Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/coronavirus-si-allarga-lo-scandalo-4-i-senatori-che-hanno-venduto-azioni-prima-del-crollo-3f04042b-a72d-4e3f-bfe5-2ff1db688e3d.html | rainews/live/ | true
MONDO

Si allarga lo scandalo

Coronavirus. Usa. 4 i senatori che hanno venduto azioni prima del crollo della borsa

Nel corso di un incontro privato, avvenuto il 24 gennaio, il repubblicano Richard Burr, che per il suo ruolo poteva accedere a informazioni riservate dal governo, avrebbe informato gli altri senatori della gravità dell'epidemia del coronavirus, invitandoli a occuparsi dei loro investimenti finanziari. Peccato che pubblicamente Burr avesse rassicurato gli americani sugli effetti limitati del contagio

Condividi
Negli Usa si allarga lo scandalo dei senatori che, a gennaio, hanno venduto le loro azioni prima che l'emergenza coronavirus affossasse la Borsa. Al presidente della commissione Intelligence, il senatore repubblicano Richard Burr, il cui nome è circolato ieri, si sono aggiunti i nomi di Kelly Loefner, Dianne Feinstein, Ron Johnson e Jim Inhofe.

Nel corso di un incontro privato, avvenuto il 24 gennaio, Burr, che per il suo ruolo poteva accedere a informazioni riservate dal governo, avrebbe informato gli altri senatori della gravità dell'epidemia del coronavirus, invitandoli a occuparsi dei loro investimenti finanziari. Peccato che pubblicamente Burr avesse rassicurato gli americani sugli effetti limitati del contagio. Sia il capo della commissione, eletto in North Carolina, sia Kelly Loeffler, eletta in Georgia, hanno venduto le loro azioni proprio nei giorni in cui il presidente Donald Trump  sminuiva la portata dell'epidemia.

La senatrice è la moglie del presidente del New York Stock Exchange, una delle principali borse mondiali, Jeffrey Sprecher. Su Twitter, Loeffler si è difesa dalle accuse, sostenendo di non saperne niente: "Non prendo io le decisioni sul mio portafoglio, ma sono terze parti a decidere e senza che ne' io ne' mio marito possiamo saperlo".

La senatrice risulta aver ceduto i titoli proprio il 24 gennaio, giorno della riunione riservata. Burr, secondo il sito investigativo ProPublica, ha venduto le sue quote il 13 febbraio, per un valore fino a 1,7 milioni di dollari. ProPublica sarebbe entrato in possesso di un nastro con la registrazione di un discorso tenuto da Burr nel corso di un evento riservato in un circolo esclusivo. In quell'occasione il senatore aveva rivelato a colleghi e investitori l'imminente disastro sanitario: "Vi posso dire che siamo a livello dell'epidemia del 1918", la cosiddetta "influenza spagnola" che provocò circa cento milioni di morti nel mondo.

A beneficiare delle informazioni riservate, mentre gli americani venivano quotidianamente rassicurati, sono stati altri due membri della commissione Intelligence: la senatrice democratica Feinstein e il repubblicano Inhofe, che hanno venduto i loro titoli subito dopo l'incontro. Il quinto nome è quello del senatore repubblicano del Wisconsin, Ron Johnson, anche lui tra quelli che avevano sminuito pubblicamente la portata dell'epidemia: "Non sarà una sentenza di morte - aveva detto in un'intervista televisiva - tranne che per il 3-4 per cento della popolazione, ma penso anche molto meno". Intanto, però , Johnson si era attivato per cedere tutti i suoi titoli.

Poche settimane dopo l'incontro riservato, con la diffusione delle notizie allarmanti e le prime ammissioni del governo, la Borsa è crollata. Secondo i media, la maggior parte dei titoli ceduti dai senatori ha poi perso tra il 30 e il 39 per cento.