Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/covid-vaccino-consiglio-europeo-bf97234e-88a6-4ec8-81f4-57799125a17a.html | rainews/live/ | true
Coronavirus

Videoconferenza dei leader Ue

Consiglio europeo, vertice sul Covid-19. Conte: "Consegne vaccini rispettino impegni"

Michel: restrizioni ai viaggi non essenziali nell'Ue. Verso misure su viaggi ma frontiere Ue restano aperte. Discussione su passaporto sanitario prematura. Forte condanna dei 27 ad arresto Navalny

Condividi
E' terminato il video summit dei leader dei 27 Stati membri dell'Ue sulla pandemia di Covid-19. E' seguita una conferenza stampa di Charles Michel, Presidente del Consiglio europeo. "Siamo totalmente convinti - ha detto - della necessità di mantener le frontiere Ue aperte per mantenere il funzionamento del mercato interno" ma "per viaggi non essenziali occorre prevedere restrizioni, e ci mobiliteremo per coordinamento su questo punto". 

Michel: limiti ai viaggi in Ue in funzione a colore zona
"Noi cerchiamo di trarre insegnamenti da quello che è accaduto" e "sappiamo che sarà probabilmente necessario adottare misure restrittive ulteriori per limitare i viaggi non essenziali" e "questo è l'orientamento e nei prossimi giorni cercheremo di coordinarci con il buon senso" usando "ad esempio il colore della zona" riferito al rischio più o meno alto di contagio, ha detto inoltre Charles Michel.

Michel: forte condanna dei 27 ad arresto Navalny
"Condanniamo fortemente l'arresto di Alexei Navalny, i suoi diritti devono essere rispettati integralmente" ha inoltre dichiarato il presidente del Consiglio europeo. "Chiediamo alla Russia di liberarlo subito e di procedere ad una inchiesta imparziale", ha aggiunto.

Von der Leyen: chiusure a tappeto minerebbero mercato interno
L'Unione europea "è una zona epidemiologica unica" e riusciremo a far fronte al virus e alle sue varianti "solo se ci sono misure mirate e non chiusure delle frontiere a tappeto", che colpirebbero il nostro mercato interno. Così la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al termine della videoconferenza dei leader Ue. "Tutti gli aspetti" di restrizione dei viaggi non essenziali "verranno dettagliati nei prossimi giorni ma si tratta infine di una decisione dello Stato membro che comunque tutti chiedevano un coordinamento, cosa che è perfettamente ragionevole nella situazione in cui ci troviamo" ha aggiunto Ursula von der Leyen.

"Su passaporti vaccini serve discussione ampia"
"Abbiamo discusso dei certificati per le persone vaccinate, ma vanno distinte alcune cose, la prima è una semplice documentazione che è di tipo medico e la seconda ha invece dei risvolti che devono essere tenuti in considerazione" con dei "risvolti anche politici" e tutta una serie di varianti tra cui "il rispetto dei diritti e dei dati personali delle persone". Così la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.  "Quando sarà il momento giusto avremo bisogno di una discussione ampia tra gli stati membri su usi possibili del certificato".

Conte: "Consegne vaccini rispettino impegni" 
"La strategia europea delle vaccinazioni deve procedere in maniera rapida ed efficace. Le consegne dei vaccini devono rispettare gli impegni. La protezione della salute dei nostri cittadini è al centro dell'azione coordinata di governi e commissione Ue per sconfiggere la pandemia". Lo scrive in un tweet Giuseppe Conte dopo il summit dei leader europei di questa sera.

Mutuo riconoscimento dei risultati dei test Covid
Il Consiglio Ue ha approvato all'unanimità una raccomandazione ai Paesi membri che crea un quadro per il mutuo riconoscimento dei risultati dei test Covid in tutta l'Ue e sull'uso dei test rapidi antigenici. Si tratta di uno strumento che  dovrebbe aiutare a contenere la diffusione del coronavirus Sars-CoV-2  e a migliorare il funzionamento del mercato interno, dato che il mutuo riconoscimento dei risultati dei test è fondamentale per non  ostacolare gli spostamenti transfrontalieri. La raccomandazione non è  vincolante, ma indica delle prassi che gli Stati sono incoraggiati a  seguire.

Leader Ue: limitare viaggi non essenziali
Durante la videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell'Ue, in corso, sono state poste "molte  domande" sulla "trasparenza" e sul "calendario delle consegne" dei  diversi vaccini anti-Covid. Emerge inoltre un orientamento a tenere  aperti i confini, ma ci sono "appelli a limitare i viaggi non essenziali", per limitare la diffusione sul continente delle nuove  varianti del coronavirus Sars-CoV-2. Lo riferisce un alto funzionario  Ue, dopo l'intervento di una dozzina di leader, oltre al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e dell'Alto Rappresentante Josep Borrell. In questa fase, inoltre, "il certificato di vaccinazione dovrebbe essere un documento medico, non di viaggio". Dagli interventi dei leader è emerso finora anche un "sostegno" per le vaccinazioni ed  è stata sottolineata la necessità di "coordinarsi" tra Paesi Ue anche  in questo campo. I leader concordano finora anche sulla necessità di  aumentare la solidarietà nei confronti di altri Paesi.

