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Coronavirus

Patané: rischiamo il crollo, servono aiuti

Confturismo, con la fase due non riparte la voglia di vacanze

Più che ferie estive si prospetta una stagione di gite di pochi giorni vicino alla propria città. Secondo l'indagine,  solo il 20% degli italiani vorrebbe fare le valigie appena l'emergenza sanitaria sarà conclusa

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Nonostante il calo dei contagi e l'inizio della fase 2, si raffredda la voglia di vacanze. Più che ferie estive si prospetta una stagione di gite di pochi giorni vicino alla propria città. E' quanto rivela un'indagine di Confturismo-Confcommercio in collaborazione con Swg, secondo cui solo il 20% degli italiani vorrebbe fare le valigie appena l'emergenza sanitaria sarà conclusa.

La ricerca mostra che a marzo gli italiani preoccupati per l'emergenza Covid erano l'86% e ad aprile sono scesi all'80%. Nonostante questo, però, il motore dell'economia del turismo non prende giri. Più della metà degli intervistati, il 57%, dichiara che, anche dopo la fine dell'emergenza, non si muoverà per fare una vacanza: a marzo era il 53%; il 32% dichiara che farà vacanze, ma di 2 o 3 giorni e senza allontanarsi troppo dalla propria residenza.

Insomma - fa notare Confturismo - più che ferie estive, le vacanze degli italiani assomigliano ai cosiddetti "short break" di mezza stagione, con un impatto molto più ridotto sui consumi. Solo il 20% è pronto a fare le valigie, il 15% è incerto per le disponibilità economiche, l'8% non sa se potrà farlo per le ferie e impegni lavorativi. 

L'indagine rivela poi che dopo mesi di lockdown, la priorità per gli italiani sarà di stare all'aria aperta e frequentare le persone che si amano.     

In tale scenario, crolla anche il desiderio di fare shopping o comprare regali in vacanza, probabilmente legato al timore di frequentare contesti urbani ma certamente connesso anche alla crisi economica percepita: solo il 7% degli intervistati lo mette tra gli obiettivi mentre lo scorso anno, sempre ad aprile, lo era per il 22%.  A fortissimo rischio quindi - osserva Confturismo - anche la notoria trasversalità dell'economia del turismo, di cui beneficiano commercio, trasporti locali, cultura e decine di altri settori.   

"In questa situazione - commenta il presidente di Confturismo-Confcommercio Luca Patané - non intervenire subito e con strumenti efficaci a supporto delle attività del settore e dei consumi, con una 'manovra sincronizzata su più fronti', vuole dire negare i fondamentali dell'economia e non avere assolutamente chiaro quali sono davvero i settori strategici nel nostro sistema Paese".

Patanè a Franceschini:  rischiamo crollo, servono aiuti
"Siamo in un momento drammatico,rischiamo di perdere l'80% del nostro fatturato, rischiamo di perdere la maggior parte dei nostri dipendenti finita la cassa integrazione perché le imprese rischiano di non esserci più, abbiamo bisogno immediatamente di aiuti sia come contributi e fiscalità che come finanziamenti che siano agevoli e accessibili immediatamente per salvare le imprese del settore". E' l'appello che il presidente di Confturismo Confcommercio Luca Patanè rivolge al ministro Dario Franceschini e al Governo. E conclude: "Caro ministro, oggi noi abbiamo decretato il successo del nostro Paese nel turismo, creato un modello per il successo del nostro paese nel mondo del turismo, non vogliamo rompere questo modello, non vogliamo che entri la criminalità in questo modello, non vogliamo che entrino grandi gruppi stranieri in questo modello e preserviamo l'identità italiana del nostro settore".