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Smart working: non più emergenza ma scelta per i dipendenti pubblici

Quasi il 100% dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni vorrebbe continuare lo smart working. Ma per due terzi di loro il lavoro da casa deve essere integrato con dei rientri in ufficio organizzati e funzionali

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A inizio 2020, prima dell'emergenza Covid19 solo nel 8,6% delle pubbliche amministrazioni di provenienza degli intervistati lo smart working era una modalità di lavoro diffusa, mentre nel 45,8% era attiva una sperimentazione limitata a un gruppo di dipendenti; per il 39,2% dei dipendenti non era possibile lavorare in Smart Working nella loro organizzazione.

Poi, per effetto delle misure per il contenimento dei contagi, lo smart working "d'emergenza" è stato introdotto nel 98,8% delle amministrazioni degli intervistati, in alcuni casi come unica misura per la gestione del personale, nel 41% dei casi accompagnato dalla presenza in ufficio a turni e nel 40,5% dalla richiesta di utilizzare ferie e riposi arretrati.

Eppure, il bilancio dello smart working 'forzato' nella Pa è assolutamente positivo: l'88% dei dipendenti giudica l'esperienza di successo e il 61,1% ritiene che questa nuova cultura, basata sulla flessibilità e sulla cooperazione all'interno degli enti, fra gli enti e nei rapporti con i cittadini e le imprese, prevarrà anche una volta finita la fase di emergenza.

Lo smart working ha permesso al 69,5% del personale della Pa di 'organizzare e programmare meglio il proprio lavoro', al 45,7% di 'avere più tempo per sé e per la propria famiglia', al 34,9% di 'lavorare in un clima di maggior fiducia e responsabilizzazione'. In 7 casi su 10 è stata assicurata totale continuità al lavoro, per il 41,3% dei lavoratori l'efficacia è persino migliorata (per un altro 40,9% è rimasta analoga).

Per oltre il 50% la relazione con i colleghi è invariata, per il 20% addirittura migliorata. Il 93,6% vorrebbe continuare a lavorare in smart working. Ma per la maggior parte (il 66%) il lavoro da casa deve essere integrato con dei rientri in ufficio organizzati e funzionali.



Lo smart working 'imposto' dal coronavirus ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, cui hanno risposto oltre 4.000 dipendenti pubblici. E' il quadro che emerge dall'indagine 'Strategie individuali e organizzative di risposta all'emergenza' svolta da Fpa (società del gruppo Digital360) tra il 17 aprile e il 15 maggio 2020. Vi hanno partecipato in totale oltre 5.200 persone, di cui l'81% (4.262) dipendenti della pubblica amministrazione.