Ue promette aiuto a Ucraina per acquisto vaccini
L'Unione europea ha promesso di aiutare l'Ucraina a ottenere vaccini contro il coronavirus il prima possibile. Lo ha detto l'ufficio del presidente del Paese, Volodymyr Zelenskiy, come riferisce Reuters. Zelenskiy ha ricevuto assicurazioni di sostegno in una lettera del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ha spiegato l'ufficio di Zelenskiy in una dichiarazione.

Discussione su passaporto sanitario prematura
La discussione dell'utilizzo del certificato delle vaccinazioni Covid per viaggiare viene ritenuta prematura in questa fase, e probabilmente questo utilizzo sarebbe inappropriato. Emerge dalla videoconferenza dei leader, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche europee. In particolare si segnala il rischio di dare alle persone l'impressione di poter viaggiare in sicurezza una volta vaccinate, mentre in realtà potrebbero ancora trasmettere il virus. Inoltre vengono rilevati problemi etici e di protezione dei dati personali.

I ritardi nella consegna del vaccino
I ritardi nella consegna delle dosi di vaccino contratte dalla Commissione europea per conto degli Stati Ue 'saranno assorbiti entro metà febbraio, dalla prossima settimana le consegne torneranno al 100% delle dosi previste per ogni settimana'. Lo ha indicato la Commissione europea. E' possibile che questa rassicurazione sia sufficiente a placare le contestazioni per i ritardi della Pfizer/BioNtech.

Al centro della discussione del Consiglio europeo più che il tipo di certificazione comune che attesta l'assunzione del vaccino anti Covid-19, prospettiva sulla quale c'è maretta tra i governi, al centro del confronto tra i capi di Stato e di governo, la ricerca di una modalità comune per fronteggiare la mobilità delle persone all'interno della Ue allo scopo di ostacolare la diffusione delle varianti Covid-19. Oggi la Commissione europea ha indicato che 'è necessario un migliore coordinamento per la gestione dei viaggi interfrontalieri' e che 'qualsiasi restrizione della libertà di movimento deve essere proporzionata e non discriminatoria : la chiusura a tappeto delle frontiere non ha senso".

Non è stato l'andamento dell'economia al centro dell'attenzione dei Ventisette sebbene le prospettive per l'area euro e per l'intero continente siano altamente incerte. La Bce ritiene che la ripresa arriverà con ogni probabilità nella seconda metà dell'anno e non nella prima appena cominciata a causa del prolungamento della seconda ondata. Il commissario all'economia Gentiloni ha indicato che la situazione economica continua a essere estremamente incerta anche se si vede la luce in fondo al tunnel. Anche se non si sa quanto questa luce sia lontana. La vaccinazione di massa è appena cominciata e necessita di tempo per dispiegarsi: l'economia vi resta appesa. Nel frattempo però ci sono le varianti del virus e la certezza che la vaccinazione non diminuisce la necessità di mantenere prudenza e un certo grado di restrizione alla mobilità. 

A Berlino è stata evocata la chiusura unilaterale delle frontiere se altri Paesi andassero in direzione opposta a quella della cautela generalizzata di fronte alle varianti del Covid-19. Proprio l'attenzione ai 'percorsi' delle varianti britannica e sudafricana potrebbe essere un parametro per definire il perimetro delle libertà di movimento. L'Olanda prevede un coprifuoco dalle 20,30, la Francia da sabato è stato anticipato alle 18. Bruxelles è preoccupata perché è difficile mantenere integro il mercato interno se ogni Stato decidesse per proprio conto come avvenne all'inizio della prima ondata pandemica. Il primo ministro Belga De Croo ha proposto lo stop temporaneo dei viaggi non essenziali. Berlino vuole un coordinamento stretto dei test obbligatori per i viaggiatori transfrontalieri: gli ambasciatori dei 27 Stati Ue hanno concordato un riconoscimento reciproco dei risultati (sia Pcr sia antigenici).

I ritardi nella produzione e di conseguenza nella distribuzione del vaccino Pfizer/BioNTech ha gettato più di un'ombra sulla trasparenza sui contratti definiti dalla Ue con le case farmaceutiche, tema sul quale l'Europarlamento sta dando battaglia. L'Italia ha annunciato un'azione giudiziaria contro Pfizer. Austria, Grecia, Repubblica Ceca e Danimarca hanno inviato una lettera al presidente Ue Charles Michel con la quale chiedono che il procedimento di approvazione dei vaccini da parte dell'Agenzia del farmaco (Ema) sia più rapido. Richiesta che contrasta con quanto la Commissione ha più volte indicato di non aver mai fatto pressioni sull'Ema la semplice ragione che non e' questa la linea dell'Unione europea. Che ci si creda e' un altro discorso.

La Grecia ha aperto il fronte del certificato di vaccinazione standardizzato nella Ue con l'obiettivo precipuo di cautelarsi per la stagione turistica del 2021, tema assai sensibile per molti Paesi a cominciare dall'Italia. Molti i contrari tra cui la Francia, Paese in cui il tema dell'obbligatorietà della vaccinazione è quasi un tabù (nel senso che non la si vuole). C'è chi si oppone per ragioni di 'privacy', tuttavia i certificati di vaccinazione esistono per la febbre gialla, la malaria o il colera. Qui il problema è che il certificato di vaccinazione non riflette alcuna garanzia per il momento sul fatto che chi è stato vaccinato non sia in grado di contagiare. Entro il mese la Commissione presenterà una proposta sulla base della discussione di oggi.