Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/coronavirus-negozi-chiusure-sistema-alimentare-italia-271756f1-5a45-4625-a907-0f9614246dbe.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Il commercio si ferma

Coronavirus: il sistema alimentare regge, prime "autochiusure" di negozi

Regge bene il sistema della grande distribuzione e della vendita al dettaglio degli alimentari. Deleteria la corsa all'accaparramento. Intanto si registrano chiusure a cascata per i cosiddetti negozi "non essenziali" su tutto il territorio nazionale

Condividi
Il sistema della grande distribuzione, anche dopo l'inasprimento delle misure per il contenimento dell'epidemia da coronavirus e l'assalto ai punti vendita, sta reggendo. Una situazione che rimarrà sotto controllo se i cittadini si atterranno alle indicazioni delle autorità. Stefano Crippa, direttore dell'Area comunicazione e ricerca di Federdistribuzione, l'organizzazione che raggruppa le società della grande distribuzione afferma: "Il sistema sta funzionando, dal punto vendita a tutto l'ambito della logistica. In questo momento l'intero sistema della grande distribuzione sta funzionando, così la circolazione dei mezzi. Registriamo vendite superiori alla media. Bisogna sottolineare che nei punti vendita gli ingressi vengono regolamentati e questo fa si che non ci siano assembramenti. Importante in questa fase che vi sia il totale rispetto delle norme".

Chiudono i negozi "non essenziali"
Sono sempre di più i marchi di moda che hanno deciso di chiudere i loro negozi in tutta Italia. Il Gruppo Miroglio ha deciso la chiusura temporanea, a partire da oggi, di tutti i 900 punti vendita sul territorio nazionale dei brand Motivi, Oltre, Fiorella Rubino, Elena Mirò e Caractère, così come hanno scelto di fare Boggi Milano, Liu Jo, Coccinelle, Luisa Spagnoli con i suoi 150 punti vendita. Il Gruppo Calzedonia già un paio di giorni fa aveva deciso la chiusura dei negozi al Nord e ora invece ha messo in stop gli store di tutta Italia. Decathlon chiude i negozi fino a lunedì, mentre da domani chiudono anche i negozi del gruppo Tiger in tutta Italia.

Rinascente, saracinesche abbassate
Giù le saracinesche anche per Rinascente, che come altri department store e negozi italiani ha deciso di chiudere tutti i punti vendita in Italia a seguito dell'emergenza Coronavirus. A partire da oggi e fino a venerdì 3 aprile i nove store dislocati su tutto il territorio nazionale resteranno quindi chiusi. "E' una decisione di responsabilità - fa sapere l'azienda - che vuole essere innanzitutto un messaggio forte di vicinanza alle persone, soprattutto a chi combatte in prima linea l'emergenza sanitaria. Se le condizioni sanitarie e le disposizioni normative lo consentiranno, saremo felici di poter anticipare la riapertura".

Chiude anche Coin
Coin, la più grande catena italiana di department store, ha deciso di chiudere tutti i suoi negozi a partire da domani, 12 marzo e fino al 22 marzo, e la propria sede centrale dal giorno successivo per tutelare "3.000 collaboratori e tutti i propri clienti". La chiusura momentanea riguarda tutte le insegne del gruppo, inclusi il Ristorante Trussardi alla Scala di Milano e il Café Trussardi di Piazza della Scala. Il Gruppo promuove lo smart working.

A Roma crollano gli incassi
Ristoranti e bistrot costretti alla chiusura. Fatturati dimezzati tra i forni e i bar. In crisi anche le gioiellerie, senza più clienti. Tengono, invece, edicole e naturalmente i supermercati. Questo il quadro del commercio a Roma, un bilancio fatto al termine delle prime 24 ore degli effetti del decreto governativo annunciato lunedì sera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per fermare il contagio del Coronavirus. Le misure governative non vengono contestate da nessuno degli operatori, ma gli effetti sono pesanti.

A Firenze prime chiusure
Sono molti i negozi del lusso nel centro di Firenze che hanno deciso di tenere aperte le proprie boutique ma, nelle strade per eccellenza dello shopping, si notano anche le prime chiusure, a seguito delle disposizioni del Governo in materia di Coronavirus. Chiusi anche alcuni ristoranti. "Abbiamo deciso di chiudere i nostri negozi per dare un contributo a rallentare la diffusione del Coronavirus. Vi abbiamo nel cuore", si legge su un cartello di una nota griffe di abbigliamento mentre su un altro 'Torniamo subito per prenderci cura di te e di noi. Siamo temporaneamente chiusi'.

Tabaccai, aperture ridotte
"In queste ore il governo sta valutando l'ipotesi di adottare per le zone del Nord Italia, particolarmente colpite dall'epidemia di Coronavirus, delle misure molto restrittive per limitare il diffondersi del contagio tra cui la chiusura generalizzata di tutte le attività commerciali con la sola eccezione degli esercizi di pubblica utilità quali farmacie e negozi di generi alimentari. Abbiamo chiesto al governo, qualora venissero adottate tali misure, di consentirci la facoltà di aprire la tabaccheria anche solo per alcuni giorni a settimana o in orario ridotto, per mettere a disposizione dei nostri clienti sigarette e tabacchi, oltre che i servizi al cittadino. Resterebbe comunque ferma la facoltà per i rivenditori di generi di monopolio di ricaricare i distributori automatici di tabacchi ovviamente anche qualora la tabaccheria fosse chiusa". Così in una nota la Federazione Italiana Tabaccai.