Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/covid-italia-in-giallo-locatelli-da-meta-luglio-basta-mascherine-aperto-15036f2b-f0e3-4153-8916-70c4e2a8b352.html | rainews/live/ | true
Coronavirus

Abrignani: "10 milioni rifiutano vaccino, senza obbligo non fermeremo virus"

Covid. Italia in giallo. Locatelli: "Da metà luglio basta mascherine all'aperto"

Il Presidente dell'Iss Silvio Brusaferro invita ancora una volta a rispettare "le regole note, cioè indossare la mascherina, evitare il più possibile assembramenti fino a che non sarà immunizzata la maggior parte della popolazione". E aggiunge: "Occorre vaccinarsi appena possibile, man mano che arrivano le dosi". Rasi: "Ok a seconda dose in vacanza"

Condividi
Da oggi tutte le regioni sono in area gialla, dopo che l'ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza ha promosso anche l'ultima rimasta in arancione, la Valle d'Aosta, dopo essere rimasta, la scorsa settimana, l'unica macchia arancione nella cartina. Dunque, si va verso la normalità. Tre regioni la assaporeranno prima delle altre: dal 1° giugno infatti Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molise andranno in fascia bianca e diranno addio alle restrizioni, ad accezione del distanziamento e delle mascherine. Idem dal 7 giugno per Abruzzo Veneto e Liguria. E se i dati del monitoraggio del 28 maggio continueranno ad essere confortanti, a metà mese potrebbe toccare anche a Lombardia, Lazio ed Umbria.

Tutte le regioni hanno un Rt medio inferiore a 1 (a 0,78 rispetto allo 0,86 della scorsa settimana) e sono dunque classificate a rischio basso. Questa settimana nessuna supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (19%) o area medica (19%). Si osserva inoltre una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (13.565 vs 19.619 la settimana precedente). Accelera ancora il calo dell'incidenza, pari a 73 casi per 100mila abitanti, sempre più vicina a livelli (50 casi per 100mila) che permetterebbero il contenimento dei contagi e che renderebbe più facile il tracciamento.

Da oggi riaprono le palestre
Da questo fine settimana sono tornati ad aprire i centri commerciali che erano finiti nel mirino per sabato e domenica affollati, con il rischio di creare pericolosi assembramenti. Riapertura da oggi anche per le palestre, anche se non sono mancate critiche e polemiche per le procedure da seguire e non sono stati pochi i gestori che, al momento, hanno deciso di tenere ancoro giu' le saracinesche.

Turismo. Ricominciano i viaggi tra regioni consentendo di programmare le vacanze estive
Ora la parola d'ordine delle riaperture è turismo. Con la stagione estiva alle porte la ripresa di uno dei settori trainanti dell'economia italiana è vista come un passaggio fondamentale. In questa direzione, ricominciano i viaggi tra regioni consentendo di programmare le vacanze estive. Gli italiani potranno guardare con maggiore fiducia e tranquillità al prossimo mese di giugno, considerato che l'ultimo decreto legge prevede anche la riapertura dei bar e ristoranti al chiuso (ma con orari ancora limitati) dal primo giugno; matrimoni, parchi tematici e centri congressi dal 15; corsi di formazione, sale giochi, centri benessere e piscine al chiuso dal primo luglio. 

Locatelli: "Da metà luglio via mascherine all'aperto, nuovo lockdown improbabile"
Un nuovo lockdown "è altamente improbabile. Tutte le decisioni sono state prese per non esporci al rischio di dover richiudere. La campagna di vaccinazione fa la differenza" e di togliere la mascherina "credo potremo parlarne nella seconda metà di luglio, eliminando l'obbligo solo all'aperto, o anche al chiuso tra persone vaccinate e non soggette a 'fragilità'". Lo dice in un'intervista a La Stampa il coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.

