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Coronavirus

Imperial College -Ipsos Mori

Covid, anticorpi decadono dopo pochi mesi: impossibile immunità di gregge

Studio in Gran Bretagna: in appena tre mesi (il tempo della ricerca partita quando il lockdown nel Regno Unito è stato allentato) il numero di persone con anticorpi è diminuito del 26,5%

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Le speranze che la popolazione ad un certo punto diventi immune al Covid-19 sembrano andare deluse da una nuova ricerca che mostra come gli anticorpi scompaiano rapidamente quando ci si riprende dalla malattia. Il che vuol dire che, chi ha avuto il Covid-19, è a rischio di riprenderselo.  

Un importante studio condotto nel Regno Unito ha infatti scoperto che l'immunità svanisce rapidamente nel tempo: in appena tre mesi (il tempo della ricerca partita quando il lockdown nel Regno Unito è stato allentato) il numero di persone con anticorpi è diminuito del 26,5%, da quasi il 6% al 4,4%. 

Lo studio è stato realizzato dall'Imperial College insieme a Ipsos Mori: dal 20 giugno al 28 settembre, le due organizzazioni hanno seguito 365 mila persone selezionate a caso, che regolarmente si auto-testavano a casa per vedere se avevano anticorpi al Covid-19. I risultati dello studio hanno mostrato che il 6% delle persone aveva anticorpi contro il virus quando il blocco è stato allentato tra la fine di giugno e l'inizio di luglio; ma all'inizio della seconda ondata, a settembre, la percentuale di quanti avevano gli anticorpi era scesa a solo il 4,4%. I ricercatori hanno anche scoperto che i giovani, quelli delle comunità nere, asiatiche e minoranze etniche e gli operatori sanitari avevano livelli di anticorpi più elevati, probabilmente per un'esposizione ripetuta o maggiore al virus. Non solo: le persone asintomatiche hanno maggiori probabilità di perdere rapidamente i loro anticorpi rispetto a quelle che hanno manifestato i sintomi. E sebbene tutte le età siano interessate dalla perdita degli anticorpi, gli anziani ne soffrono di più: tra giugno e settembre la quota di persone over 75 anni con gli anticorpi è diminuita del 39%, mentre e' scesa del 14,9 % nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni.
 
Lo studio che certifica questa rapida diminuzione degli anticorpi suggerisce dunque che le persone potranno essere ri-contagiate, proprio come accade con i coronavirus simili e che causano il comune raffreddore. Inapplicabile di conseguenza la teoria della cosiddetta immunità di gregge, proposta  da alcuni scienziati come una alternativa ai lockdown nel frenare i contagi: perché effettivamente ci sia un'immunità di gregge, il 50-60% della popolazione dovrebbe avere la protezione contro il virus in maniera che non si possa più trasmettere in modo efficiente. Ma i dati del nuovo studio dimostrano che l'immunita' di gregge è praticamente irraggiungibile: "Se pensi che 95 su 100 persone siano ancora suscettibili di ammalarsi, capisci che si è molto molto lontani da qualcosa che assomigli a un livello di protezione della popolazione", ha fatto osservare Helen Ward, uno dei ricercatori. "Non e' qualcosa che puoi usare come strategia per il controllo del contagio nella popolazione".

La scoperta è dunque un brutto colpo per esempio a quanti hanno costruito attorno alla cosiddetta Dichiarazione di Great Barrington una strategia anti-Covid: tenere a casa le persone piu' vulnerabili per consentire al virus di diffondersi tra i giovani e le persone in buona salute in modo da costruire appunto l'immunità di gregge.

"Lo studio è un elemento cruciale della ricerca, poiché ci aiuta a capire come gli anticorpi Covid-19 si evolvono nel tempo", ha riconosciuto James Bethell, sottosegretario alla Salute. Gli scienziati dell'Imperial College fanno notare inoltre anche che "non è chiaro quale livello di immunita' forniscano gli anticorpi o per quanto tempo duri questa immunita'". "Se dunque qualcuno risulta positivo agli anticorpi, deve comunque seguire le linee guida nazionali: le misure di distanziamento sociale, sottoporsi a un test con tampone se presenta sintomi e indossare le mascherine sul viso ove richiesto".