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MONDO

Bilancio pandemia

Coronavirus, il bilancio globale sfiora i 100mila morti. E c'è primo caso accertato anche in Yemen

Morti e contagi, ma non solo. New York è il primo stato al mondo per contagi. Intanto si teme che le cifre di alcune aree geografiche come l'India o il Sud America possano essere sottostimate

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La pandemia continua a guadagnare terreno, a conquistare metro dopo metro tutti i continenti e ormai quasi tutti i Paesi. Secondo il bilancio aggiornato della Johns Hopkins Univerisity sono oltre 95.000 le persone  morte finora a livello mondiale a causa del coronavirus, con un incremento di circa 5.000 decessi rispetto a ieri. Nello specifico, il bilancio dei morti è ora a quota 95.735 a fronte di un numero complessivo di 1.602.216 casi accertati. Nel complesso le persone guarite sono 355.079 nel mondo, ma negli Usa questa quota continua a rimanere molto bassa (25.988). Almeno 18.002 persone sono morte negli Stati Uniti con il Covid-19, secondo il conteggio della Johns Hopkins University. I casi confermati sono invece 486.490.

New York primo stato al mondo per contagi
New York è ora lo Stato con più casi di Covid-19 al mondo. Scomponendo il bilancio totale americano, lo Stato delle Grande Mela conta da solo 159.937 casi. Supera così la Spagna che ne ha 157 mila e l'Italia che conta 143 mila. In totale i decessi nello Stato di New York sono 7.067.

Primo caso in Yemen
Come si temeva il virus ha fatto la sua comparsa su uno dei fronti di guerra più difficili del pianeta. Un primo contagio da Covid-19 è stato  registrato in Yemen, dove è in corso un cessate il fuoco di due  settimane per permettere di concentrare gli sforzi nella lotta al  coronavirus. Il primo caso confermato è stato registrato nella  provincia di Hadramout, nello Yemen meridionale, sotto il controllo  del governo riconosciuto dall'Onu. Lo hanno reso le autorità yemenite  su Twitter, spiegando che il paziente è in condizioni stabili e sta  ricevendo le cure mediche necessarie.



Casi in calo in Corea del Sud
 La Corea del Sud ha rilevato ieri 27 nuovi contagi da Covid-19, ancora in calo sui 39 di mercoledì e ai minimi degli ultimi 50 giorni, mentre a Daegu, il più grave focolaio, ci sono stati per la prima volta zero casi.   Secondo gli aggiornamenti dati dal Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc), le infezioni sono salite a 10.450 complessive, mentre i decessi sono saliti a 208 (+4 unità).   Le persone dimesse dagli ospedali sono state 6.973, pari al tasso di guarigione del 66,7%. Sono stati quattro i nuovi casi di contagio importato, portando il totale a 869.   Per abbattere il numero delle infezioni, Seul ha varato regole più stringenti di prevenzione e controllo tra cui quelle sul "distanziamento sociale", prorogate di altre due settimane fino al 19 aprile. I test sulla positività al virus effettuati finora hanno superato quota 500.000, fino a 503.051.

L'epicentro negli Stati Uniti
Mentre uno studio del New York Times ha mostrato che il Covid-19 sarebbe arrivato a New York dall'Europa, il vice presidente Mike Pence ha lanciato l'allarme anche su Philadelphia, che sta emergendo come nuovo hotspot, dopo che già a Washington D.C., Louisiana, Chicago, Detroit e in Colorado la situazione è peggiorata. La città di Detroit, capitale dell'auto americana, ha superato New York per tasso di mortalità e gli ospedali sono vicini al collasso, sommersi dal numero di persone che arrivano al pronto soccorso. Dalla Casa Bianca, la first lady Melania Trump ha fatto sapere di aver parlato al telefono con Laura Mattarella, figlia del presidente Sergio Mattarella: "Ho porto le mie più sentite condoglianze agli italiani che hanno perso la vita per il Covid-19", esprimendo la speranza che "il trend positivo continui in Italia e in altre parti del mondo".

