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Coronavirus

Solo gli Stati Uniti registrano 40.991 decessi

Coronavirus. Nel mondo oltre 165mila morti, più di 2 milioni quelli che hanno contratto il virus

In Cina si registrano 12 nuovi casi di contagio, di cui 8 provenienti dall'estero. Nell'Hubei, le scuole riapriranno il prossimo 6 maggio. Ospedali verso crisi in Giappone. A Mosca il 60% degli infettati è asintomatico. Negli Usa riaprono i primi stati con governatori fedeli a Trump

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Nel mondo sono oltre 165mila i morti con coronavirus e più di 2,4 milioni le persone che hanno contratto l'infezione. Sono questi gli ultimi dati della Johns Hopkins University, che parla di 2.404.325 contagi confermati al livello globale e 165.238 vittime. Solo gli Stati Uniti registrano 40.991 decessi e 759.687 casi. 

Nello Stato di New York ieri sono morte 478 persone a causa della Covid-19. Lo ha comunicato il governatore Andrew Cuomo, nella consueta conferenza stampa giornaliera. Il giorno prima, i morti erano stati 507; in tutto, sono morte 14.347 persone. Cuomo ha poi detto che il numero di ricoveri e di persone intubate continua a scendere. "La bestia non è stata ancora distrutta", ha detto Cuomo, lanciando un nuovo monito contro chi non rispetta le regole sul distanziamento sociale. "Troppa gente concentrata in un solo posto, troppa gente in luoghi angusti, troppa gente insieme negli ascensori o negli appartamenti. Ecco perché il virus continua a propagarsi".

Negli Stati Uniti nelle ultime 24 ore sono morte altre 1.433 persone a causa del coronavirus, secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University.   I decessi complessivamente da quando è esplosa l'epidemia sono oltre 42 mila nel Paese. I contagi sono oltre 784 mila.
 
Trump sospende l'immigrazione negli Usa

Il presidente Donald Trump annuncia che sospenderà l'immigrazione negli Stati Uniti per il coronavirus. Via Twitter, Trump anticipa che firmerà un ordine esecutivo "alla luce dell'attacco da parte del nemico invisibile" per proteggere i cittadini americani, sospendendo "temporaneamente l'immigrazione negli Stati Uniti". Nel frattempo
invoca la rinascita dell'America lodando i governatori che stanno decidendo di riaprire i loro stati allentando o revocando del tutto le restrizioni anticoronavirus.   Il presidente americano difende poi la sua strategia contro la pandemia: "Da mesi non lascio la Casa Bianca e ho salvato molte vite umane", ha affermato riferendosi alla decisione di bloccare subito i voli dalla Cina, anche se in realtà alcuni collegamenti sono tutt'oggi operativi e il divieto non vale peri cittadini Usa, i residenti e le loro famiglie.    


I governatori, di stretta osservanza trumpiana, di alcuni stati del sud hanno cominciato a riaprire alcune attività non essenziali. La South Carolina ha permesso la riapertura dei grandi magazzini, dei negozi al dettaglio e dei mercati delle pulci a patto che si rispettino le linee guida sul distanziamento sociale. In Georgia via libera da venerdì prossimo alla riapertura delle palestre, di barbieri e parrucchieri, dei saloni di bellezza, del centri massaggi e di quelli per i tatuaggi. E da lunedì anche dei ristoranti e dei cinema. In Tennessee l'ordine di restare a casa verrà revocato a partire dal 30 Aprile consentendo un ritorno quasi alla normalità. Va in direziono opposta il governatore dell'Indiana, anche lui repubblicano, che ha invece prorogato le restrizioni fino al primo maggio. 

In Canada si registrano 35.392 positivi, rispetto ai 33.922 di ieri, mentre le vittime sono 1.611, rispetto alle 1.506 di ieri.

Cina. 12 nuovi casi di contagio, 8 provenienti dall'estero
Sono dodici i nuovi casi confermati di contagio da coronavirus in Cina, otto dei quali provenienti dall'estero, in discesa rispetto ai sedici di ieri. I quattro casi sviluppatisi localmente si trovano in aree al confine con la Russia (tre nello Heilongjiang e uno in Mongolia Interna) che sono oggi la principale fonte di preoccupazione per la Cina riguardo i casi provenienti dall'estero, dopo un picco di contagi in corrispondenza del punto di frontiera di Suifenhe, nello Heilongjiang, nelle scorse settimane.

