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ECONOMIA

La lotta alla pandemia

​Bankitalia: le misure del governo hanno salvato 400mila posti di lavoro stabili

Grazie al blocco dei licenziamenti, alla Cig e ai sostegni alle imprese. Palazzo Koch sottolinea il crollo del lavoro dipendente nei servizi privati, tra i giovani e le donne. Banca d'Italia giudica "plausibile" una crescita del pil italiano superiore al 4% nel 2021 con il successo della campagna vaccinale

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Le diverse misure anti crisi varate dal governo (Cig, blocco licenziamenti e sostegno alle imprese) hanno tutelato nel 2020 circa 400 mila posti di lavoro stabili.

E' la stima della Banca d'Italia, secondo cui le posizioni lavorative temporanee si sono ridotte nel 2020 di circa 250.000 unità, più che compensate da un aumento di oltre 260.000 contratti a tempo indeterminato. "Dall'inizio dell'emergenza sanitaria il numero complessivo di posti di lavoro alle dipendenze è diminuito in modo marcato nei servizi privati, tra i giovani e le donne" spiega l'istituto centrale.

Possibile crescita del pil oltre il 4% nel 2021
Le stime dei previsori internazionali per una crescita del Pil italiano sopra il 4% quest'anno sono "plausibili" per la Banca d'Italia, ma solo a certe condizioni: serve il mantenimento del sostegno all'economia, una dimostrazione di efficacia dei primi interventi del Recovery Plan ma, soprattutto, "le prospettive restano dipendenti dal successo della campagna di vaccinazione e da una favorevole evoluzione dei contagi".  Così il Bollettino economico trimestrale di via Nazionale, che non contiene la previsione della Banca centrale sulla crescita del Paese: ci sarà nella pubblicazione di luglio.

Riguardo all'andamento del Pil nel primo trimestre, gli economisti di via Nazionale osservano che l'attività "sarebbe rimasta pressoché invariata rispetto ai tre mesi precedenti". I servizi hanno continuato a risentire dei timori per la diffusione dei contagi e degli effetti delle restrizioni, mentre è cresciuta la manifattura.

"In Italia si conferma la resilienza dell'economia, ma pesa l'aumento dei contagi" sintetizza il Bollettino della Banca d'Italia. "Nel quarto trimestre del 2020 la caduta del prodotto, benché significativa, è stata inferiore alle attese". Nel primo trimestre al rafforzamento nell'industria "si accompagna un andamento ancora debole nei servizi. Queste stime restano soggette a elevata incertezza, connessa agli impatti della pandemia". Nel quarto trimestre il Pil è diminuito dell'1,9% sul periodo precedente, dopo il forte rialzo nel corso dell'estate. Il calo del prodotto, dovuto al riacuirsi della pandemia, è stato tuttavia meno accentuato di quanto atteso, grazie alla tenuta degli investimenti. Secondo gli indicatori disponibili, aggiungono gli economisti di via Nazionale, durante la seconda ondata pandemica il carattere delle restrizioni è stato più mirato e si è tradotto in una riduzione della mobilità che, per quanto significativa, è stata più contenuta di quella osservata nella primavera del 2020. Secondo gli indicatori disponibili, durante la seconda ondata pandemica il carattere delle restrizioni è stato più mirato e si è tradotto in una riduzione della mobilità che, per quanto significativa, è stata più contenuta di quella osservata nella primavera del 2020.

Sul fronte dei consumi, le famiglie intervistate dalla Banca d'Italia indicano una graduale ripresa delle intenzioni di consumo, ma la propensione al risparmio resta elevata; la maggior parte del risparmio accumulato nel 2020, che è concentrato tra le famiglie meno colpite dagli effetti della pandemia, non verrebbe spesa nel corso di quest'anno.

Produzione industriale, +1% nel primo trimestre
Un aumento della produzione industriale "di poco meno dell'1%" nel primo trimestre di quest'anno rispetto al trimestre precedente è stimata dalla Banca d'Italia "tenendo conto dei valori osservati sino alla fine di febbraio e delle nostre valutazioni per marzo". Questa stima, osservano gli economisti di via Nazionale, si basa sull'andamento nel complesso favorevole degli indicatori disponibili - quali i consumi di elettricità e di gas a uso industriale e il traffico autostradale - e della fiducia delle imprese industriali, migliorata soprattutto nei comparti dei beni strumentali e intermedi. Nello stesso periodo l'indice dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero (Pmi) "è salito su valori storicamente elevati". L'aumento dei contagi e delle conseguenti misure restrittive avrebbe comportato un debole andamento del valore aggiunto dei servizi, che risulterebbe tuttavia in miglioramento rispetto ai mesi autunnali. Bankitalia aggiunge che nelle costruzioni il valore aggiunto sarebbe appena aumentato nei primi tre mesi dell'anno, "in linea con la crescita della produzione edile in gennaio e con il forte miglioramento della fiducia delle imprese del comparto, su cui plausibilmente influiscono gli incentivi fiscali all'attività del settore".

"Vivace" il credito a imprese e famiglie
l barometro dei prestiti a famiglie e imprese segna alta pressione nel primo trimestre, secondo il Bollettino economico della Banca d'Italia. "La dinamica dei prestiti alle imprese si conferma vivace - si legge - con una domanda ancora elevata di finanziamenti garantiti dallo Stato; le condizioni di offerta si sono mantenute distese. Sia il costo della raccolta bancaria sia i tassi sui nuovi prestiti sono rimasti invariati su livelli molto bassi. "La crescita dei depositi si è irrobustita (+10,2%), "in linea con la forte preferenza per la liquidità da parte di famiglie e imprese e con il basso costo-opportunità di detenerla". Il tasso di interesse sui nuovi prestiti bancari alle imprese si è ridotto all'1,1% in febbraio; Il costo medio dei nuovi prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni è rimasto invariato all'1,3 per cento.