Più di 6,6 milioni di americani hanno perso il lavoro la scorsa settimana, portando il totale a 16 milioni di perdite di posti di lavoro nelle ultime tre settimane mentre la pandemia sta portando l'economia americana a un punto morto. Come ha confermato il dipartimento del Lavoro americano, le misure di lockdown negli Stati Uniti hanno portato i datori di lavoro a licenziare lavoratori in quasi ogni angolo del mercato. Gli economisti si aspettavano un cifra minore, di circa 5,25 milioni di disoccupati.

Mnuchin: al lavoro per 'riaprire' a maggio
Il segretario Usa al Tesoro, Steven Mnuchin, ritiene che l'economia Usa possa rimettersi in moto, superata l'emergenza coronavirus, nel mese di maggio: lo ha detto rispondendo a una domanda sull'ipotesi che il presidente, Donald Trump, possa decidersi per maggio nonostante alcuni esperti ritengano che sia necessario un maggiore prolungamento nel tempo delle misure di distanziamento sociale. "Stiamo facendo tutto il necessario - ha aggiunto - perché le aziende americane e i lavoratori americani possano essere aperti alle attività". Trump dovrebbe annunciare a breve la nascita di una nuova "task-force" che si occuperà di "riaprire l'America" e guidare le iniziative per far ripartire l'economia dopo la crisi: tra i consiglieri impegnati nel piano, oltre a Mnuchin, il direttore del National Economic Council, Larry Kudlow. Il nuovo organismo potrebbe coinvolgere anche manager d'azienda, come il ceo di Blackstone, Steve Schwarzman, l'economista ed ex consigliere di Ronald Reagan, Art Laffer, e atleti famosi.

Nel frattempo il Giappone ha registrato più di 500 casi di contagio in un giorno per la prima volta: uno sviluppo preoccupante nel Paese con la popolazione più longeva al mondo, visto che il Covid-19 è particolarmente letale per gli anziani. Il premier Shinzo Abe ha dichiarato lo stato d'emergenza, non il lockdown, per Tokyo e sei prefetture. Ma i gestori della telefonia mobile hanno mostrato che la circolazione delle persone a Tokyo sia è ridotta solo del 30-40%.

Viene guardata con allarme anche l'India, i cui dati per gli esperti non rispecchiano la realtà, nel Paese dove gran parte della popolazione vive in condizioni di estrema povertà e il sistema sanitario è molto debole. Fino alla prossima settimana 1,3 miliardi di persone saranno in lockdown e le autorità hanno sigillato decine di hotspot a New Delhi e dintorni, annunciando che forniranno cibo e medicine alle persone bloccate. I casi confermati sono più di 5mila, i morti 166, secondo i dati del governo.

In parallelo, dall'Africa continuano ad arrivare gli appelli delle autorità sanitarie di Oms e Centers for Disease Control and Prevention: se i Paesi ricchi non contribuiranno a fermare i contagi nel continente, il mondo non sarà al sicuro. In Africa i casi sono più di 10mila in 52 nazioni, con quasi 500 morti.

Il virus potrebbe provocare in Canada tra gli 11mila e i 22mila morti da qui alla fine della pandemia, secondo i due scenari più probabili resi noti oggi dalle autorità sanitarie canadesi. Il totale dei malati potrebbe variare  tra 934mila e 1,9 milioni se saranno mantenute misure di contenimento nei prossimi mesi. Finora in Canada ci sono stati 476 morti.

In Iran, salgono a 68.192 i casi di coronavirus in Iran, con 1.972 contagi confermati nelle ultime 24 ore. Le nuove vittime sono 122, per un totale di 4.232 decessi. I malati ricoverati in gravi condizioni sono 3.969. I pazienti guariti aumentato a 35.465. Lo riferisce il ministero della Salute di Teheran, precisando che i test effettuati finora sono 242.568.

