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Coronavirus

Comunicazione al G20

Ocse: ogni mese di lockdown fa perdere due punti di Pil

Il segretario Gurria: "molte economie finiranno in recessione" e "il solo settore del turismo deve affrontare una riduzione della produzione tra il 50% e il 70%"

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Angel Gurria, segretaio Ocse
Per ogni mese di stop dell'attività a causa dell'emergenza coronavirus, le principali economie mondiali rischiano di perdere 2 punti percentuali di crescita annuale.

E' la valutazione fornita dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che ha diffuso le comunicazioni fatte ieri da segretario Angel Gurrìa ai leader del G20.

"Le nostre ultime stime mostrano che il blocco interesserà direttamente settori che rappresentano fino a un terzo del Pil nelle principali economie", ha spiegato Gurria evidenziando come "molte economie finiranno in recessione" e "il solo settore del turismo deve affrontare una riduzione della produzione tra il 50% e il 70%".

Se il lockdown continua per tre mesi, senza fattori che lo controbilancino, la crescita annuale del Pil potrebbe essere di 4-6 punti percentuali inferiori a quella che sarebbe stata altrimenti, rileva l'Ocse nel paper diffuso in concomitanza con il comunicato stampa.

I più colpiti
I settori che sono colpiti direttamente dalle misure di chiusura dell'attività (turismo, viaggi, ristoranti, cinema vendite al dettaglio, costruzioni non essenziali e in parte il manifatturiero) rappresentano il 30-40% della produzione in molte economie.

Pur tenendo in considerazione che alcune chiusure sono parziali in alcuni settori e nell'assunto di misure simili in tutte le economie 'l'impatto potenziale complessivo iniziale sul livello del Pil è tipicamente del 20-25% nelle principali economie'. 

In Italia più del 25%
In base a una figura riportate dall'Ocse nel documento nel caso dell'Italia la riduzione è un po' superiore al 25%. L'impatto peggiore a livello di G7 è sul Giappone (30%) e sulla Germania (quasi il 30%), mentre la Gran Bretagna è sui livelli dell'Italia, gli Usa e la Francia sono al 25% e il Canada poco sopra il 20%.

Fonti all'Ocse, sentite da Radiocor, precisano che non si tratta di previsioni, ma di "stime illustrative". La tempistica delle misure di contenimento - si indica dall'Organizzazione - è diversa nei singoli Paesi e quindi i numeri non si riferiscono a un particolare trimestre o a quello che potrebbe accadere nel caso di un confinamento prolungato.

"C'e troppa incertezza sulla durata delle misure di lockdown e sulle dimensioni delle ricadute in termini di spesa e settori, per dare stime su quello che potrebbe accadere", precisano gli economisti dell'Ocse. Resta il fatto che 'un calo del livello di produzione tra il 15% e il 25%
che continui per tre mesi riduce meccanicamente la crescita.