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Coronavirus

Coronavirus, Conte: "Fase2 non è liberi tutti, ma con prudenza facciamo ripartire l'Italia"

Le misure saranno presentate entro la fine della settimana. Premier: "Il lockdown non si può protrarre, ma l'uscita deve avvenire in sicurezza". I sindacati: "Restano aperte tante questioni"

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"La revisione delle misure di distanziamento sociale non significa un liberi tutti, ma non possiamo chiudere i cittadini in casa per sempre". E' quanto ha spiegato il premier Giuseppe Conte nel corso della cabina di regia con le Regioni e gli enti locali. Dell'organismo fanno parte il premier Giuseppe Conte, i ministri degli Affari regionali e della Salute, Francesco Boccia e Roberto Speranza, i rappresentanti di Regioni e Comuni e Vittorio Colao, alla guida della task force sulle riaperture. Rinviato invece il Consiglio dei ministri, chiamato a dare il via libera sullo scostamento di bilancio, che era previsto subito dopo. 

Occhio alla curva del contagio
"Bisogna ripartire tenendo sotto controllo la curva del contagio. Il costante aggiornamento delle informazioni dai territori - numero dei contagiati, posti disponibili per le terapie intensive, ecc. - sarà fondamentale per gestire in condizioni di massima precauzione la fase due". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte nel corso della cabina di regia con Regioni e enti locali.  Al termine dell'incontro, Stefano Bonaccini ha convocato per le 15 una riunione della Conferenza delle Regioni. 

Nella ripartenza del 4 maggio coinvolti 2,7 milioni di lavoratori
In ogni caso bisogna far presto considerando che ogni settimana di blocco costa all'incirca mezzo punto di Pil. Le linee strategiche erano state concordate in mattinata nel corso di un'altra video-conferenza con la task force guidata da Vittorio Colao cui tocca il compito di preparare il piano. Il piano prevede che lunedì 27 aprile chi è in regola con tutti i protocolli di sicurezza possa ricominciare. Poi dal 4 maggio riprenderanno almeno 2,7 milioni di persone.

In settimana il programma per le riaperture 
Il premier Giuseppe Conte ha annunciato che entro la settimana indicherà il programma nazionale delle aperture dal 4 maggio: dovrebbe farlo tra venerdì e sabato. Per arrivare alla decisione finale, il governo terrà una serie di riunioni di confronto con tutti i soggetti interessati, incluse le parti sociali. I sindacati e le categorie imprenditoriali potrebbero essere convocate nelle prossime ore, per un confronto con il governo che dovrebbe svolgersi al più tardi venerdì, anche se non si escludono accelerazioni. 

A piccoli passi
Più lenta la procedura per i negozi che potrebbero aprire i cancelli l'11 maggio. Bar e ristornati dovrebbero attendere la settimana successiva. Colao ha presentato un documento di cinque pagine oltre alle slide con i passi da compiere. Tra i primi ci sarà protocollo per i mezzi pubblici considerato che il 15% dei lavoratori di manifattura e costruzioni li usa per andare al lavoro. La raccomandazione della task force ("usate tutti la bicicletta") non è certo risolutiva. Le due ruote sono una soluzione nei centri urbani. In caso di spostamenti più lunghi o verso gli impianti industriali, situati ben lontani dalle città, serve altro. Infatti i sindaci hanno presentato un piano da 5 miliardi per rafforzare il trasporto pubblico.

Sicurezza e mascherine
​Bisognerà aggiornare il protocollo di sicurezza firmato con i sindacati il 14 marzo (guanti, mascherine e distanziamento sul luogo di lavoro, termoscanner per misurare la temperatura, sanificazione degli ambienti). Infine le mascherine: ne servono almeno sette milioni al giorno ma, in questo momento, come ha dichiarato il commissario Domenico Arcuri, le consegne sono ferme a quattro milioni.

La mappa degli indici di rischio
La base del piano è la mappa sugli indici di rischio compilata dall'Inail in base ai codici di Ateco. I criteri utilizzati per compilare la mappa delle riaperture sono in sostanza tre: esposizione al virus, prossimità dei lavoratori, aggregazione. In base alle tre variabili, l'Inail ha assegnato un livello di rischio che va da basso a molto elevato. A ottenere un indice di rischio medio-basso sono stati l'industria automobilistica (con l'indotto), il tessile e abbigliamento, metallurgia, siderurgia e costruzioni. E queste saranno le attività che ripartiranno il 4 maggio se non addirittura lunedì 27 aprile. Colao aveva proposto di esonerare dal rientro i lavoratori 60enni, ma il premier si è opposto perché "il lockdown non si può protrarre: riprendiamo le attività purché in sicurezza".

