POLITICA
Coronavirus
Conte: "Natale momento di spiritualità, non viene bene in tanti"
"La scuola non è focolaio di contagi" dice il premier

"Natale non è solo shopping, fare regali. Natale, a prescindere dalla fede religiosa, è senz'altro anche un momento di raccoglimento spirituale e farlo con tante persone non viene bene", ha detto ancora il premier parlando a a 'Futura: lavoro, ambiente, innovazione', la tre giorni della Cgil. A Natale solo in compagnia del "nucleo familiare più stretto" aveva chiesto anche il ministro Francesco Boccia.
Scuola non è focolaio
"Dobbiamo essere franchi sulla scuola, la ricerca e i dati dicono che non sono focolai di diffusione dei contagi. Noi cerchiamo di analizzare i dati, abbiamo un approccio pragmatico. C'è un valore della didattica in presenza", dove la "relazione interpersonale è fondamentale", anche per questo "abbiamo dato un segnale nelle zone rosse", dove il governo ha lasciato andare sui banchi i ragazzi della "prima media, che non si conoscono, i professori non conoscevano nemmeno i loro nomi: mandarli a casa sarebbe stata una grossa perdita. Cerchiamo di mantenere questo presidio. Quel che avviene prima e dopo" il suono della campanella "può costituire dei focolai, ecco perché le regole sono fondamentali, però l'esperienza empirica dimostra che i nostri ragazzi rispettano molto le regole", ha detto ancora Conte, in video conferenza.
Rafforzare medicina territoriale
"Su eventuali errori o manchevolezze" nel fronteggiare l'emergenza Covid "c'è anche una scarsa incisività su lato della medicina territoriale, ma dobbiamo anche riconoscere che venivamo da scelte diverse, portate avanti negli anni, ed è difficile invertire una tendenza in piena emergenza. Sappiamo che dobbiamo rafforzare la medicina territoriale, con il ministro Speranza ci diciamo che è un errore che non può essere ripetuto e che occorre rilanciarne e rafforzarne il ruolo", ha detto ancota il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in video collegamento all'evento Cgil.
"Un segnale - rivendica il premier - lo stiamo dando. Rinnovando i contratti dei medici di medicina generale e dei pediatri di pubblica scelta abbiamo previsto 30 milioni in più per coinvolgerli nell'emergenza. Stiamo soffrendo, è chiaro, quando c'è un positivo spesso, non essendoci un rapporto col medico di base, si va subito in ospedale e a quel punto si grava sulla struttura ospedaliera con positivi che potrebbero essere trattati a casa dai medici. Ma è una tendenza", quella di investire poco sulla medicina del territorio, "che è andata avanti per anni, ora è difficile invertire la rotta".
Scuola non è focolaio
"Dobbiamo essere franchi sulla scuola, la ricerca e i dati dicono che non sono focolai di diffusione dei contagi. Noi cerchiamo di analizzare i dati, abbiamo un approccio pragmatico. C'è un valore della didattica in presenza", dove la "relazione interpersonale è fondamentale", anche per questo "abbiamo dato un segnale nelle zone rosse", dove il governo ha lasciato andare sui banchi i ragazzi della "prima media, che non si conoscono, i professori non conoscevano nemmeno i loro nomi: mandarli a casa sarebbe stata una grossa perdita. Cerchiamo di mantenere questo presidio. Quel che avviene prima e dopo" il suono della campanella "può costituire dei focolai, ecco perché le regole sono fondamentali, però l'esperienza empirica dimostra che i nostri ragazzi rispettano molto le regole", ha detto ancora Conte, in video conferenza.
Rafforzare medicina territoriale
"Su eventuali errori o manchevolezze" nel fronteggiare l'emergenza Covid "c'è anche una scarsa incisività su lato della medicina territoriale, ma dobbiamo anche riconoscere che venivamo da scelte diverse, portate avanti negli anni, ed è difficile invertire una tendenza in piena emergenza. Sappiamo che dobbiamo rafforzare la medicina territoriale, con il ministro Speranza ci diciamo che è un errore che non può essere ripetuto e che occorre rilanciarne e rafforzarne il ruolo", ha detto ancota il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in video collegamento all'evento Cgil.
"Un segnale - rivendica il premier - lo stiamo dando. Rinnovando i contratti dei medici di medicina generale e dei pediatri di pubblica scelta abbiamo previsto 30 milioni in più per coinvolgerli nell'emergenza. Stiamo soffrendo, è chiaro, quando c'è un positivo spesso, non essendoci un rapporto col medico di base, si va subito in ospedale e a quel punto si grava sulla struttura ospedaliera con positivi che potrebbero essere trattati a casa dai medici. Ma è una tendenza", quella di investire poco sulla medicina del territorio, "che è andata avanti per anni, ora è difficile invertire la rotta".