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Coronavirus

Bellanova: "Garantire lavoro legale e retribuito"

Governo: regolarizzazione lavoratori in nero e aiuti imprese, Conte media su Dl

Confronto aperto all'interno del governo sul numero degli irregolari (300mila o 600mila) e sulle categorie da inserire (solo agricoli o anche colf e badanti). Netta l'opposizione della Lega, ma anche i 5 stelle si  mettono di traverso

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"A tutti, italiani e stranieri, deve essere garantito lavoro legale e retribuito. Anche perché se queste persone saranno costrette a rimanere nei ghetti, irregolari e invisibili, sarà un rischio enorme per la loro salute e per quella dei cittadini italiani". Lo scrive su Facebook la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova. "La regolarizzazione dei migranti è una questione di civiltà", aggiunge la capo delegazione di Italia viva al governo.

Vertice sulla regolarizzazione
Le parole della Bellanova sono state il filo guida, oggi, nell'incontro tenuto per cercare di mettere ordine nei tanti fronti aperti nell'esecutivo: dal nodo degli aiuti alle imprese al Rem (il reddito di emergenza), dai fondi per le famiglie alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri irregolari, appunto. Temi che da giorni dividono la maggioranza.

Irregolari
Potrebbe essere lo stesso presidente del Consiglio a sbrogliare la matassa, intanto si discute sulla platea degli irregolari: il ministro dell'Agricoltura Bellanova ha ipotizzato in 600 mila il numero dei beneficiari, ma la stima da diversi ministri viene considerata troppo alta. Pd e Italia viva in questa partita viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda. Come la ministra Bellanova anche il responsabile del Mezzogiorno, Provenzano, è favorevole a inserire nella misura non solo i lavoratori agricoli ma anche colf e badanti. Il Movimento 5 stelle da giorni frena. I mediatori lavorano per un ok alla metà della cifra sul tavolo, escludendo la possibilità di estendere il provvedimento ad altre categorie non agricole. Poi dovrà essere il Parlamento a pronunciarsi.

Ministri a confronto
Oggi proprio sulla questione delle regolarizzazioni dei lavoratori stranieri in nero (con Lega e Fratelli d'Italia che minacciano le barricate in Parlamento "su ogni ipotesi di sanatoria") c'è stato un incontro interministeriale. Collegati in videoconferenza i ministri dell'Interno, Luciana Lamorgese, del Lavoro Nunzia Catalfo, dell'Agricoltura Teresa Bellanova e il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano. Durante l'incontro si è cercato di fare il punto su quali categorie di lavoratori, come braccianti, badanti e colf, occorre regolarizzare. Ma Crimi avrebbe sottolineato che la riunione di oggi è solo tecnica, le decisioni arriveranno poi. Ed è lì che il Movimento è pronto a mettersi di traverso, rispedendo la proposta Bellanova al mittente.

Le reazioni della politica
"Non so se sia vero che la discussione sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno, che pare molto avanzata nel dialogo tra i vari ministeri, rischi di arenarsi politicamente di fronte al veto del M5s. Io continuo a pensare che la regolarizzazione di lavoratori essenziali per l'economia e le famiglie italiane sia il minimo che si può richiedere sul fronte della riforma delle politiche dell'immigrazione". Lo afferma in una nota la leader di Più Europa, Emma Bonino. "È una misura perfino tardiva e peraltro identica a quella assunta per ben due volte dai governi del centrodestra con la Lega. Tutt'altro che una misura 'rivoluzionaria'. Oggi, a ragioni di diritto, sicurezza e legalità economica si aggiungono anche ragioni di necessità e urgenza, perché senza lavoratori stranieri, interi settori, a partire dall'agricoltura - conclude Bonino - si fermeranno".

"Capisco che parlare di maxi sanatoria per "300mila immigrati clandestini" solletichi la pancia dei suoi fans e a Salvini faccia comodo giocarsi l'unica carta elettorale che gli rimane, ma se avesse realmente a cuore la salute degli italiani saprebbe che passa anche dall'accesso dei cittadini stranieri al sistema sanitario nazionale, dalla loro messa in sicurezza sociale e dalla loro stabilità occupazionale e abitativa. E' un nostro dovere. E' uno dei doveri primari di una democrazia in tempi di crisi. La sicurezza è nei diritti". Lo afferma Erasmo Palazzotto di Leu.