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Coronavirus

Superati i 110mila morti nel mondo

Coronavirus: il mondo in lockdown, tutti i 50 Stati Usa in stato di calamità

Stato di calamità nell'intero territorio statunitense, 1.514 morti negli Stati Uniti in 24 ore. Biden illustra il suo piano per il paese. In Cina crescono i contagi portati dai connazionali che rientrano nel Paese. Forti preoccupazioni su Brasile e America Latina

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Quasi 2 milioni di contagiati al mondo e più di 115.000 morti, questo è il bilancio ella diffusione del coronavirus secondo i dati riportati dalla Johns Hopkins University.

Gli Stati Uniti hanno il primato di contagi, 556mila, e di morti 21.418. Per la prima volta nella storia degli Usa è stata dichiarata la calamità in tutti e 50 gli Stati, con Donald Trump che ha approvato la dichiarazione di stato di calamità anche per il Wyoming.

Una strategia efficace per battere il coronavirus è la risposta per riaprire l'economia. Joe Biden, l'ex vice presidente candidato alla Casa Bianca, illustra in un editoriale sul New York Times il suo piano per riaprire l'America:  "primo, dobbiamo far calare in modo significativo il numero dei casi. Questo vuol dire che il distanziamento sociale deve continuare e che le persone che lavorano in prima fila devono avere le apparecchiature di cui hanno bisogno", mette in evidenza Biden; "secondo, c'è bisogno di test diffusi, disponibili e facili, ma anche di una strategia di tracciamento che tuteli la privacy; terzo, dobbiamo essere sicuri che gli ospedali siano attrezzati per il riemergere del virus che potrebbe verificarsi quando l'attività economica inizierà a crescere", aggiunge Biden. "Dobbiamo smetterla di pensare che la risposta economica e quella sanitaria sono separate", osserva Biden.


Cuomo: 9385 le vittime nello stato di New York
Sono 758 le persone morte nello stato di New York per il coronavirus. E' stato il governatore Andrew Cuomo a dare questo "terribile" aggiornamento nel suo briefing quotidiano, precisando che sono ormai 9385 le vittime dell'epidemia nello stato da lui governato. "Questo è un numero che desidero veder scendere dal primo momento che apro gli occhi al mattino", ha aggiunto sottolineando che questi non sono numeri, ma persone, vite perse per famiglie alle quali ha rivolto i suoi "pensieri e preghiere".

Associated Press: Oltre 2.600 i decessi nelle case di riposo Usa
Anche negli Stati Uniti la pandemia di Covid-19 si sta rapidamente diffondendo nelle case di riposo. Secondo un conteggio effettuato dall'Associated Press, sarebbero oltre 2.600 i decessi registrati nel Paese ricollegabili a focolai di Covid-19 presenti nelle case di riposo e nelle strutture di assistenza per gli anziani. Il conteggio è stato effettuato dall'agenzia americana sulla base dei rapporti pubblicati dai media e dai dipartimenti sanitari statali. Secondo AP i decessi in totale sono stati 2.646, 450 dei quali avvenuti negli ultimi 10 giorni. Ma il bilancio potrebbe essere più alto visto che molti anziani deceduti non sono stati sottoposti al test per il Covid-19.

Fauci: "Con restrizioni prima avremmo salvato delle vite"
Se le misure di contenimento fossero state adottate prima negli Stati Uniti sarebbero state salvate delle vite. Lo ha dichiarato in un'intervista alla Cnn Anthony Fauci, il super consigliere della Casa Bianca per le emergenze sanitarie. "Nessuno può negare che se vengono adottate in anticipo delle misure di mitigrazione si salvano le vite", ha dichiarato Fauci. "Ma ciò che accade in questo tipo di decisione è complicato. Ma avete ragione, intendo, ovviamente, se fin dall'inizio avessimo chiuso tutto, potrebbe essere stato un po' diverso. Ma c'erano tanti ostacoli alle chiusure allora", ha spiegato.

Alla domanda sul perché il presidente Donald Trump non abbia raccomandato le linee guida sul distanziamento sociale fino a metà marzo - circa tre settimane dopo la raccomandazione dei massimi esperti di salute della nazione - Fauci ha spiegato: "Noi lo consideriamo da un punto di vista prettamente della salute. Facciamo una raccomandazione. Spesso viene considerata, altre volte no", ha aggiunto.

Canada. Quasi 24mila i casi di coronavirus
In Canada i casi di coronavirus sono saliti a 23.719 dai 22.559 di ieri. I decessi - nelle ultime 24 ore -  sono: 674. E' quanto comunicato dall'Agenzia di salute pubblica.

Cina. Raddoppiano casi importati dall'estero, altri 97 ieri
In Cina raddoppiano i casi importati dall'estero: altri 97 ieri, è il numero più alto dall'inizio di marzo. Le autorità sono preoccupate da una nuova ondata di Covid-19 portata in patria proprio dall'esterno. Oggi a Pechino il livello di allerta sulla salute è passato da verde a arancione che prevede l'obbligo di restare in isolamento a casa propria. A preoccupare le autorità cinesi è la considerazione che si possono chiudere gli accessi in Cina soltanto per i non cinesi.

L'Iran registra altri 117 decessi di persone contagiate dal coronavirus, con il totale delle vittime che sale a 4.474. Si registrano inoltre altri 1.657 casi, per un numero complessivo di 71.686 persone contagiate.

l numero dei contagiati da coronavirus in America Latina ha superato quota 60.000, di cui oltre 2.503 morti. In  36 ore la regione è passata dai 50.037 casi confermati il 10 aprile ai 60.300 odierni. Le vittime nello stesso periodo sono cresciute di 442 unità. Il primo paese latino-americano per numero di contagiati e vittime resta il Brasile, con quasi un terzo del totale continentale (17.857 positivi e 1.124 morti). Seguono per numero di contagiati l'Ecuador (7.257 e 315), che si distingue per l'alto numero di vittime fatali in rapporto alla popolazione 12 volte inferiore a quella brasiliana, il Cile (6.927 e 73) e il Perù (6.848 e 181). L'elenco dei paesi con il maggior numero di positivi nella regione continua con Messico (4.219 e 273), Panama (3.234 e 79), Repubblica Dominicana (2.759 e 135), Colombia (2.709 e 100) e Argentina (1.975 e 82).

Un blocco del coronavirus nella capitale della Liberia, Monrovia, è partito in modo caotico sabato, con i poliziotti che hanno usato nuovamente manganelli su chi si era avventurato nelle strade per comprare cibo o ritirare denaro. La confusione regna in gran parte di Monrovia, città di più di 1 milione di abitanti, in cui più della metà della popolazione vive in condizioni di povertà. Molti residenti hanno protestato contro il presidente, George Weah. Il blocco di tre settimane è una prova delle autorità liberiane per migliorare la gestione della baraccopoli di Monrovia. Mentre la diffusione del virus accelera in Africa, con oltre 13.000 casi segnalati in tutto il continente, alcuni paesi hanno ordinato blocchi completi, mentre altri hanno imposto il coprifuoco o restrizioni più limitate nel tentativo di limitare l'impatto sulle persone che vivono alla giornata. La Liberia ha finora confermato almeno 48 casi di coronavirus, inclusi cinque decessi.