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Coronavirus

Il report settimanale sulla pandemia in Italia

​Iss: "Rt a 1,08, in 10 regioni inferiore a 1". Piemonte, Lombardia e Toscana verso l'arancione

Il periodo analizzato è quello del 4-17 novembre. Per la prima volta in settimane cala l'incidenza dei casi di Covid, ma ancora alta in varie regioni

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"Sono ore impegnative: eravamo a consulto con i nostri esperti per valutare la curva epidemiologica per valutare gli scenari prossimi futuri. Oggi è venerdì e come sapete c'è il monitoraggio settimanale. Nel pomeriggio avremo delle novità". Così il premier Giuseppe Conte, dopo la riunione con i capi delegazione di maggioranza, alla presenza di Franco Locatelli e Silvio Brusaferro. 

Comincia dunque a delinearsi il nuovo Dpcm in vista delle festività di Natale in relazione anche ai diversi scenari epidemiologici. Anche se la sottosegretaria al ministero della Salute, Sandra Zampa, annuncia che il coprifuoco a Natale resterà comunque alle 22.

Il monitoraggio Iss
Nel periodo 4-17 novembre 2020, l'indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,08. Si riscontrano valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane. In 10 Regioni/PA l'RT puntuale è inferiore a 1, indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità. Lo rileva la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

Andando nel dettaglio, l'Abruzzo ha un indice di contagio Rt di 1.06; la Basilicata 1.21; la Calabria 0.92; la Campania 1; l'Emilia Romagna 1.07; il Friuli Venezia Giulia 1.09; il Lazio 0.88; la Liguria 0.76; la Lombardia 1.17; le Marche 0.93; il Molise 1.17; il Piemonte 0.89; la provincia autonoma di Bolzano 1; provincia autonoma di Trento 0.81; la Puglia 0.99; la Sardegna 0.71; la Sicilia 1.04; la Toscana 1.2; l'Umbria 0.74; la Valle d'Aosta 0.99; il Veneto 1.2.

Cala l'incidenza dei casi, 706 per 100mila abitanti
Questa settimana si osserva per la prima volta in varie settimane una diminuzione nell'incidenza dei casi a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 706.27 per 100,000 abitanti nel periodo 9/11/2020-22/11/2020 contro 732,6 per 100,000 abitanti nel periodo 2/11/2020-15/11/2020), sebbene questa rimanga "a livelli molto alti". Si sottolinea che "in diverse Regioni, tuttavia, si continua a segnalare una incidenza in aumento".

10 regioni a rischio alto epidemia non gestibile
Quasi tutte le Regioni/PA sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. 10 Regioni/PA sono classificate a rischio alto. Le rimanenti sono a rischio moderato, di cui 7 con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese. Si raccomanda alle autorità di queste 7 regioni di valutare l'opportunità di adottare ulteriori misure di mitigazione.

Criticità 17 regioni area medica o intensive
Al 24 novembre, 17 regioni avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva. Nel caso si mantenga l'attuale RT, quasi tutte le Regioni/PA hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese. I ricoverati in terapia intensiva sono passati da 3.612 (17/11) a 3.816(24/11/2020), mentre i ricoverate in aree mediche sono passati da 33.074 (17/11) a 34.577 (24/11/2020).

Evitare contatti non necessari, rimanere a casa
L'epidemia è in chiaro rallentamento, ma "si conferma la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. E' fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie, e rimanere a casa il più possibile" si sottolinea nella bozza del report, secondo cui "rimane essenziale evitare gli eventi aggregativi (mass gatherings) che, se effettuati, porteranno a un rapido nuovo aumento nel numero di nuovi casi".

Trend non porti a rilassamento prematuro delle misure
I dati, sottolineano gli esperti, "sono incoraggianti e segnalano l'impatto delle misure di mitigazione realizzate nelle ultime settimane", ma "l'incidenza rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, pertanto sara' necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori di 1, consentendo una rapida diminuzione nel numero di nuovo casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali e ospedalieri".

Alcune Regioni scalpitano, Toscana e Lombardia in testa. "Grazie ai sacrifici dei lombardi, apprezzati i dati epidemiologici, ora siamo in zona arancione e potremo riaprire gli esercizi commerciali. A breve la decisone del Governo", scrive su Twitter il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.  Lo stesso discorso vale per il Piemonte. L'Rt del Piemonte "oggi è 0.84 il puntuale, 0.9 il medio, quindi entrambi sono sotto quota 1. Quando il Piemonte era rosso eravamo a un Rt di 2.16, questo vuol dire che i sacrifici dei piemontesi sono serviti". A dirlo, il presidente della Regione Alberto Cirio: "Mi aspetto che venga attuato - aggiunge - quello che è previsto dal decreto del presidente del Consiglio", ossia l'uscita dalla zona rossa. "Vediamo la zona arancione come un passo che ripaga gli sforzi fatti, ma proprio perché non vengano vanificati abbiamo previsto delle misure regionali, che adotterò con una ordinanza, per esempio sui centri commerciali, dove prevediamo misure molto rigorose per evitare assembramenti, così come per le altre attività che è giusto che riaprano ma sempre in regime di sicurezza". Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ai microfoni di Sky Tg24 ricorda come le misure vadano attuate "con grande scrupolo". Anche la Toscana "Da venerdì 4 dicembrepotrà rientrare in una zona che consente di allentare la morsa della chiusura degli spostamenti", con un provvedimento "che riporta la Toscana in zona arancione", "stamani ne ho parlato con il ministro Speranza". Lo ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.

Altre Regioni invece frenano per paura di una nuova impennata. "Si può pensare a qualche allentamento delle misure restrittive ma una riapertura appare prematura": così ha commentato l'ipotesi di un ritorno dell'Umbria in "zona gialla", visto l'indice di contagiosità Rt sotto l'1 e i parametri in ormai costante miglioramento se pur lieve, il direttore regionale alla Sanità Claudio Dario. Intanto il governatore della Campania De Luca annuncia: "Si sta ragionando sulle zone, contro zone, sotto zone. La mia opinione è che queste zone sono una grande buffonata". Lo ribadisce in diretta Fb. Per De Luca, ci sono "ragioni obiettive" che fanno decidere per il colore delle zone ma ci sono anche "altre ragioni che rinviano a motivi di politica politicante dove la sanità non c'entra niente".  "Abbiamo chiesto ripetutamente al ministero della Salute di sapere il numero dei tamponi. La Regione Campania comunica il numero vero di tamponi siamo sotto i 25mila al giorno, questo fa aumentare il numero dei positivi. Ci sono regioni che comunicano un numero altissimo di tamponi non molecolari per far abbassare il numero di positivi". Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in diretta Fb. "Non abbiamo avuto dal ministero nessuna risposta certa, mi pare scandaloso, sia portato tutto alla luce del sole", ha aggiunto.