Il numero dei contagiati  ha superato i 40mila, con un raddoppio di casi in una settimana nelle 34 nazioni dell'America latina. Il primo aprile il numero dei pazienti confermati era di 20.269, mentre ora, con l'ultimo aggiornamento riguardante il Cile, è salito a 40.092. Nello stesso periodo sono praticamente triplicati i morti, passati da 538 a 1.599. Come già avvenuto in passato, quasi la metà dei contagiati e dei morti (14.152 e 699) riguardano il Brasile. Seguono Cile (5.546 contagi) ed Ecuador (3.995), mentre quest'ultimo Paese continua a segnalarsi per l'alto bilancio di morti (220), in proporzione alla sua popolazione che è 12 volte inferiore a quella brasiliana. Più di mille casi anche in Perù (2.954 e 107 morti), Messico (2.785 e 141), Panama (2.249 e 59), Repubblica Dominicana (1.956 e 98) e Argentina (1.715 e 60).
 
Protestano i medici in Pakistan per mancanza di protezione (Ppe) e misure di sicurezza. Alcuni sono anche stati arrestati. In tutto il Belucistan, focolaio dell'epidemia in Pakistan, ai confini con l'Iran, ci sono solo 19 ventilatori. E i medici non sono dotati del giusto equipaggiamento personale per trattare i pazienti con sintomi da coronavirus. I casi registrati in tutto il Paese sono 4.322 ma si ritiene che il numero sia molto più alto. I morti sono 63. Il premier, Imran Khan, che all'inizio ha minimizzato la portata del virus, adesso invita la popolazione a stare a casa e ha imposto il lockdown.

La nave da crociera Ruby Princess della Carnival, approdata al porto di Sydney il 19 marzo, è stata ritenuta responsabile dall'opinione pubblica e dai partiti dell'opposizione, della diffusione del coronavirus in Australia. Nonostante a bordo siano stati registrati molti casi di persone con i sintomi del Covid-19, le autorità hanno comunque deciso lo scorso mese di far sbarcare 200 persone che, in un secondo tempo, sono risultate positive. Quindici di loro sono decedute e 86 sono risultati positivi. A bordo ne rimangono ancora mille. Intanto continua a diminuire la curva dei  contagi da coronavirus in Australia, dove rispetto a ieri si è  registrato un aumento dell'1,6 per cento di casi, arrivando a 6.152  confermati contro i 6.052 di giovedì. Sono invece 52 le persone che  hanno perso la vita. In Australia sono stati condotti oltre 334mila  test, come ha spiegato il ministero della Sanità.

I dormitori che ospitano migliaia di lavoratori migranti sono il nuovo focolaio del coronavirus a Singapore. La città-Stato teme ora una seconda ondata di contagi. Le autorità locali, riferisce il sito specializzato Asianews, erano riuscite a contenere la diffusione del Covid-19, soprattutto grazie alla parziale chiusura delle frontiere, a stringenti controlli negli aeroporti e a un efficace sistema di identificazione della malattia. Fino a pochi giorni fa, il modello di intervento dei singaporiani era ritenuto uno dei più efficaci, assieme a quelli di Corea del Sud, Taiwan e Cina. Ora le vittime stanno aumentando in modo preoccupante. Ieri sono stati riportati 287 nuovi casi di contagio, il peggior dato dallo scoppio della crisi - il giorno prima erano stati 142. Nel complesso, i contagiati nel Paese sono circa 2mila; 6 i decessi. Il trend negativo ha spinto il governo a imporre una quarantena parziale. Le scuole e le attività economiche non essenziali sono chiuse, mentre la popolazione deve a rimanere in casa, salvo per le proprie necessità fondamentali. Le pene per i trasgressori vanno da una multa di 10mila dollari locali (poco più di 6mila euro) a sei mesi di prigione, aggiunge Asianews. Preoccupati per i contagi "di ritorno", le autorita' hanno trascurato la situazione dei lavoratori migranti. Circa 200mila persone che provengono da Paesi poveri e sono impiegati in larga parte nelle costruzioni, nel trasporto marittimo e come domestici; tutti lavori dove è difficile rispettare la distanza sociale richiesta per prevenire i contagi.  I migranti costituiscono quasi il 40% della forza lavoro nazionale. Ma vivono di solito in condizioni precarie, stipati in 43 dormitori, spesso in 12 in un'unica stanza, dove devono condividere il bagno e la cucina: un contesto che favorisce la trasmissione del virus.  I casi di infezione rilevati nei dormitori sono 500, circa il 25% dei contagi nel Paese.