ITALIA
La decisione della sezione disciplinare
Consip, il Csm assolve John Woodcock. Il pm: "Restituitemi il mio onore"
Assolto perché il fatto è risultato "di scarsa rilevanza"

Assoluzione "per essere risultato il fatto di scarsa rilevanza". Questa la decisione della sezione disciplinare del Csm presa stamani nei confronti del pm di Napoli Henry John Woodcock, in relazione ad alcuni 'virgolettati' sul caso Consip contenuti in un articolo di 'Repubblica' dell'aprile 2017.
Il 'tribunale delle toghe', presieduto dal laico della Lega Stefano Cavanna, ha quindi così rivalutato la vicenda alla luce della sentenza con cui, lo scorso novembre, le sezioni unite civili della Cassazione, accogliendo parzialmente il ricorso del magistrato, avevano annullato con rinvio la precedente decisione della disciplinare, con la quale a Woodcock era stata inflitta la sanzione della censura. Il primo procedimento davanti alla disciplinare si era concluso con la sanzione a Woodcock, perché quei 'virgolettati' vennero ritenuti una "grave scorrettezza" nei confronti dell'allora procuratore facente funzioni Nunzio Fragliasso. Già nel primo processo, e mai riproposta in seguito, era invece caduta l''accusa', contestata dal pg di Cassazione sia a Woodcock che alla sua collega della procura di Napoli Celestina Carrano - che venne assolta -, di aver violato i doveri di "imparzialità, correttezza e diligenza", con le modalità in cui, il 21 dicembre 2016, venne svolto l'interrogatorio di Filippo Vannoni, all'epoca consigliere economico di Palazzo Chigi, sentito come persona informata sui fatti e non come indagato, dunque senza l'assistenza di un difensore.
Woodcock: "Io leale"
Vedersi restituito il suo "onore". Questa la richiesta che il pm napoletano Henry John Woodcock, con il suo difensore Marcello Maddalena, ha rivolto alla Sezione disciplinare del Csm , rendendo dichiarazioni spontanee nel processo che si è concluso con la sua assoluzione e rivendicando la propria "lealtà e correttezza". La contestazione che gli veniva rivolta "riguarda un profilo - ha detto il pm - che viene ancora prima dei profili funzionali, ovvero quello della correttezza, della lealtà e dell'onore, valori che ci vengono trasmessi, ancor prima di diventare magistrato, dai nostri genitori; una piccola biblioteca che va in fiamme quando scompaiono". "Quando ebbi l'avviso di garanzia dalla procura di Roma - ha ricordato - fui chiamato dal collega e amico Nunzio Fraglisso (allora Procuratore facente funzioni a Napoli) che mi confermò la fiducia e la delega per il processo Romeo, e che mi difese pubblicamente. Il nostro rapporto è sempre stato di amicizia ed è continuato con la stessa amicizia. Ancora oggi, con i colleghi della procura di Roma lavoriamo gomito a gomito condividendo indagini, con la correttezza che riguarda non solo i rapporti tra colleghi, ma tra tutti gli operatori della cittadella giudiziaria".
"La lealtà, la correttezza, la sincerità è una caratteristica e una qualità che mi riconosco. È una sorta di obbligazione naturale, di debito che riconosco a chi questi valori mi ha impartito, e cioè ai miei genitori", ha detto ancora Woodcock. Maddalena ha invece ricordato che il magistrato napoletano era stato rassicurato che nulla sarebbe uscito su 'Repubblica' dalla giornalista che il giorno dopo, invece, pubblicò l'articolo. "Nemmeno il peggior nemico del dottor Woodcock può trovare in questi atti la benché minima traccia di qualcosa che abbia scalfito la sua immagine dentro e fuori gli uffici giudiziari. "Il dottor Woodcock ha il dogma della correttezza e la sezione disciplinare gli deve restituire ciò che per Woodcock fa parte del proprio onore".
Il 'tribunale delle toghe', presieduto dal laico della Lega Stefano Cavanna, ha quindi così rivalutato la vicenda alla luce della sentenza con cui, lo scorso novembre, le sezioni unite civili della Cassazione, accogliendo parzialmente il ricorso del magistrato, avevano annullato con rinvio la precedente decisione della disciplinare, con la quale a Woodcock era stata inflitta la sanzione della censura. Il primo procedimento davanti alla disciplinare si era concluso con la sanzione a Woodcock, perché quei 'virgolettati' vennero ritenuti una "grave scorrettezza" nei confronti dell'allora procuratore facente funzioni Nunzio Fragliasso. Già nel primo processo, e mai riproposta in seguito, era invece caduta l''accusa', contestata dal pg di Cassazione sia a Woodcock che alla sua collega della procura di Napoli Celestina Carrano - che venne assolta -, di aver violato i doveri di "imparzialità, correttezza e diligenza", con le modalità in cui, il 21 dicembre 2016, venne svolto l'interrogatorio di Filippo Vannoni, all'epoca consigliere economico di Palazzo Chigi, sentito come persona informata sui fatti e non come indagato, dunque senza l'assistenza di un difensore.
Woodcock: "Io leale"
Vedersi restituito il suo "onore". Questa la richiesta che il pm napoletano Henry John Woodcock, con il suo difensore Marcello Maddalena, ha rivolto alla Sezione disciplinare del Csm , rendendo dichiarazioni spontanee nel processo che si è concluso con la sua assoluzione e rivendicando la propria "lealtà e correttezza". La contestazione che gli veniva rivolta "riguarda un profilo - ha detto il pm - che viene ancora prima dei profili funzionali, ovvero quello della correttezza, della lealtà e dell'onore, valori che ci vengono trasmessi, ancor prima di diventare magistrato, dai nostri genitori; una piccola biblioteca che va in fiamme quando scompaiono". "Quando ebbi l'avviso di garanzia dalla procura di Roma - ha ricordato - fui chiamato dal collega e amico Nunzio Fraglisso (allora Procuratore facente funzioni a Napoli) che mi confermò la fiducia e la delega per il processo Romeo, e che mi difese pubblicamente. Il nostro rapporto è sempre stato di amicizia ed è continuato con la stessa amicizia. Ancora oggi, con i colleghi della procura di Roma lavoriamo gomito a gomito condividendo indagini, con la correttezza che riguarda non solo i rapporti tra colleghi, ma tra tutti gli operatori della cittadella giudiziaria".
"La lealtà, la correttezza, la sincerità è una caratteristica e una qualità che mi riconosco. È una sorta di obbligazione naturale, di debito che riconosco a chi questi valori mi ha impartito, e cioè ai miei genitori", ha detto ancora Woodcock. Maddalena ha invece ricordato che il magistrato napoletano era stato rassicurato che nulla sarebbe uscito su 'Repubblica' dalla giornalista che il giorno dopo, invece, pubblicò l'articolo. "Nemmeno il peggior nemico del dottor Woodcock può trovare in questi atti la benché minima traccia di qualcosa che abbia scalfito la sua immagine dentro e fuori gli uffici giudiziari. "Il dottor Woodcock ha il dogma della correttezza e la sezione disciplinare gli deve restituire ciò che per Woodcock fa parte del proprio onore".