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Coronavirus

Sileri: "Ambiente sicuro, ma non bisogna correre"

Covid. Ricciardi: "Contagi alti, non riaprire scuole e zona rossa fino al 15"

"Per abbassare davvero la curva dei contagi, lo abbiamo già visto, l'unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali" spiega il consulente del ministro della Salute per l'emergenza coronavirus e professore di Igiene all'Università Cattolica. E avverte: "Medici e infermieri che non si vaccinano non possono continuare a esercitare"

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"Per vedere risultati sul fronte dei contagi, quindi una diminuzione della circolazione del virus, bisognerà aspettare la fine dell'anno". E' la previsione di Walter Ricciardi, consulente  del ministro della Salute per l'emergenza coronavirus e professore di Igiene all'Università Cattolica, se "nei primi mesi del 2021 riusciremo a vaccinare le categorie più fragili della  popolazione", come dice in un'intervista a 'La Stampa'. Solo così, "già prima dell'estate avremo ricadute positive dal punto vista della mortalità e dei ricoveri in ospedale,  alleggerendo la pressione sul sistema sanitario". 

Ma Ricciardi, che è stato fin dall'inizio il primo dei rigoristi, insiste col suo refrain: "Non abbiamo alternative  finchè non siamo tutti o quasi vaccinati, l'unico modo per proteggerci è  mantenere le stesse regole. E questo resterà valido anche per chi sarà immunizzato, come vale ora per chi è stato malato di Covid ed è guarito". Pertanto, aggiunge,  "per abbassare davvero la curva dei contagi, lo abbiamo già visto, l'unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali. Anche la 'zona rossa' ora in vigore andrebbe prolungata,  almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi". Perchè "se dal 7 gennaio, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della  curva epidemica"."So che è impopolare dirlo, ma non è il caso", riconosce, "si  possono riportare i ragazzi in classe solo con una circolazione bassa del virus, non con quella  attuale. Le scuole sono ambienti sicuri, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura. Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane". 

"Medici e infermieri che non si vaccinano non possano continuare a esercitare"
"Vaccinarsi per medici e infermieri è un imperativo morale e deontologico, una questione di  sicurezza sul luogo di lavoro: se un operatore sanitario non si protegge dal virus  vaccinandosi, non  può continuare a esercitare", spiega Ricciradi.  Per la grande maggioranza, il consulente del ministro  della salute pensa "sia sufficiente la raccomandazione,  ma se non dovesse bastare si  prenderanno misure più energiche". 

"Pensare a tracciamento immunizzati"
"Abbiamo la certezza di poter contare su due vaccini molto innovativi, quelli di Pfizer e Moderna, che sono arrivati presto e che saranno comunque prodotti e distribuiti in quantità  maggiore rispetto alle previsioni iniziali. Certo, dispiace che il vaccino partito per primo, per metà italiano, sia in ritardo: AstraZeneca sconta un problema procedurale più  che scientifico", "credo, però, che l'Ema abbia gli elementi per velocizzare la procedura e auspico che non dovremo aspettare un altro mese" spiega Ricciradi. 

Quindi evidenzia che "se nei primi mesi del 2021 riusciremo a vaccinare le categorie più fragili della popolazione, già prima dell'estate avremo ricadute positive dal punto vista  della mortalità e dei ricoveri in ospedale, alleggerendo la pressione sul sistema sanitario. Ma per vedere risultati sul fronte dei contagi, quindi una diminuzione della circolazione  del virus, bisognerà aspettare la fine dell'anno".  E sul dibattito per la obbligatorietà sottolinea: "Se un operatore sanitario non si protegge dal virus vaccinandosi, non può continuare a esercitare. E se un medico non crede nel vaccino, vuol dire che ha smesso di studiare. Credo che per la grande maggioranza sia sufficiente la  raccomandazione, ma se non dovesse bastare si prenderanno misure più energiche".

Una "patente" vaccinale? "Parlerei di un tracciamento degli immunizzati, da valutare nel caso ci trovassimo di fronte a un 30-40% della popolazione che rifiuta il vaccino. È  un'ipotesi da studiare bene dal punto di vista giuridico, ma nei Paesi orientali ha funzionato: basta ricevere sul telefonino il codice dell'avvenuta vaccinazione e mettere un apposito  lettore all'ingresso di cinema, teatri, stadi di calcio e luoghi simili" spiega Ricciardi. E prosegue: "Entra solo chi ha il codice che certifica la protezione". In una intervista al Mattino commenta poi  l'approccio interventista della Germania: "C'è stato più che altro un eccesso di zelo, il contratto europeo garantisce tutti i cittadini", "nessuno è in grado di distribuire le dosi  immediatamente: non sono pillole, l'operazione va attuata in condizioni di sicurezza". 

Sileri: "Su scuola non dobbiamo correre"
"Dobbiamo continuare a monitorare, credo che vi sarà una risalita dei casi a partire dalla seconda settimana di gennaio, dobbiamo essere pronti a fare dei passi indietro nel caso il  virus rialzasse la testa. La scuola è un ambiente sicuro, va reso sicuro anche tutto ciò che circonda la scuola. Una cosa è certa, non dobbiamo correre da questo punto di vista,  l'unica cosa per cui dobbiamo correre è il vaccino quando arriverà". Così il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ai microfoni di 'L'Italia s'è desta' su Radio Cusano Campus, parlando del ritorno alla didattica in presenza nelle scuole e del rischio di una terza ondata.

"Vaccini, al momento obbligo non serve"
Sul vaccino anti-Covid "andiamo per gradi. Al momento l'obbligo non serve e non servirebbe nemmeno parlarne oggi perché le dosi ad oggi disponibili sono una quota parte di un totale che ancora non è arrivato, perché le varie aziende produttrici non hanno avuto l'ok dall'Ema" spiega poi  il viceministro della Salute. "Le dosi che abbiamo oggi a disposizione consentono una vaccinazione progressiva senza la necessità di un obbligo. Vedremo tra qualche mese, quando avremo a disposizione una maggiore quantità di vaccini. A quel punto si dovrà monitorare quante persone faranno il vaccino e se il numero delle persone dovesse essere estremamente basso, è chiaro che una qualche forma di obbligatorietà potrebbe essere necessaria. Ma non è un argomento di oggi", aggiunge.

Sull'organizzazione della campagna vaccinale contro il coronavirus, "non possiamo permetterci errori, dobbiamo farci trovare pronti conclude Sileri Se arrivano 400mila dosi a settimana, quelle dosi dovranno essere consumate nella stessa settimana. Personale sanitario in grado di vaccinare la popolazione c'è. In manovra abbiamo inserito una norma per far partecipare le farmacie alle, ci sono anche gli odontoiatri che chiedono di essere parte attiva della vaccinazione, pensate dunque quale possa essere la presenza ramificata sul territorio per garantire la vaccinazione".