Sul piano vaccini, prosegue, "condivido le considerazioni del generale Figliuolo: la corsa alla vaccinazione 'indiscriminata' è inutile, bisogna dare priorità a chi rischia in caso di contagio", mentre per quanto riguarda i  vaccini ai giovanissimi, "una volta che sarà arrivato il via libera" dell'Ema, atteso per fine maggio, "e avremo messo al sicuro le fasce di popolazione a rischio, potremo partire con gli studenti, così da assicurare la didattica in presenza e in sicurezza nel prossimo anno scolastico". Per il futuro "è largamente possibile che avremo bisogno di una terza dose, ma è un tema che si porrà non prima di ottobre", mentre circa l'obbligo vaccinale, per Locatelli "al momento non vedo gli estremi per discuterne. Lo scenario attuale non rende necessario l'obbligo se non per gli operatori sanitari".

Abrignani: "In 10 milioni rifiutano vaccino, senza obbligo non fermeremo il virus"
Sull'obbligo vaccinale la pensa diversamente il professor Sergio Abrignani, altro componente del Cts. "Io sono assolutamente favorevole all'obbligo vaccinale. Già lo dissi a gennaio. Per questo virus che è un problema di sanità pubblica ci vuole l'obbligo così come lo abbiamo avuto per il vaiolo e per la polio" spiega in un'intervista al Messaggero. "In Italia l'11% dice che non si vuol far vaccinare, il 7% risponde probabilmente no. Di fatto siamo al 18% e la maggior parte è sotto i 60 anni - spiega - non è più un problema individuale: se non mi vaccino io causo un danno alla comunità. Se in 10 milioni non si vaccinano in Italia rischiano di selezionare nuove varianti che possano diventare insidiose. Tra l'altro quei 10 milioni mettono a rischio anche i 500mila che non possono vaccinarsi per le loro condizioni di salute".

Brusaferro: "Serviranno altri richiami, tanto continuiamo a rispettare le regole note"
Il Presidente dell'Iss Silvio Brusaferro - in una intervista a Repubblica - invita ancora una volta a rispettare "le regole note, cioè indossare la mascherina, evitare il più possibile assembramenti fino a che non sarà immunizzata la maggior parte della popolazione". E aggiunge: "Occorre vaccinarsi appena possibile, man mano che arrivano le dosi". E proprio in merito ai vaccini sottolinea che con molta probabilità: "Si debbano fare dei richiami".

Rasi: "Vaccini in vacanza? Si può fare. Smettere di parlare e farlo"
Con l'arrivo dell'estate inoltre gli italiani si stanno organizzando per le vacanze. In molti - proprio in quel periodo - dovrebbero fare la seconda dose del vaccino. Da settimane si dibatte sulla possibilità di poterla fare nei luoghi di villeggiatura. Secondo Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema, oggi consulente del commissario per l'emergenza coronavirus in "teoria si potrebbe fare". "Tutto si può fare - risponde ad 'Agorà' su Rai3 - ma bisogna smettere di parlare, sedersi e farlo". "Il problema non banale è la logistica", analizza l'esperto, microbiologo dell'universtà Tor Vergata di Roma. Dal punto di vista matematico, osserva, "bisogna tener conto che con 21 Regioni le combinazioni possibili arrivano a 400, quindi anche per un povero viaggiatore deve essere chiaro cosa si può fare e dove". Secondo Rasi, comunque, "la teoria dice che" il richiamo in vacanza "è possibile", anche perché "probabilmente a giugno le dosi per farlo ci saranno". Per tradurre la teoria in pratica, però, "le Regioni dovrebbero sedersi al tavolo fra loro e con il commissario" all'emergenza Covid per ragionare sulla "movimentazione dei vaccini", perché "la macchina logistica deve portarli dove servono". Guardando al futuro, poi, un obiettivo al quale puntare sarà quello di avere i dati vaccinali sulla tessera sanitaria: "Sarebbe un cambio completo di passo anche per la sicurezza del cittadino - sottolinea Rasi - che con la sua tessera ha tutto per qualsiasi necessità sanitaria, anche di pronto soccorso. Ma da qui a luglio queste mi sembrano solo belle intenzioni e ottime idee, che vanno perseguite".