L'ultimo bollettino della Commissione Nazionale per la Sanità annovera anche 49 casi di contagio asintomatici, in lieve aumento rispetto ai 44 di ieri. In totale, i casi di contagio  dall'inizio dell'epidemia sono 82.747 e il numero di decessi rimane fermo a quota 4.632, mentre si trovano ancora ricoverati 1.031 pazienti affetti da coronavirus.

Scuole nell'Hubei riaprono il 6 maggio
Le scuole superiori della provincia cinese dell'Hubei, epicentro dell'epidemia di coronavirus, riapriranno il 6 maggio per gli studenti dell'ultimo anno. Le scuole e le università cinesi erano state chiuse alla fine di gennaio. L'esame per l'ingresso all'università, il temutissimo Gaokao, si terrà il 7 luglio, un mese più tardi rispetto agli altri anni, hanno annunciato le autorità locali. Nella provincia vivono 59 milioni di persone, l'equivalente dell'Italia, e qui si è concentrato il 97% dei 4.632 morti da coronavirus in Cina e l'82% dei contagi, 82.747, ufficialmente registrati nel Paese.

Giappone. 171 morti e 10.751 contagiati. Ospedali verso crisi
I medici giapponesi sostengono che le misure anti-coronavirus devono essere molto migliorate, per evitare il collasso del sistema sanitario. Superata la soglia dei 10.000 casi di Covid-19, secondo gli esperti le misure contro l'epidemia sono troppo lente e anche se per ora il Paese è meno colpito di quelli europei è pur sempre al terzo posto in Asia dopo Cina e India ed è alla pari con la Corea del Sud.

Il Giappone regista 171 morti e 10.751 contagiati, pur essendo in stato d'emergenza da circa un mese, inizialmente in sette regioni ma ora in tutto il territorio nazionale. Il premier Shinzo Abe ha imposto ai cittadini di ridurre i contatti con altre persone del 79-80 per cento e il numero di persone trasportate dai servizi pubblici di Tokyo è caduto significativamente ma le misure non impediscono alla gente di uscire e molti negozi e anche ristoranti sono ancora aperti nonostante le associazioni dei medici avvertano che il sistema sanitario sta lottando per far fronte alle difficoltà. "Il sistema è sull'orlo del collasso in molte zone del Giappone", ha detto l'infettivologo Kentaro Iwata, dell'Università di Kobe, che ha rivolto molte critiche alla risposta governativa alla crisi.

Corea del Sud. 10.674 casi, 236 i decessi
La Corea del sud ha riportato 13 nuovi casi di coronavirus, di cui 7 importati e 8 domestici. I contagi, saliti a 10.674 totali, si sono mantenuti sotto quota 20 per il terzo giorno di fila, aumentando la fiducia sul contenimento della pandemia.  I decessi complessivi sono 236, mentre i guariti si sono portati a 8.114, pari a 72 in più rispetto a sabato. 

La pandemia in Israele
In Israele sono stati accertati altri 59 casi di coronavirus rispetto al precedente rilevamento, portando il totale a 13.713. Lo ha annunciato il ministero della Sanità dello stato ebraico, che ha aggiunto che altri quattro pazienti sono morti.

Il bilancio delle vittime è dunque salito a 177. Il numero totale dei guariti i attesta invece a 4.049. Il numero di pazienti in terapia intensiva è 149, 99 dei quali in ventilazione meccanica.

Israele ha iniziato ad allentare le restrizioni per il virus durante il fine settimana, riaprendo i negozi che vendono elettronica e articoli per la casa. Le persone sono autorizzate a fare sport all'aperto in gruppi di non più di due.

Russia. 47.121 i casi. A Mosca il 60% degli infettati è asintomatco
Sono 4.268 i casi di coronavirus registrati in  Russia nelle ultime 24 ore, per un totale di 47.121. Lo riporta l'agenzia Tass. I decessi salgono a 405 (+44), i guariti a 3.446 (+155). A Mosca - negli ultimi giorni - "la crescita giornaliera dei casi è stata di oltre 2.500". Inoltre secondo la task force anti-coronavirus il "60% dei malati è portatore asintomatico di virus" rispetto al 40% della settimana scorsa.

Boom di nuovi casi a Singapore
Singapore accusa un altro boom di nuovi casi di coronavirus, pari a 1.426 in un solo giorno. Lo ha annunciato il ministero della Salute, secondo cui sono tutti in gran parte collegati ai focolai nei dormitori dei lavoratori stranieri provenienti da altri Paesi asiatici, impegnati nel settore delle costruzioni.