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ITALIA

Il vicepresidente del Csm

Consip, Legnini: fatti molto gravi ma nessuno scontro

Legnini: "Qualcosa a Napoli non è andato"

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Giovanni Legnini (ansa)
"Allo stato non ci risulta alcun conflitto tra Procure. Ci riserviamo di intervenire se dovessero emergere profili di criticità". Lo ha detto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, spiegando alla stampa le motivazioni alla base della decisione del Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli di non autorizzare l'apertura di una pratica sul caso Consip.

"Reputo questi fatti molto gravi - ha aggiunto, parlando della "rivelazione del segreto di indagine" e della "presunta falsificazione" - che richiedono che l'attività di indagine vada fino in fondo. Per questo vogliamo fornire ai magistrati inquirenti la serenità nello svolgere il loro dovere. Questa vicenda mette a rischio la fiducia nella magistratura ed è questo che vogliamo contrastare".

Legnini ha sottolineato che sarà compito dei procuratori generali di Roma e Napoli definire se e come abbia funzionato il coordinamento tra le due procure. "Penso sia opportuno che i procuratori generali si occupino di questo aspetto", ha detto Legnini.

Legnini: Qualcosa a Napoli non è andato
"È evidente che qualcosa non è andato alla procura di Napoli, tant'è che Roma indaga: è un fatto di una tale semplicità, la procura di Roma indaga su ciò che non è andato altrove". Così il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, durante la conferenza stampa. "È pacifico che qualcosa non sia andato", ha concluso Legnini.

Fuga notizie secretate è grave problema, va affrontato
"C'è un problema che riguarda il controllo efficace sugli atti coperti da segreto nelle indagini? La risposta è sì, c'è e va affrontato, e meglio disciplinato". Così Legnini nell'incontro con la stampa nel quale ha spiegato i motivi della decisione del consiglio di non aprire una pratica su Consip, sottolineando però la gravità di quanto accaduto, a cominciare dalla fuga di notizie nel passaggio di carte da Napoli a Roma. Questo aspetto, sottolinea Legnini, "è nella nuova circolare sul lavoro delle procure nella quale andrà affrontato questo problema".

Per questo il Csm ha disposto la trasmissione alla settima commissione, allo studio della quale è la circolare in questione, del provvedimento varato oggi. Obiettivo, si legge nel provvedimento stesso, "delineare gli indirizzi e le migliori prassi di coordinamento tra diversi uffici, anche con riguardo al controllo sulla divulgazione degli atti investigativi coperti da segreto, all'impiego della polizia giudiziaria e alle direttive ad essa impartite, nonché alla verifica delle conseguenti attività svolte dalla stessa polizia giudiziaria".