagli accertamenti svolti dai magistrati emerse un presunto sistema di tangenti in riferimento sia all'appalto nell'ospedale Cardarelli che per altri lavori pubblici a Napoli. Gli sviluppi più importanti dell'indagine sono collegati alle intercettazioni telefoniche ed ambientali ed altre attività, come sequestri e perquisizioni (a Roma furono trovati in una discarica dei pizzini sui quali secondo l'accusa Romeo avrebbe annotato importo e destinatari delle mazzette) che hanno portato all'apertura del filone sugli appalti della Consip, la centrale di spesa della pubblica amministrazione. Ciò ha comportato una trasmissione, per competenza territoriale, di buona parte degli atti, alla procura di Roma che sta operando in stretto contatto con i colleghi della procura partenopea.  

Bocchino e Russo indagati dalla Procura di Roma per traffico influenze
L'ex parlamentare di An e del Pdl Italo Bocchino, consulente di Alfredo Romeo, e Carlo Russo,
imprenditore farmaceutico di Scandicci, amico di Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, sono indagati dalla procura di Roma per traffico di influenze nell'ambito dell'inchiesta su Consip. Le abitazioni di entrambi sono state perquisite dai carabinieri del Noe e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli. Per traffico di influenze è indagato lo stesso Tiziano Renzi.

Decreto di perquisizione, pm: 'Erogazione somme mensili da Romeo' 
L'imprenditore Carlo Russo e Tiziano Renzi, "sfruttando le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni", ad di Consip, "si facevano promettere indebitamente da Alfredo Romeo", arrestato oggi, "che agiva previo concerto con Italo Bocchino, suo consulente, utilità a contenuto economico, consistenti nell'erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni", in relazione allo svolgimento di gare. E' quanto si legge nella contestazione riportata nel decreto di perquisizione a carico di Russo. In particolare, nel decreto di perquisizione emesso dalla procura di Roma, si legge come l'imprenditore Alfredo Romeo, in concerto con il suo consigliere personale Italo Bocchino, "lautamente retribuito", "si sia accordato con Carlo Russo (a fronte di ingenti somme di denaro promesse) affinché questi", utilizzando le sue personali relazioni e quelle di Tiziano Renzi, "interferisca indebitamente sui pubblici ufficiali presso la Consip al fine di agevolare la società di cui Romeo è dominus".  

Marco Gasparri indagato per corruzione
Salvatore Romeo ha consegnato somme di danaro, circa 100mila euro, all'ex dirigente Consip Marco Gasparri per acquisirne l'asservimento della sua funzione in relazione alle sue attività imprenditoriali e con particolare riferimento ad uno dei lotti più prestigiosi del mega-appalto FM4 (facility management) da 2,7 miliardi di euro. È questa l'accusa contestata dai pm all'imprenditore napoletano finito oggi in carcere per corruzione. Lo stesso Gasparri è indagato a piede libero per corruzione.