Dal 4 maggio con poche deroghe
"L'obiettivo è allentare le misure anti-contagio dal 4 maggio". Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il premier Giuseppe Conte alle regioni e ai comuni nella video conferenza sulla fase 2. Nella riunione della cabina di regia il presidente del Consiglio avrebbe spiegato i motivi della cautela del governo, frenando così sulla possibiilità di riaperture di alcuni comparti già dal 27 aprile. La deroga verrà concessa solo a chi ha il permesso dei prefetti sui protocolli di sicurezza. Conte, illustrando il piano di Colao, avrebbe spiegato che dal 4 maggio potrebbero riprendere l'attività la manifattura, le costruzioni, i servizi alle persone e alcune attività commerciali nel rispetto del protocollo sicurezza a suo tempo sottoscritto che rimane la "bussola" dell'esecutivo. Il numero uno della task force Colao ha sottolineato, viene riferito, che le decisioni sulla fase due spettano alla politica.

I sindacati chiedono prudenza
"Restano ancora molte questioni aperte su cui discutere e l'ipotesi di riprendere immediatamente tutte le attività, come richiesto da qualcuno, già a partire dal 27 aprile, proprio alla vigilia della Giornata mondiale per la salute e sicurezza, è un'ipotesi impercorribile. Peraltro, chi dimostra di averne diritto può già fare ricorso ai Prefetti. Bisogna, dunque, attivarsi, nei prossimi giorni, per ottenere le necessarie garanzie e per evitare che si rischino dolorosi passi indietro sul fronte dei contagi".Così una nota unitaria di Cgil Cisl e Uil,al termine del round con il premier, Giuseppe Conte, cassa l'ipotesi circolata in queste ore.

Verso primo ok a spostamenti ma non tra Regioni 
Permettere gli spostamenti anche fuori dal proprio Comune e all'interno delle singole Regioni dal 4 maggio, lasciando però in vigore i limiti alla mobilità intra-regionale. E' l'ipotesi, a quanto si apprende da diverse fonti, sul tavolo del governo in vista dell'avvio della "fase 2". Niente di deciso, viene spiegato, ma questo sarebbe al momento l'orientamento prevalente. 

Dl aprile, si punta ad altri 4-5 miliardi per la sanità 
In arrivo altri 4-5 miliardi per la sanità. Secondo quanto si apprende da diverse fonti sono le risorse aggiuntive che il governo punta a stanziare con il prossimo decreto anti-Coronavirus di aprile. Le risorse servirebbero tra l'altro a garantire alcune migliaia di assunzioni di infermieri per fare fronte anche al carico dell'assistenza domiciliare legata all'epidemia di Covid-19.

La telefonata con Erdogan
Nel corso di una giornata densa di appuntamenti, il premier Conte ha avuto modo anche di confrontarsi al telefono con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. In base a quanto reso noto dalla presidenza della Repubblica turca, i due leader hanno discusso delle misure per arginare la diffusione del coronavirus nei rispettivi Paesi e della crisi derivante dalla pandemia, oltre che degli sviluppi nelle acque al largo di Cipro e delle relazioni bilaterali tra Italia e Turchia.

Dl Cura Italia, voto fiducia stasera
Il voto di fiducia posto dal governo sul dl cura Italia ci sarà stasera, mentre il voto finale sul provvedimento è atteso venerdì verso l'ora di pranzo.

Secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, le dichiarazioni di voto sulla fiducia inizieranno alle 18,45 e le procedure di voto, per appello nominale, inizieranno alle 20,15. Poi partirà l'esame degli ordini del giorno.

Venerdì sarà la volta dell'ok finale sul provvedimento. Alle 12,30 le dichiarazioni di voto e attorno alle 14 il voto finale. Invece, si svolgerà giovedì 30 aprile, alle ore 10, l'informativa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulle questioni attinenti alla programmazione per la ripresa delle attività economiche. Lo ha stabilito sempre la conferenza dei capigruppo della Camera.