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ITALIA

Avrebbe ricevuto 220mila euro

"Rivelati segreti del Governo", indagata consulente del ministero dell'Economia

L'esperta, che proviente dalla società di consulenza Ernst&Young, avrebbe continuato a percepire denaro dall'azienda per rivelare "segreti" fiscali mentre era consulente del ministro Padoan

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Un’esperta fiscale del ministro dell’Economia Padoan avrebbe ricevuto denaro dalla società da cui proveniva, la Ernst&Young, per rivelare i segreti del governo.

E’ quanto si legge stamattina sul Corriere della sera: sulla scorta di mail sequestrate e di telefonate intercettate, a conclusione degli accertamenti i pm milanesi Paolo Filippini e Giovanni Polizzi ritengono quindi di accusare Ernst&Young (Italia) come società, e il suo senior partner e rappresentante italiano Marco Ragusa, di «corruzione» della consigliere ministeriale Susanna Masi, alla quale contestano anche l’ipotesi di «rivelazione di segreto d’ufficio» e il reato di «false attestazioni sulle qualità personali» per non aver dichiarato il proprio conflitto di interessi.
 
I pagamenti, bonifici che sembrano normale prosecuzione degli stipendi erogati quando era ancora consulente di Ernst&Young, ammonterebbero a circa 220mila euro. Secondo l’accusa il flusso informativo tra la consulente e la società sarebbe andato in due direzioni, da una parte l’esperta avrebbe rivelato i contenuti delle manovre fiscali del governo in modo tale da permettere alla scoietà di offire tempestivfamente ai suoi clienti prodotti che tenessero in considerazione le nuove noramtive. Dall’altra la consulente, sempre secondo le indagini, si sarebbe «resa disponibile a proporre modifiche, a vantaggio di Ernst&Young e dei suoi clienti, alla normativa fiscale interna in corso di predisposizione, nella materia di transazioni finanziarie nella quale era direttamente coinvolta quale membro della segreteria tecnica del ministero».
 
L’accusa di «rivelazione di segreto» appare legata al fatto che Masi — secondo la lettura che la Procura fa di mail del 30 maggio 2013 e di intercettazioni del 28 marzo 2014 — avrebbe «comunicato a Ernst&Young notizie riservate, ottenute per ragioni d’ufficio e che dovevano restare segrete, relative alla proposta di introduzione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie», e «discusse tra i rappresentanti degli 11 Stati partecipanti ai lavori della cooperazione internazionale». Un oblò assai prezioso da sbirciare per la società, tanto da innescare un giro di mail tra il rappresentante italiano di Ernst&Young e i suoi colleghi di filiali di altri Paesi, tutti interessati a capire (dallo «spiffero» italiano) cosa bollisse in pentola.

Legale Masi: certi operato corretto
"L'avvocato Giorgio Perroni, difensore della dottoressa Susanna Masi, in relazione all'articolo apparso sul Corriere della Sera in data odierna, precisa che hanno da poco ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini preliminari e che sono ancora in attesa di ricevere tutta la documentazione acquisita dalla Procura".

Lo si legge in una nota dell'avvocato difensore della donna accusata di aver rilevato, dietro compenso, informazioni riservate alla società di consulenza Ernst&Young con cui aveva lavorato in precedenza. "E', ovviamente, intenzione della dottoressa Masi - conclude la nota - di farsi interrogare dai pubblici ministeri, con la totale e assoluta convinzione di dimostrare la correttezza del proprio operato e l'infondatezza degli addebiti che le vengono mossi".

EY esclude ipotesi di reato
Lo studio legale tributario di EY "esclude di essere incorso in qualsiasi voglia ipotesi di reato"
ma "è a disposizione dell'autorità giudiziaria per ogni chiarimento e sta conducendo una rigorosa indagine interna che contribuirà a chiarire definitivamente l'assoluta integrità della firm". Così il colosso della consulenza sulle indagini dei pm milanesi sulla vicenda della 'talpa' al Mef.